Il turismo ha bisogno di frontiere aperte
Miglioramento sociale e culturale. A rischio milioni di lavoratori.
“Queste stime fanno veramente paura… si parla di diversi milioni di lavoratori impiegati nella filiera del turismo”. Così Roberto Necci, vicepresidente di Federalberghi Roma, intervenuto a Disputandum. Nei giorni successivi a Regione Vicina, la manovra della Regione Lazio per sostenere la riapertura delle attività dopo il lockdown, facciamo il punto della situazione nel nostro Paese, con un occhio particolare su Roma e Lazio.
Già ospite di WebRadio SenzaBarcode, Necci che è anche presidente del Centro studi di Federalberghi Roma, ci illustra la situazione attuale. “Il turismo è una delle prime economie di questa zona, ed è una economia che oggi è completamente ferma”.
Già a febbraio raccoglievamo l’appello di Pietro Piccinetti, amministratore unico e direttore generale di Fiera Roma. Fiere, congressi, meeting e qualsiasi forma di evento era stato annullato. Una perdita ancora non facilmente quantificabile. Atto doveroso nel rispetto del contenimento del contagio. Indubbiamente tutto questo lascia solchi prepotenti nella vita di queste strutture. Come in quella dei dipendenti che, ad oggi, in molti casi, lamentano di non aver percepito la cassa integrazione. E non certo per dolo delle imprese.
Gli imprenditori non possono essere lasciati soli a gestire la crisi
Un settore che fa contare quasi 15% PIL non può essere abbandonato, costretto a prestiti che alimentano debito o a rimandare tasse e imposte che andranno ad accumularsi ad altri pagamenti. Questa è la ricetta per l’oblio del settore intero.
“…Spero che il nostro messaggio di importanza all’interno dell’economia del nostro settore, venga recepito” è l’augurio di Roberto Necci, un messaggio alla politica chiamata ad ascoltare le esigenze e a mettere in campo una serie di provvedimenti a favore del turismo, dell’alberghiero e dell’indotto.
“Non si può parlare di ulteriori aiuti nell’indebitamento, non si può parlare di sospensione temporanea di tasse. Non si può parlare di null’altro che di una presa di coscienza, di una volontà di inserire il settore turistico e alberghiero, come componente trainante della ripresa. Se c’è questo, allora le soluzioni si trovano. Se, come spesso è accaduto, la crisi deve essere lasciata in mano agli imprenditore, allora questa volta, probabilmente, noi cambieremo proprio gioco“.
Federalberghi ha immediatamente seguito gli sviluppi dell’impatto del contagio sul comparto. Sul sito ufficiale si legge “Il 2020 era iniziato con un aumento delle presenze a gennaio rispetto all’anno precedente (+3,8% per gli stranieri e +4,8% per gli italiani). Con l’avanzare dei contagi il turismo è stato il primo settore a bloccarsi con un tracollo delle presenze, del traffico aeroportuale e degli occupati”. I dati nel Baromentro del Turismo.
Sostegni regionali
Bene l’Emilia Romagna dove, Andrea Corsini, Assessore Trasporti, Infrastrutture, Turismo e Commercio ha annunciato che “Abbiamo pubblicato un bando con il quale destiniamo tre milioni di euro a fondo perduto per la sanificazione e la sicurezza di alberghi, campeggi, stabilimenti termali e pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande”. Lo comunica Fuoriporta.org, il portale dedicato ai borghi e alle tradizioni italiane. Ma non è la sola regione che si è mossa.
Regione Vicina è il pacchetto della Regione Lazio che mette a disposizione 20 milioni, a fondo perduto, al turismo. Consigliamo l’approfondimento al nostro articolo, dove trovate la registrazione completa della conferenza stampa di Nicola Zingaretti. Il plauso di Necci va anche all’assessore Giovanna Pugliese, deleghe Turismo e Pari Opportunità, per aver ascoltato la categoria.
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