Cronaca

Prescrizione. Maratona oratoria di UCPI

L’ Unione Camere Penali italiane, dal 2 al 7 dicembre, porterà centinaia di avvocati in Piazza Cavour per una Maratona oratoria per la verità sulla prescrizione.

Cos’è la prescrizione? Basterebbe dire che è un nostro diritto per comprendere quanto è grottesca la proposta di abolirla. L’avvocato Paola Savio, del foro di Torino, membro della giunta del UCPI – Unione camere penali italiane – fa un esempio assolutamente calzante su cosa significa eliminare la prescrizione. Sarebbe come vivere un’intera vita da precario, senza poter pianificare un futuro, senza sapere nulla del proprio futuro, non padroni del proprio futuro.

Dal 2 al 7 dicembre, per merito di un’idea di Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere Penali, centinaia di avvocati penalisti, per 11 ore al giorno dalle 9 alle 20, si alterneranno a Piazza Cavour davanti al “palazzaccio”, così comunemente chiamato dai Romani, il Palazzo di Giustizia, per parlare della verità sulla prescrizione.

Fine processo mai, dice il Partito Radicale

e così ripete dai microfoni di Radio Radicale fin dai primi giorni in cui è stata ventilata la proposta del Ministro Bonafede sull’abolizione di questo strumento. Così ribadisce l’avvocato Fabio Frattini del foro di Tivoli e il suo collega l’avvocato Carmelo Occhiuto che, come l’avvocato Savio, sono membri della giunta dell’Unione e intervenuti al microfono della Web Radio SenzaBarcode per spiegare agli ascoltatori, specialmente ai meno addentro a questioni legali, processi, aule di tribunali e “avvocatese”, di cosa stiamo parlando.

“Lo Stato perde il suo interesse ad eseguire una pena in ragione del tempo trascorso dal fatto di reato” . Così l’avvocato Paola Savio nello spiegare la funzione della prescrizione. “Ci sono stati molti autori, nel corso del tempo, dei grandi Giuristi, che hanno affermato un concetto molto importante, cioè che l’estinzione del reato per prescrizione ha il suo contraltare la ragionevole durata del tempo trascorso … tra il reato commesso e il momento della decisione” e continua “il trascorrere del tempo comporta che il soggetto che si è reso responsabile, o si presume responsabile, in un dato momento storico, potrebbe arrivare al processo dopo notevole distanza di tempo. Significa che potremmo trovarci di fronte una persona molto diversa, che può essersi rifatta una vita, che ha completamente lasciato alle spalle il passato …”

“A Piazza Cavour, dal 2 al 7 dicembre

tanti, tantissimi avvocati, che arriveranno da ogni parte d’Italia dalle isole, dal nord come dal sud, si avvicenderanno per portare le loro esperienze professionali e raccontare la storia vera, su quello che potrà accadere dal momento stesso in cui sarà cancellata la prescrizione dopo la sentenza di primo grado” spiega l’avvocato Fabio Frattini del Foro di Tivoli. “Lo faranno raccontando le loro esperienze, le esperienze dei loro assistiti… La testimonianza che vuole essere data a tutti i cittadini, a tutti coloro che vorranno ascoltare questi avvocati, per rappresentare quello che potrà essere il disastro dal primo gennaio 2020. Un passo indietro incredibile nella civiltà giuridica del nostro paese”.

Da Patti, Sicilia, interviene il penalista Carmelo Occhiuto che ribadisce che la prescrizione è  “un istituto messo nell’interesse dei cittadini. Negli anni anche noi difensori non abbiamo più gli stessi strumenti che potevamo avere nell’immediatezza del fatto, o entro qualche anno, perché per un processo… di quelli semplici, di 2-3 anni di reclusione, quelli non complicati, verranno chiamati dopo 10,12 o anche 15 anni dai fatti. E quindi non soltanto il soggetto è diverso, ma neanche la difesa ha la possibilità di far valere determinate prove o determinati documenti”. 

Occhiuto conclude la sua intervista in modo agghiacciante

ma assolutamente consono e adatto “quindi non è vero che il processo, con la modifica Bonafede – Ministro della Giustizia – si conclude prima perché gli avvocati non faranno gli appelli, non è vero! L’avvocato lo deve fare per forza l’appello. È l’imputato che soffre perché non viene mai più deciso, e allora tutte le volte, come nell’esempio che ho fatto prima, passa la Polizia tanto passa che l’imputato poi muore. Perché gli verrà un colpo“.

Consiglio vivamente di seguire le interviste

aiutano realmente a capire come questo meccanismo potrebbe portare ognuno di noi a vivere nell’incubo di non sapere cosa sarà della propria vita. Personalmente mi fa paura uno Stato che può decidere di sottrarmi la prospettiva del futuro, uno Stato che mi può terrorizzare per  tutta la vita.

Ringrazio i tre avvocati che si sono prestati a questa intervista, ringrazio la nostra Simona Giannetti, anche lei avvocato penalista, che con la sua trasmissione “Il giudice di Pinocchio” in onda ogni venerdì alle 21 sulla Web Radio SenzaBarcode, ci avvicina al Diritto, alla ricerca di uno Stato di Diritto. Ringrazio l’Unione Camere Penali e il presidente Caiazza per la Maratona oratoria che vuole verità sulla prescrizione, dal 2 al 7 dicembre dalle 9 alle 20 in Piazza Cavour a Roma.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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