Cronaca

Fabrizio Moro accende lo Sferisterio di Macerata

Ieri sera, giovedì 16 agosto, a Macerata, Fabrizio Moro ha riempito lo Sferisterio di musica, parole ed energia, accompagnato dalla sua band.

Archiviata una stagione lirica di grande successo, e con qualche immancabile polemica, l’Arena Sferisterio è entrata nel vivo della sua programmazione pop. Ieri sera è stato il turno del Tour 2018 di Fabrizio Moro, che con la sua band ha travolto uno Sferisterio gremito. Il pubblico ha potuto apprezzare una scenografia molto pulita, che ha posto l’accento sul luogo in cui si è svolto il concerto. Abitualmente Fabrizio Moro per i suoi concerti si serve di grandi schermi, posizionati alle sue spalle, su cui scorrono spezzoni di video ed immagini che accompagnano i brani. In questa occasione sono state invece le luci, insieme alla location, le uniche a fare da cornice. Moro, grazie alla sua presenza scenica, ha catturato immediatamente gli spettatori.

Gesti, salti, incitamenti, ogni cosa appare naturale e mai forzata, né fuori luogo. Un’energia incontenibile, capace di veicolare messaggi profondi e testi mai scontati. Molto toccante il momento in cui, all’apertura del concerto, Fabrizio Moro ha preso la parola facendo un brindisi a Pamela Mastropietro, la ragazza romana uccisa proprio a Macerata. Il cantautore ha dedicato a lei lo spettacolo di ieri sera. Pamela era una grande fan di Fabrizio e non perdeva mai un suo concerto. Intenso anche il ricordo di Stefano Cucchi e di sua sorella Ilaria, donna forte e decisa a scoprire tutta la verità sulla tragica fine di suo fratello.

Il cantautore ha dedicato alla storia di Stefano, Fermi Con Le Mani, brano che racconta tutta l’ingiustizia subita da un ragazzo ucciso dallo Stato

Anche Pensa, pezzo con cui Fabrizio ha partecipato a Sanremo nel 2007, ieri sera ha avuto un sapore diverso. Mentre ne riecheggiavano le ultime note, il cantautore romano ha guardato in alto, indirizzando un bacio al cielo. Il pensiero della platea è corso subito a Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso dalla mafia, e scomparsa in questi giorni, dopo una lunga malattia. La donna partecipò anche alle riprese del videoclip di Pensa. Un crescendo di emozioni, in un’alternanza di brani recenti e altri che fanno parte della storia del cantautore. Una scaletta capace di ricostruire tutta la carriera di Fabrizio Moro, dagli esordi ai momenti in cui, intorno al 2011, le case discografiche non erano più interessate a lui.

Anni in cui l’artista ha lavorato come autore, scrivendo brani indimenticabili come Sono Solo Parole, portato al successo da Noemi e ripreso dallo stesso Moro nell’ultima raccolta pubblicata, Parole Rumori e Anni. Il clima dentro allo Sferisterio è quello di una grande festa, fatta anche di valori e ideali condivisi. Tanti i cori e le acclamazioni che si levano dalla platea, sia per Fabrizio Moro che per i membri della band. In particolare il chitarrista Roberto Maccaroni, Lo Sceriffo, è molto conosciuto e apprezzato dai fan del Moro, grazie alla sua bravura, disponibilità e simpatia. Doti e valori che fanno parte anche degli altri componenti del gruppo, che insieme a Fabrizio formano una splendida famiglia artistica.

A chiudere lo spettacolo c’è Pace, brano contenuto nell’omonimo album del cantautore, pubblicato nel 2017

Al termine Fabrizio Moro si concede ai suoi fan. Registra un video per un ragazzo malato e scatta un selfie di gruppo con il suo pubblico e i suoi musicisti. Terminano così due ore volate via in fretta, che lasciano un bel carico di vita e adrenalina, e una gran voglia di assistere alla prossima data del tour. Prosegue infatti la lunga serie di concerti per Fabrizio Moro, che questa sera, 17 agosto, sarà a Gaeta. Il 18 agosto si esibirà a Pescara e il 20 ad , per recuperare la data saltata a causa del maltempo. Per conoscere tutte le altre date basta collegarsi alla pagina Facebook ufficiale dell’artista.

 

Giuseppina Gazzella

Classe 1984, marchigiana di nascita, cittadina del mondo per natura. Scrive e canta con la consapevolezza, la voglia e la pretesa di fare meglio ogni giorno, e di crescere sempre, perché sentirsi arrivati equivale all’essere morti.

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