Movimento spettacolo dal vivo. Lotta al FUS
Il FUS, fondo unico per lo spettacolo è il vero motore dello spettacolo dal vivo, musica danza teatro e circo. Con un colpo di coda, il Governo uscente, ha incerto il futuro di molte realtà storiche.
Si chiama Movimento dello spettacolo dal vivo, ed è un movimento apolitico che raccoglie operatori culturali e professionali in tutti gli ambiti dello spettacolo dal vivo. Il 17 luglio presso la Camera dei Deputati si è tenuta la prima conferenza pubblica fortemente voluta da tutti i componenti del movimento. Vincenzo Zingaro, direttore del teatro Arcobaleno; Renato Greco, Direttore Artistico dell’Associazione European Choreographic Organization-Italia e Paride Orfei, esponente e rappresentante del mondo circense, si sono susseguiti a decine gli artisti, spiegando le ragioni e la necessità di creare questo movimento che intende denunciare i gravi danni provocati al settore delle commissioni consultive che, in tutta fretta e alla chiusura della passata legislatura, hanno di fatto azzerato centinaia di imprese storiche e di valore, eliminando le dai beneficiari del FUS.
Con il decreto ministeriale del 27 luglio 2017 è stato sancito che, prima della valutazione dei dati quantitativi, vi sia un sindacabile giudizio sulla qualità delle opere. Il processo, che potrebbe anche essere considerato corretto, di fatto è completamente sbagliato. Non solo perché avviene da parte di cosiddetti esperti che in realtà non hanno conoscenza della maggior parte delle materie che sono chiamati a giudicare, ma specialmente perché avviene tramite valutazione arbitraria e numerica, senza che vengano forniti dati e programmi alle strutture.
In molti casi i punteggi sembrano dati a caso, un compagnia che ha sempre preso il massimo punteggio per l’organizzazione di festival all’estero non può ritrovarsi, con lo stesso programma, a ricevere il punteggio minimo
Al fianco degli artisti e lavoratori del mondo dello spettacolo dal vivo, troviamo Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia e vice presidente della Camera dei Deputati, Federico Mollicone (FdI) e Nicola Acunzo (M5S) della commissione Cultura, scienza e istruzione. i deputati sono pronti a presentare una interrogazione che ponga, quantomeno, il dubbio che le scelte intraprese dalla precedente Commissione assegnataria del FUS, fossero dettate più dalla fretta di concludere che da un’attenta valutazione.
Non si parla solo di spettacoli, quindi di cultura e di arte, che già sarebbero abbastanza per meditare un importante sostegno economico, ma ci sono moltissimi giovani che lavorano nel mondo dello spettacolo. Non solo artisti, ma costumisti alle imprese di pulizia, fonici …. e e molte altre figure indispensabili all’andamento corretto. Non ultimi sono gli spettatori, centinaia di migliaia di cittadini, istituti scolastici, università, comuni e territori che si trovano improvvisamente senza i loro punti di riferimento culturali.
Non trascurabile il fatto che la comunicazione di esclusione è arrivata tra fine giugno e primi di luglio, quando oramai erano già stati effettuati il 70% degli investimenti relativi al 2018.
Per questo il Movimento spettacolo dal vivo si rivolge al ministro Bonisoli
e a questo Governo, affinché si proceda al più presto con nuove commissioni. Per meglio valutare le domande in base alle qualità delle diverse compagnie individuando criteri ed equa proporzionalità nella distribuzione delle risorse stanziate dal FUS.
Qualcosa pare si stia già muovendo, è stato recentemente rimesso al contributo del fondo unico per lo spettacolo il festival opera Barga 2018
“quando ormai avevamo perso ogni speranza, due giorni fa il MIBAC, Ministero dei Beni culturali, ci ha comunicato che il festival è stato riammesso al contributo del fondo unico per lo spettacolo. dal 2015 alla vigilia del nostro cinquantesimo festival ne eravamo stati esclusi a causa di un algoritmo sfavorevole ma oggi riconoscimento, torniamo a far parte del festival storici italiani”.
Lo annunciano Nicolas Hunt e Massimo Fino, presidente e direttore artistico della manifestazione. Non ci resta che confidare nel pressing che il Movimento spettacolo dal vivo può essere in grado di mettere in pratica, il prima possibile, affinché la cultura e le compagnie e società storiche siano messe nuovamente in condizioni di lavorare per un futuro sempre più ricco di cultura e spettacolo.
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