Cronaca

Adhd, Dop e pda. Cosa fare?

Ricevere una diagnosi sul proprio figlio da parte di un medico di ADHD oppure PDA può far cadere nello sconforto.

ADHD (disturbo da deficit di attenzione con iperattività), DOP (Disturbo oppositivo provocatorio), PDA (Evitamento Patologico della Richiesta).

Cercherò brevemente di spiegare le caratteristiche di queste diagnosi e cosa fare per convivere con queste caratteristiche dei nostri ragazzi.
l’ADHD è il livello di attenzione e/o iperattività-impulsività inappropriato rispetto ai livelli di sviluppo presenti prima dei 7 anni. La diagnosi di DOP si applica a bambini che esibiscono livelli di rabbia persistente ed inappropriata.

La PDA è l’evitamento delle richieste quotidiane fatte dagli altri a causa di elevati livelli di ansia quando non si sentono in controllo. È una sindrome spesso associata e/o presente nell’autismo.

Per tutte queste sindromi è importante avere una diagnosi precoce

del DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) che viene stilata dalle UONPIA territoriali (Unità operative neuropsichiatriche dell’infanzia e dell’adolescenza) in collaborazione con i pediatri e i MMG.
Quali accorgimenti possiamo avere con dei ragazzi che presentano queste fragilità?

Prima di tutto dobbiamo pensare che i disturbi non sono legati a scarsa intelligenza o abilità per cui si possono gestire con delle strategie utilizzando le tante attività che sono in grado di svolgere imparando così i metodi giusti per controllarsi.

Dobbiamo capire che infrange le regole perchè presenta difficoltà di autoregolazione e di alterazione emotiva. È inutile quindi colpevolizzarli con affermazioni che iniziano con Tu (Tu mi fai arrabbiare oppure Tu mi fai stare sempre in tensione) ma iniziare con un Io (Io mi preoccupo per te quando ti arrampichi, Io sono dispiaciuta che non mi ascolti…) perchè così il bambino riconosce le emozioni dell’adulto ma non viene responsabilizzato per esse.

Evitiamo di fare confronti con fratelli, amici e parenti

(Tua sorella si sa comportare bene in pubblico non come te…) ma cercare di trovare dei punti di forza nel suo intento per aumentare la consapevolezza e la fiducia in se stesso. Cerchiamo di non svalutare le sue azioni (Guarda che hai fatto, sei un disastro…) ma ricordiamogli che è stata infranta una regola. In questo modo ribadiamo l’esistenza di una regola senza diventare aggressivi e svalutanti.

Le regole devono essere poche, concrete, espresse in modo positivo ed avere sempre un limite temporale (ad esempio: vieni a cena entro 10 minuti). Questo diminuisce molto la loro ansia. Ed infine, importantissimo, dobbiamo rinforzarlo con dei premi se ha avuto un comportamento positivo (basta un semplice bravo, sei stato fantastico!). Ignorandolo se ha avuto un comportamento negativo e sanzionarlo se ha avuto un comportamento pericoloso o disturbante.

Emanuela Fatilli

Emanuela Fatilli nata a Busto Arsizio dove tutt'ora vive, nel 1973 é sposata e madre di due figli Giovanni e Giacomo. Lavora presso l'ospedale di Magenta dal 1996 in qualità di Tecnico di Radiologia. Ha pubblicato il suo primo libro, " La casa infestata che non c'era l'albergo aperto", nell'ottobre del 2018 per la casa editrice milanese "Excogita ". Da settembre 2019 collabora con la WebRadio SenzaBarcode come speaker e autore per il programma Disabilità e Benessere.

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