Cronaca

Long Term Care, un aiuto concreto

Long Term Care, un aiuto concreto per tutelare sempre la nostra autonomia. L’AssiCuraTime.

Nel nostro primo e scorso appuntamento d’esordio online di mercoledì 22 aprile con l’AssiCuraTime, sulla WebRadio SenzaBarcode, abbiamo trattato della piramide assicurativa evidenziando la più corretta e doverosa, seppure ancora purtroppo poco diffusa e sentita, necessità di porre un focus di prioritaria attenzione ed attivazione sulla protezione della propria persona e conseguentemente anche dei personali affetti ed averi.

Protezione, la quale ricordo, è fondamentale sia compresa e scelta, abbracciata a base dell’imprescindibile possibile sostegno per l’avveramento e la prosecuzione di importanti progetti di vita specie se a lungo termine.

In tal nostro secondo interloquire parliamo invece e proprio di non autosufficienza e della detta opportunità di tutelarsi al proposito, così da proteggere il futuro di ciascuno di noi e dei relativi cari con un aiuto concreto. Scegliere oggi l’indipendenza di domani è infatti possibile grazie alla Long Term Care, tutela per vivere serenamente un presente ricco di attività ed un futuro pieno di programmi da realizzare pur nelle situazioni più complicate e difficili.

Questo acquisire consapevolezza e muoversi con coscienza per non farsi cogliere impreparati da non più rimediabili eventi funesti, occorrente dovere in quanto i numeri attuali della non autosufficienza in Italia sono, già, ingenti.

Si contano effettivamente più di 3 milioni di persone non autosufficienti

cifra destinata a crescere rapidamente con l’incremento della vita media: tra trent’anni gli over 80 saranno circa 8 milioni ovvero 5 milioni in più rispetto al 2020 ed i non autosufficienti stimati intorno a 5 milioni. E chi a curarli, quali gli oneri? Sono 8 milioni i familiari che, principalmente per motivi economici, assistono i non più autonomi genitori e coniugi oltre a 1 milione di badanti, per un totale di 13 miliardi di euro annui spesi dagli italiani per l’assistenza protratta nel tempo con notevoli impatti sui bilanci e sui risparmi dell’intero nucleo famigliare.

Procediamo ora con ordine, sottolineando e sviscerando i salienti termini chiave e nodi cruciali per comprendere a pieno la rilevanza d’avere una copertura assicurativa che offra un’integrazione economica per tutta l’esistenza in caso del più volte citato imprevisto.

Non autosufficienza che ha molteplici possibili definizioni

inabilità, invalidità, handicap, disabilità, etc. – ma che sempre fa riferimento ad una persona alla quale viene diagnosticata una situazione patologica di natura funzionale che limita o persino impedisce la normale vita di relazione, sociale e lavorativa e che fa riferimento alla capacità di svolgere autonomamente o meno funzioni essenziali del quotidiano che a breve verranno specificate.

Quando si parla di non autosufficienza si tende spesso a far riferimento a prestazioni pubbliche e pensionistiche che tutelano e derivano dalla pensione d’invalidità o di inabilità. Invalidità qual perdita permanente, definitiva ed irrimediabile, in misura parziale di almeno 2/3 o totale, della capacità generica dell’Assicurato a svolgere qualsiasi lavoro proficuo indipendentemente dalla sua professione. Inabilità invece quale perdita anch’essa irreversibile, pari o superiore al 74% o del 100%, della capacità dell’Assicurato di dedicarsi alle proprie occupazioni professionali. Entrambe, invalidità e inabilità, impossibilità a causa di infermità o difetto fisico o mentale dovute a sopravvenuta malattia organica o lesione fisica stabilizzate, comunque indipendenti dalla soggettiva volontà e oggettivamente accertabili.

Ma quali sono dunque le prestazioni previste dalla normativa a favore degli italiani?

Per scoprirlo vediamo alcuni esempi di prestazioni pubbliche. Nel primo esempio ipotizzato, consideriamo la situazione di un avvocato di 45 anni, con 16 anni di contribuzione, sposato e con due figli ed un reddito variabile compreso tra 30000 e 50000 euro annui. In caso di non autosufficienza e qualsiasi siano i suoi introiti, egli avrebbe diritto ad una pensione d’invalidità pubblica pari al 24% del suo reddito e dovrebbe sopperire ad una scopertura del 76% oppure avrebbe diritto ad una pensione d’inabilità pari al 35% del suo reddito.

Vale a dire che dovrebbe far fronte ad una scopertura economica del 65% del reddito.

Proseguendo con un secondo esempio, prendiamo un commerciante di 40 anni, anche lui con 16 anni di contribuzione, sposato e con due figli e con un reddito che varia dai 30000 ai 50000 euro all’anno. In caso di non autosufficienza e qualsiasi siano i suoi introiti egli avrebbe diritto ad una pensione d’invalidità pubblica pari al 14% del suo reddito e dovrebbe sopperire ad una scopertura dell’86% oppure avrebbe diritto ad una pensione d’inabilità pari al 32% del suo reddito. Vale a dire che dovrebbe far fronte ad una scopertura economica del 68% del reddito. In ultimo consideriamo il caso di un dipendente pubblico di 40 anni, pur’egli con 16 anni di contribuzione, sposato e con due figli e con un reddito variabile fra i 30000 e i 50000 euro annuali.

Nell’insorgenza della non autosufficienza e qualsiasi siano i suoi introiti, avrebbe diritto ad una pensione d’invalidità pubblica pari al 24% del suo reddito e dovrebbe sopperire ad una scopertura del 76% oppure avrebbe diritto ad una pensione d’inabilità pari al 50% del suo reddito.

