Criptovalute verso l’implosione: l’andamento sui mercati
Il 2018 è stato l’anno delle criptovalute: sono state loro le protagoniste del settore finanziario economico anche se con tendenze molto differenti.
Si era partiti alla grande, ad inizio 2018, con un record mondiale da festeggiare: ovvero, la valutazione incredibile del Bitcoin, criptovaluta più nota, che era arrivata a sfiorare i 19mila dollari di valutazione. Pensate alla soddisfazione di chi, qualche mese prima, aveva acquistato le criptovalute per poche centinaia di euro.
Lo stesso anno, il 2018, si chiude con una tendenza diametralmente opposta, ovvero una sorta di crollo delle monete virtuali sui mercati: si parla di nuove forti perdite che mettono un grande punto interrogativo sul settore complessivo da qui ai prossimi mesi. Avrà ragione chi aveva parlato, nei mesi scorsi quando si stava sulla cresta dell’onda, di bolla speculativa prima o dopo destinata ad esplodere?
A giudicare le ultime settimane, consultando i grafici di andamento, c’è poco da stare sereni:
ci hanno provato, soprattutto Bitcoin, Ethereum e Ripple, ovvero il tris delle monete virtuali più note ed acquistate sui mercati, ad alzare la testa; ma alla fine il tentativo di risalita è durato veramente poco e si è assistito ad un ribasso sostanziale di prezzi per le tre criptovalute che negli ultimi mesi avevano da solo tirato la carretta in materia di capitalizzazione del settore. Capitalizzazione che comunque è crollata, andando più che a dimezzarsi rispetto ai 350 miliardi complessivi di un anno fa: ad oggi si parla di 120 miliardi di capitalizzazione per il settore delle monete virtuali.
Per capire ancora meglio la portata di questa discesa basti focalizzarsi sui Bitcoin: la criptovaluta per eccellenza, quella che come dicevamo, un anno fa era arrivata a valere 19mila dollari. Ebbene oggi il valore sul mercato del Bitcoin è di 4mila dollari: gli investitori che hanno puntato sui massimi, colti magari da una ondata di euforia a seguito di quella salita che sembrava destinata a non fermarsi mai, hanno oggi un passivo dell’80%.
In sostanza quanto sta accadendo nelle ultime ore sembrerebbe dare ragione a chi ha sempre sostenuto che le monete virtuali erano una bolla speculativa destinata prima o dopo ad esplodere
Dall’altra parte c’è chi ricorda che pur essendo crollata, la quotazione resta pur sempre più alta di 4 volte rispetto a quella di due ani fa, ovvero inizio 2017: allora il Bitcoin, prendendo sempre lui come esempio, si acquistava a 1000 dollari. Oggi dopo un crollo verticale ne vale comunque 4mila. Dove sta la verità? Come sempre non è facile a dirsi quando si parla di questioni economiche finanziarie. Solo il tempo fornirà una risposta definitiva su questi strumenti.