Gambling legale su internet. L’Italia e il gioco d’azzardo
L’Italia del gioco d’azzardo si trova di fronte a una nuova svolta. Soltanto un decennio dopo la decisione, a suo modo storica, di legalizzare il gambling su internet, il Paese torna sui suoi passi e decide di contrastare la filiera.
Lo farà con il Decreto Dignità, e con la sua sezione dedicata all’industria del betting. La pubblicità e la sponsorizzazione saranno vietate per le aziende appartenenti al settore, con tutte le conseguenze economiche e sociali implicate nella decisione. “Se da un lato si rischia di danneggiare non solo le scommesse stesse, ma anche tutti gli sport e gli eventi che ne traggono vantaggio, dall’altro è ipotizzabile una diminuzione del volume di gioco in Italia. Almeno a livello teorico”, come si legge sulle colonne di Slot Palace.
Negli ultimi anni la crescita del gioco d’azzardo nel nostro Paese è stata esponenziale
Pochi anni fa la raccolta complessiva non superava i 76 miliardi di euro, nel 2017 è arrivata a 96 miliardi. Di questi, ben 10 entrano nelle casse dello Stato e 9 finiscono alle aziende e a chi espone slot machine nei propri negozi. Tutte cifre che verranno sicuramente ridimensionate dalla nuova legge, che ha come obiettivo principale proprio la riduzione del volume di gioco. Con una grossa botta all’online, il segmento che avrebbe maggiore necessità di pubblicizzarsi per raggiungere le nuove generazioni e chi non ha ancora scoperto i suoi vantaggi rispetto al terrestre. Il timore principale è comunque per i posti di lavori, visto che con i tagli preventivati dovrà calare il numero di 120.000 lavoratori conteggiati nell’industria.
L’altro lato della medaglia è costituito dalla ludopatia, il raptus del gioco che colpisce chi proprio non riesce a fermarsi. La Fondazione Bruno Visentini ha elaborato alcuni dati statistici basati sulle risposte di cittadini italiani maggiorenni di età fino ai 75 anni. Dalla ricerca effettuata, è emerso che il 41% può essere considerato consumatore del settore, circa 25 milioni di italiani. Tra di loro, il 23% possono essere considerati sporadici, il 9% occasionali, il 6% abituali e circa il 3,3% quotidiani. Si calcola che lo 0,8% dei giocatori riscontri un problema di gioco d’azzardo patologico, un numero comunque relativamente significativo, che il nuovo governo si propone di abbattere.
Infine non va sottovalutata la portata della manovra per il comparto legale
L’impegno nella promozione dell’azzardo legale ha occupato lo Stato negli ultimi anni, con l’istituzione di AAMS e il blocco di centinaia di siti “.com”. Bloccare la pubblicità rischia di ridimensionare l’informativa relativa all’azzardo, oltre a rilanciare le scommesse clandestine. Con il pronosticabile fuggi fuggi delle diverse aziende legali, i giocatori locali potrebbero affidarsi a chi in passato ha tratto molto vantaggio dalle scommesse sottobanco: le mafie locali. Il rischio è vanificare quanto di buono fatto negli ultimi anni, almeno nella prevenzione di una nuova proliferazione di attività di questo genere. Tutti questi elementi saranno al centro delle discussioni che si avranno quando arriverà il momento di tirare le somme sul Decreto Dignità, un argomento che per qualche mese ha infervorato il cuore degli italiani.