Vale a dire che dovrebbe far fronte ad una scopertura economica del 50% del reddito

I tre esempi appena visti dimostrano che le scoperture che rimangono a carico di una persona colpita da non autosufficienza sono molto elevate.
Continuiamo l’analisi dello scenario di mercato per scoprire quali i costi che gravano ed incidono su una persona colpita da non autosufficienza. L’assistenza domiciliare privata mensile sia diurna che notturna ha un costo compreso tra 1020 e 1378 euro che si differenzia a seconda del livello di specializzazione.

Una badante diurna per non autosufficienti non specializzata costa in totale 1020 euro al mese, una specializzata 1220 euro mentre le cure notturne prestate da non specializzati 1148 euro al mese e da specializzati 1378 euro. Altrimenti in Italia ci sono 12808 strutture mediche disponibili ad accogliere coloro che vengono colpiti da non autosufficienza sparse in tutto il territorio, sebbene al Nord si registri l’offerta più elevata di servizi a carattere socio-sanitario.

Queste strutture complessivamente offrono 424704 posti letto di cui il 75% è occupato da malati con età superiore a 65 anni, 3/4 di questi malati non sono appunto autosufficienti. Il 70% delle strutture sono enti privati e il costo medio ammonta a 1400 euro al mese.

Dopo aver condiviso scoperture e costi a carico di una persona colpita da non autosufficienza

prima di vedere inoltre quali le preoccupazioni maggiori per gli italiani e come si premuniscano al riguardo, è d’obbligo la considerazione riguardante il fatto che, come evidenziato, l’assistenza di una persona non autosufficiente abbia un costo molto elevato se paragonato al reddito medio nazionale mensile pari a circa 1150 euro.

Ecco pertanto come lo scenario a cui fatto riferimento, rilevato dall’Istituto di ricerca socio-economica italiano CENSIS, mostri che i timori di malattie gravi o di poter diventare non autosufficiente siano rispettivamente al 1° posto col 35,9% e al 2° posto col 27% nella classifica delle paure degli italiani. A seguire col 26,6% il timore per il futuro dei figli, col 25,5% per l’inflazione e la situazione economica, col 17,2% della vecchiaia, coll’11,4% per il livello della pensione, col 5,7% per la disgregazione del nucleo famigliare, col 5,2% d’essere vittima di reati, col 5,1% per la situazione abitativa e con il 3,4% per i bisogni assistenziali dei genitori.

E come ci si premunisce in Italia per provare a far fronte alle accidentalità che potrebbero presentarsi? L’83% sostiene che cercherà di risparmiare, l’80,4% che tenterà di assumere comportamenti cauti, il 32,2% ritiene opportuno sottoscrivere polizze danni specifiche ed il 30,4% quelle vita classiche o fondi pensione.

Alla luce di quello finora analizzato, non può non emergere che obiettivo da ottenere debba essere la Long Term Care il cui scopo è la protezione

Long Term Care come risposta alle esigenze del mercato in tema proprio di protezione dalle necessità conseguenti a menomazione dell’autosufficienza non necessariamente dovuta a malattia o infortunio, ma anche a senescenza. Protezione garantita per mezzo della corresponsione di una rendita assicurativa annua vitalizia, ad integrazione della pensione pubblica di inabilità o invalidità, in caso di perdita dell’autosufficienza nel compimento dei precedentemente solo accennati sei atti elementari della vita quotidiana. Farsi il bagno o la doccia, vestirsi e svestirsi, curare la propria igiene, possedere mobilità, avere continenza, bere e mangiare e tutte le altre attività per cui è necessaria l’assistenza di un’altra persona.

Per ciò che riguarda l’accesso alla prestazione assicurativa, essa prevede l’attribuzione di un punteggio nella fase di accertamento della perdita di autosufficienza diverso a seconda della Compagnia assicurativa alla quale ci si affida e perciò per le caratteristiche tecniche della soluzione non farò approfondimenti.

È bene tuttavia informare di quali le caratteristiche comuni della soluzione Long Term Care, valide quindi per tutte le Compagnie poiché regolamentate a livello di Stato e derivati vantaggi ossia detraibilità fiscale del premio pagato per accedere alla tutela e rendita vitalizia in caso di pagamento della tale esente dall’imposta sul reddito delle persone fisiche IRPEF in modo da avere la certezza di poter godere della, intera, prestazione e quindi mantenere l’indipendenza economica e la possibilità di accedere alle migliori cure senza erodere i propri risparmi.

Long Term Care, la sicurezza di assicurarsi lunga vita.

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Giulia Quaranta Provenzano

GQP è nata l’11 luglio del 1989, ad Imperia. Terminato il Liceo Scientifico G.P. Vieusseux di Porto Maurizio IM, la giovane si iscrive all’UNIGE e nel 2011 consegue la Laurea triennale in Filosofia mentre nel 2014 quella magistrale in Metodologie Filosofiche. Appassionata e costantemente dedita già dall’età di 6 anni alla fotografia, Giulia nel 2018 inizia ad essere protagonista di mostre Collettive e Personali ed ottiene altresì il Diploma quale Critica di arti visive e letteraria. Prolifica poetessa, ha scritto inoltre alcuni brevi romanzi, racconti e saggi editi con il CEI, Aletti Editore, Pegasus Edition ed Articoli Liberi. È nel 2019 che l’entusiasta e vulcanica artista per vocazione e missione – consulente assicurativa invece per professione, intraprende un corso attoriale intensivo con il noto Giuseppe Morrone, punto zero grazie al quale finalmente accarezzata una più profonda e totale, inedita, consapevolezza in maieutico stupore. Per curiosità e domande, scrivere a giuliaqp@senzabarcode.it

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