Politica

Regionali: analisi con Barillari e Santori

Davide Barillari e Fabrizio Santori intervengono al microfono di Sheyla Bobba su Disputandum per analizzare le Regionali in Emilia Romagna e in Calabria.

Le elezioni regionali in Calabria e in Emilia Romagna si sono concluse con la vittoria di Stefano Bonaccini (PD) in Emilia Romagna e a quella di Jole Santelli (Forza Italia) in Calabria. Perdono terreno, invece, Lega e, ancora più drasticamente, M5S.

Come vanno interpretati questi risultati? Quali sono le ricadute a livello regionale? E a livello nazionale? Lo abbiamo chiesto sia a Davide Barillari, Consigliere regionale del Lazio del Movimento 5 Stelle che a Fabrizio Santori, dirigente regionale della Lega. Ecco le loro analisi:

Davide Barillari

Si aspettava tali risultati?

Sì, purtroppo. Questi sono gli effetti di un governo con la Lega e poi con il PD che ci ha costretto a perdere noi stessi, i valori del Movimento dei 5 Stelle con i quali ci siamo contraddistinti: onestà, coerenza, intransigenza […].

Posso dire che lei è un ortodosso del MoVimento?

Non so se definirmi un ortodosso. In realtà, sono semplicemente rimasto fedele al mio mandato elettorale […].

Cosa fa più male la Calabria o l’Emilia Romagna?

Credo l’Emilia Romagna, perché c’erano consiglieri regionali che hanno lavorato per una legislatura. Persone che hanno combattuto contro il PD e hanno denunciato Bibbiano, che è un cuore dei rapporti malati del PD […].

Crimi al posto di Di Maio. Come la vede?

Non conta se Di Maio ha sbagliato o meno … se Crimi è più bravo di Di Maio. Conta quello che succederà da oggi a marzo. Vedremo se il MoVimento sarà in grado di rinascere, soprattutto se mandiamo via qualche capetto e ridiamo invece voce alla base attivista, perché la democrazia si fa solo dal basso in alto […].

Parliamo della Carta di Firenze. Quali sono le aspettative per il 2 febbraio?

L’ultimo salvagente che abbiamo per ridare un futuro al MoVimento 5 Stelle. Faremo queste assemblee in cinque Regioni non per creare un nuovo partito. Non per distruggere, bensì per costruire; per dare voce a tutti gli attivisti che sono delusi, rassegnati, stanchi […]. Non voglio dopo 10 anni buttare tutto al macero e far finta sia stato un bel sogno finito.

La Carta di Firenze è l’ultimo tentativo per affrontare i problemi veri, quelli interni: i rapporti con Casaleggio, il ruolo del capo politico, il tema della democrazia diretta

In Regione Lazio la Carta di Firenze è il riflesso delle elezioni regionali dell’Emilia e della Calabria, visto che il segretario del Partito democratico è anche il Governatore della Regione Lazio. Cambia qualcosa?

Seconde me, adesso si riapre un nuovo scontro nella Regione Lazio, perché lì c’è il cuore dell’impero del PD, lì abbiamo Zingaretti che non è mai in aula. Le persone del MoVimento 5 Stelle che sono vicine al Pd dovranno riflettere se ha veramente senso scioglierci dentro il PD oppure fare la nostra opposizione e denunciare tutto sulle malefatte che ogni giorno vediamo. E fare il nostro dovere […].

Quali sono i prossimi passi della Regione Lazio per la sanità, l’editoria, per la comunicazione ?

I prossimi passi sono, in Sanità, fermare il tentativo di Zingaretti di creare un Ente regionale […] si chiama “Azienda Zero” e lì vedremo chi fa veramente opposizione o chi, invece, farà finta di niente. Inoltre, in aula stiamo affrontando il “Collegato al Bilancio”che sarà un luogo di spartizione di tante marchette elettorali. Anche lì vedremo di bloccare questa deriva e fare un discorso a vantaggio dei cittadini.

Sintonizzati con la nostra Web Radio per ascoltare l’intera intervista:

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Fabrizio Santori

La Lega ha perso completamente oppure ha ottenuto un buon risultato?

Il risultato è stato straordinario. Un 31% alle elezioni in Emilia Romagna era, fino a qualche mese fa, impensabile. Con una coalizione che ha preso oltre un milione di voti in Emilia Romagna che è il fortino rosso per eccellenza. In Calabria la Lega è il primo partito del centro-destra e in alcuni collegi della Calabria stessa. Quindi anche lì si è vinto[…].

Abbiamo un profilo, sotto il punto di vista delle regionali, che vede il centro-destra notevolmente in vantaggio […]. Qualche anno fa il rapporto era sedici regioni rosse al centro-sinistra contro tre. Adesso siamo in una situazione quasi inversa con tredici regioni governate dal centro-destra. Da quando Salvini ha preso in mano la Lega i risultati si sono visti non solo al Nord, ma anche al centro sud […].

È evidente che in Emilia Romagna ci aspettavamo una vittoria rispetto a tutto quello che è accaduto con le questioni di Bibbiano e rispetto anche a tutte le tematiche nazionali che riguardano questo Governo M5S-PD che è totalmente scollato dalle realtà territoriali […].

