Long Life Welfare. Volontariato e autotutela
Giunge a conclusione il progetto Long Life Welfare: formati oltre 500 italiani e immigrati. “Chi ha più conoscenze può farsi valere meglio e, a livello socio-previdenziale, tutelare in maniera più adeguata i suoi diritti”.
Questa, secondo Mohamed Saady presidente dell’Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere (ANOLF), è la motivazione per cui, con il coinvolgimento di un’associazione di volontariato (ANTEAS) e di un Centro Studi e Ricerche specializzato sul fenomeno migratorio (IDOS), ANOLF ha proposto alla Fondazione con il Sud l’ambizioso progetto che ora si chiude.
Il titolo del progetto, Long Life Welfare, indica che con la sicurezza sociale si ha a che fare dalla nascita alla morte. Ma se l’ambito di applicazione è così vasto, non lo è altrettanto la capacità di cittadini e lavoratori di avvicinarsi ad essa, a causa della complessità normativa, della sostituzione da parte degli istituti previdenziali dei contatti diretti con gli assicurati con quelli a distanza via internet, della farraginosità dei formulari e, nel caso degli immigrati, di una non perfetta conoscenza della lingua.
Il progetto non ha avuto la pretesa di trasformare gli iscritti al corso in esperti previdenziali
ma ha dato loro una visione d’insieme dell’impianto normativo e amministrativo del settore, così da poter ricorrere, in caso di dubbio, a chi può essere d’aiuto.
A tal fine, è stata sempre segnalata l’importanza di rivolgersi al patronato INAS-CISL e agli altri patronati e/o sindacati, nonché agli uffici competenti che fanno capo ad altre associazioni di lavoratori, dei quali i corsisti hanno ricevuto un ampio indirizzario differenziato per regione. Si tratta di migliaia di uffici, sparsi su tutto il territorio nazionale e ben diffusi anche nel Meridione, che dispongono di operatori specializzati, sono in grado di orientare nelle decisioni da prendere e possono portare avanti la pratica per conto degli assistiti. Un’opportunità da valorizzare, ma che purtroppo molti ancora non conoscono.
Un altro punto di merito del progetto Long Life Welfare è stato il superamento di 500 iscritti alla formazione a distanza, i quali hanno potuto fruire di lezioni in video, completate da accurate schede esplicative e da ulteriori materiali di studio finalizzati a facilitare l’apprendimento da parte dei corsisti.
L’incontro conclusivo del 17 luglio a Roma
incoraggiato da questi precedenti positivi, porrà in risalto la necessità di andare avanti con le iniziative di formazione alla base, ravvivandole con apporti innovativi.
Secondo Luca Di Sciullo, presidente di IDOS, “i dati statistici e le proiezioni attestano che le prestazioni previdenziali incideranno sempre di più sui bilanci personali e delle famiglie”, mentre secondo Sofia Rosso, presidente di ANTEAS, “in un contesto sempre più tecnicizzato e burocratizzato, la capacità di trovare volontari formati assicura quel tocco di umanità di cui si sente la mancanza”.
L’incontro di Roma riprenderà e approfondirà questi spunti con l’auspicio che iniziative simili non rimangano isolate.
Scarica il programma del convegno finale del progetto “Long Life Welfare. Il volontariato a supporto della tutela e dell’autotutela” che si terrà a Roma, in via Po 21, il 17 luglio 2019 alle ore 9.00.