Musica classica in carcere.Viterbo apre a Beethoven
La musica classica entra in carcere. Venerdì 9 novembre alle 15.30 la sala teatro della casa circondariale di Viterbo ospiterà “Musica senza confini”.
L’iniziativa è promossa dall’istituto, in collaborazione con il Viterbo Touring Club italiano e l’”Associazione Muzio Clementi”. Una scelta che punta sulla crescita culturale dei detenuti, per il direttore del penitenziario, Pierpaolo D’Andria: “Il 75-80% delle persone recluse nella nostra casa circondariale sconta una condanna in via definitiva – sostiene –. Pertanto, cerchiamo di sostenere, attraverso la collaborazione con la comunità esterna, attività rieducative che garantiscano un’occupazione costruttiva del tempo. Abbiamo deciso di puntare su lavori manifatturieri e di sartoria, oltre che sull’istruzione: disponiamo, infatti, di spazi dedicati a corsi scolastici e di formazione”.
Ed è in questo contesto che si inserisce la musica: “All’interno della casa circondariale di Viterbo – prosegue D’Andria – si ascoltano prevalentemente brani popolari e rock, tuttavia all’evento hanno chiesto di partecipare oltre 500 detenuti: la scelta di puntare sulla classica li sta incuriosendo”. Conoscenza, cultura e lavoro: questa la ricetta a sostegno del principio rieducativo alla base della pena.
La musica come strumento di emancipazione e di confronto anche con chi non vive quotidianamente la realtà del carcere:
all’iniziativa parteciperà un numero ristretto di esterni appassionati delle sinfonie di Beethoven. “Una decisione adottata di comune accordo con la direzione dell’istituto – chiarisce Vincenzo Ceniti, console Viterbo Touring Club italiano –. Riteniamo doverosa la presenza della comunità viterbese in quegli ambienti in cui si vive una situazione di disagio, promuovendo uno scambio con persone che non vanno giudicate per il loro passato.
Il dialogo è sempre un’occasione di crescita, per questo motivo abbiamo dato il nostro sostegno”. A eseguire i brani sarà Sandro De Palma, direttore artistico dell’”Associazione Muzio Clementi”, che motiva così la scelta di puntare su Beethoven: “La produzione del compositore tedesco è incentrata su un messaggio di libertà e riscatto che colpisce l’attenzione dell’ascoltatore, basti pensare all’Inno alla gioia. Proporrò ai detenuti una lezione-concerto, così da avere la possibilità di spiegare il senso delle melodie che verranno suonate al pianoforte.