Si parte con un’analisi riferita a quello che accade in Parlamento, quindi con una fotografia al voto del 2018 e a quello che è accaduto in questi anni. In primis, alle Elezioni Europee del 2019 dove gli italiani hanno dichiarato, in maniera puntuale, da chi vogliono essere governati. Eppure stiamo andando avanti con un Governo che ha il M5S come primo partito in Parlamento, ma che è quasi azzerato su tutti i territori […].

Quindi, la palla, adesso, passa a Mattarella. Il Presidente della Repubblica deve, a mio avviso, fare un analisi molto semplice: da una parte la Costituzione permette che ci siano governi formati da numeri parlamentari, ma dall’altra, la volontà popolare è tutt’altra […]. Anche il Partito Democratico è un partito che in Emilia Romagna ha perso 10 punti percentuali rispetto al 2014 e che non ha voluto sul suo territorio il proprio leader, cioè il Segretario Zingaretti […].

È il Presidente della Repubblica che deve interrogarsi su tutto questo

Il Pd senza le Sardine non ce l’avrebbe fatta? O sbaglio?

Non c’è dubbio su questo, se andiamo ad analizzare i voti e non le percentuali. Bonaccini prende un milione e 195mila voti e Lucia Borgonzoni un milione e 14mila voti. Stiamo parlando una differenza di 180.000 voti soltanto, con una Lega che fa da padrona, con il il 32%, ossia 690mila voti […].

Il Pd è stato aiutato da realtà esterne e lo stesso Bonaccini non ha voluto Zingaretti in campagna elettorale proprio per la paura di perdere voti. Il confronto è stato con un centro-sinistra che ha cercato di prendere i voti che fuoruscivano dal M5S. Stiamo parlando di una modalità di fare politica senza competenza, con risposte a vanvera, senza attenzione ai reali problemi. Mi viene in mente l’ultima del leader del movimento delle Sardine, su un programma La7, in cui chiedevano della prescrizione e lui parlava dei bambini autistici […].

Nell’arco della situazione generale, verificando quello che è accaduto rispetto anche al punto di partenza, vedo che si ha uno straordinario risultato, fermo restando che i calabresi hanno scelto con forza e determinazione il cambiamento. E lì si è intravisto.

Alla luce di questi risultati, cosa può succedere a livello del Governo e della Regione Lazio? Ci saranno matrimoni strani in Regione Lazio e anche nelle prossime regioni che vanno al voto nel 2020?

Intanto, il matrimonio strano c’è stato in Umbria e i risultati sono stati pessimi. L’alleanza M5S e PD in una regione in cui il M5S aveva denunciato e fatto arrestare gli esponenti del PD e che poi durante la campagna elettorale si sono alleati. Il popolo umbro ha compreso perfettamente che era un’alleanza strategica e quindi ha punito la coalizione e ha vinto il centro-destra. Il matrimonio strano già c’è stato, quindi.

ll M5S ha deciso, poi, di tornare sui suoi passi, fermo restando che il loro leader Di Maio si è dimesso poco prima del voto. Secondo me, ci sono delle faide interne molto forti che si stanno riscontrando sul relativo consenso che ha il M5S e che è sempre più in perdita.

Secondo me, il PD ha compreso che il M5S sta morendo e se li tiene al governo per occupare posti di potere. Con i voti del 2018 la gente aveva percepito un cambiamento passando per lo stesso M5S, ma poi si è resa conto che tutto questo non era vero. Il PD li tiene al Governo, ma sui territori continua ad andare da solo, perché sta drenando quei voti che a sinistra ci sono sempre stati e che erano passati temporaneamente al M5S, ma ora stanno tornando nella Casa Madre, perché i cittadini dicono “se devo votare una copia, allora voto l’originale”.

Quindi, secondo me, non ci saranno matrimoni di questo genere, ma appoggi esterni quando possibile, perché arriveranno delle pressioni a livello di governo nazionale. Parlo, naturalmente, della Regione Lazio, dove Zingaretti andrà avanti sempre avendo dei numeri di consenso esigui per effettuare sopratutto le manovre di Bilancio.

La Lega è tra i consiglieri regionali del Lazio, quindi è cresciuta notevolmente; ha un gruppo forte che sta pressando costantemente Zingaretti che, però, in Regione non c’è mai […]

Vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni, perché l’unico tema è questo: Zingaretti e il PD non vogliono andare al voto, perché stanno occupando posti di potere. Renzi ancora non è pronto, ha formato da poco un partito che stenta a decollare. Quindi l’unica questione è quello che accadrà all’interno del M5S […].

Vediamo cosa accadrà in questo periodo. Noi ci siamo come Lega. Andiamo avanti con le nostre battaglie. Crediamo che un governo del centro-destra possa realmente cambiare questo Paese, soprattutto sotto il profilo fiscale, della sicurezza, delle tematiche a monte della chiusura dei porti, sui rapporti con gli altri paesi esteri […].

Sintonizzati con la nostra Web Radio per ascoltare l’intera intervista:

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Ada Aliprandi

Laureata in Filosofia presso l' Università "La Sapienza". Ha studiato Biologia presso Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali di Firenze. Blogger e curatrice del podcast "Il Poeta e lo Scienziato"

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