Intervista alla dottoressa Cristina Panisi
In occasione del 2 aprile, Giornata mondiale sulla consapevolezza dell’autismo, ho intervistato la Dottoressa Cristina Panisi, al microfono di WebRadio SenzaBarcode.
Cristina Panisi è Pediatra presso l’Istituto Sacra Famiglia di Varese, Direttore Scientifico di Spazio Blu Autismo Varese onlus e responsabile del Comitato Scientifico per Uniti per l’Autismo. Oltre al podcast Disabilità e Benessere dove, ogni giovedì alle 21, mi potete ascoltare, vi invito a seguire la nostra ‘maratona Facebook‘ del 2 aprile.
Dottoressa Cristina Pianisi, come è nato il suo interessamento sugli aspetti gastrointestinali correlati all’autismo?
Partendo dalla mia personale esperienza in primis come mamma di una ragazza con autismo, mi preoccupavo inizialmente soltanto della parte puramente educativa, comportamentale.
Poi mi sono accorta che dopo i pasti e le merende mia figlia accusava dei dolori intestinali e ho cominciato ad agire come medico. Ho scoperto tutto un mondo intorno ad una ricerca biologica nell’autismo e di collegamenti tra sistema gastro intestinale e apparato immunitario. Sapendo che più della metà dell’apparato immunitario ha sede nel sistema gastro intestinale ho capito che la mia ricerca doveva insistere su quell’aspetto.
Cinque anni fa poi incontrai Cristina Finazzi e con lei capimmo che dovevamo andare oltre il pacchetto autismo ed indagare i motivi che portavano al dolore delle persone con autismo.
Sapevo però che non si può affrontare la medicina e la ricerca scientifica da soli ma ci vuole collaborazione tra professionisti. Nacque così GLIA Gruppo di Lavoro Interdisciplinare sull’autismo.
Cosa vuol dire fare cultura sull’Autismo? La cultura è l’unico modo che vediamo possibile oggi per migliorarsi. Cosa ne pensa?
Nelle ricerche come dicevo, l’importanza è l’interdisciplinarietà, per cui nel Gruppo di Lavoro ci sono Medici internisti, Neuropsichiatri, Biologi, Medici delle neuroscienze. Il passaggio dalla teoria alla pratica si fa facendo promozione a pediatri e neuropsichiatri che sono sul territorio a gestire i ragazzi con autismo. La ricerca non deve essere un computer nel deserto. La ricerca deve entrare nella pratica attiva. Abbiamo richieste di formazione per cui siamo ottimisti.
Che ruolo hanno le Associazioni in tutto questo?
Le Associazioni dovrebbero essere dei mediatori invisibili cioè la funzione di un’associazione dovrebbe essere di far parlare le persone non dividere. Spazio Blu è stato tra i primi promotori per unire le Associazioni facendosi promotore di Uniti per l’autismo. Siamo stati poi accolti da Sacra Famiglia che era già accreditata per occuparsi di Autismo ed abbiamo cominciato la nostra relazione con Lucio Moderato, Neuropsichiatra e Responsabile dell’Istituto Sacra Famiglia.
Dottoressa Cristina Panisi, che futuro si aspetta per le persone con Autismo?
Io credo si possa auspicare un’alleanza di rispetto tra società civile e persone con autismo, che porti non ad “includere” o “accogliere” termini che mi sembrano più legate ad una “presa in carico” ma a camminare insieme per scoprire le molteplici potenzialità dello spettro autistico che appaiono sempre più essenziali nella nostra civiltà moderna. Ricordando che molte menti geniali matematiche, chimiche e scientifiche appartengono proprio al mondo dell’autismo.