Acea: ricorso infondato e che va respinto
Comitato Difesa Lago di Bracciano: “Sentenza storica che pone fine ad arroganza Acea”. Il commento alla sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche “Ricorso infondato e che va respinto”.
La sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche n.167 del 2019 dà soddisfazione alle istanze dei cittadini del lago di Bracciano e al Comitato Difesa Lago di Bracciano che si sono mobilitati a salvaguardia del proprio ecosistema contro gli indiscriminati prelievi Acea che hanno modificato l’habitat lacustre.
Una vittoria che sottopone da oggi ad autorizzazioni ogni nuovo ulteriore prelievo da parte della multiutility. Accolte molte delle tesi del pool, che ha operato del tutto volontariamente, di avvocati del Comitato Difesa Lago di Bracciano e in gran parte riprese dai legali delle istituzioni del lago e portate dinanzi ai giudici del tribunale speciale. Un plauso particolare va all’avvocato Simone Calvigioni, sempre in prima linea in questa battaglia con competenza e passione. Un plauso anche ai suoi colleghi Francesco Falconi, Mario Lepidi e Marco Marianello.
La sentenza è il frutto del fronte comune contro Acea
che in modo del tutto spregiudicato a nostro avviso ha trattato una risorsa naturale come una semplice pozza da cui trarre acque e fare profitto. La sentenza stigmatizza inoltre il ruolo della sindaca di Roma Virginia Raggi che in questa battaglia ha preferito schierarsi con Acea che le assicura il 51 per cento degli utili presentando un ricorso ad adiuvandum travolto anch’esso dalla sentenza.
Significativi alcuni passi della sentenza sulle responsabilità oggettive di Acea. Al riguardo la sentenza che verrà da noi depositata alla Procura della Repubblica di Civitavecchia dove è ancora pende un procedimento avviato su nostra denuncia e su quella dell’ex deputato ed oggi consigliere regionale Emiliano Minnucci.
“Si ricava che le captazioni Acea – sentenzia il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche – hanno influito sull’abbassamento del lago”. Significativo inoltre il valore dell’articolo 164 del Testo Unico n. 152/2006 che il pool di avvocati, non a caso, ha individuato come normativa chiave in questa vertenza. Si tratta di un articolo che salvaguarda gli equilibri naturali rispetto a possibili captazioni in aree protette.
La Sentenza del Tribunale Superiore delle Acqua Pubbliche ad avviso del Comitato è una sentenza storica
che pone finalmente fine all’arroganza di una spa rispetto alla tutela di un ecosistema, vero fulcro dell’economia locale.
Nel ringraziare le istituzioni e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti riteniamo che questa sentenza indica la necessità per il futuro di una gestione il più possibile condivisa del lago di Bracciano, cosa che il Contratto di Lago appena avviato sta cercando di fare.
Il Comitato – che ha dimostrato di riuscire a riunire le istituzioni del lago in un’azione comune che è stata sicuramente motivo del successo ottenuto – ribadisce inoltre la necessità di una legge regionale sulle autorità di bacino e la restituzione al lago delle acque reflue del depuratore ex Cobis opportunamente trattate, condizioni, entrambe, poste alla base della nostra adesione al Contratto del Lago di Bracciano.
Ringraziamo infine i singoli cittadini che si sono mobilitati sostenendo questa battaglia a tutela della risorsa Lago di Bracciano.