Orchestra Roma Sinfonica, M° Ahmed El Saedi
Sabato 19 maggio alle 20.30 l’Associazione Culturale InCANTO Presenta Orchestra Roma Sinfonica Coro Roma Tre. Direttore Ahmed El Saedi. Concerto Isabella Ambrosini.
Un evento con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto. Un concerto dedicato al classicismo viennese di Mozart e Beethoven quello che l’Orchestra Roma Sinfonica ed il Coro Roma Tre diretti dal M° El Saedi, Direttore della Cairo Symphony Orchestra, terranno sabato 19 maggio al Teatro Palladium di Roma.
Egiziano di nascita e formatosi anche a Vienna dove ha studiato con Sergiu Celibidache e dove ha debuttato nel 1982, El Saedi nella sua prestigiosa carriera ha diretto oltre 50 orchestre internazionali fra cui la Royal Philarmonic Orchestra e la Prague Symphony Orchestra, e si esibito in sale di grande prestigio quali la Wiener Konzerthaus e il Musikverein, Berlin Philharmonic.
Membro dell’Egyptian Philharmonic Society e della Pro Classica Tonkunst Verein in Vienna, il Maestro è anche un apprezzato compositore, con molte opere eseguite con successo in contesti internazionali:
tra queste il Prologo per Orchestra commissionato dalla Quatar Philarmonic Orchestra ed accolto con una standing ovation alla prima del 2014. La Fantasia Corale di Beethoven, considerata per il suo nucleo formale l’antecedente della Nona Sinfonia, si può inquadrare nella fase più matura del sinfonismo e del concertismo beethoveniano ai quali si uniscono però una spiccata attenzione agli aspetti legati al virtuosismo, alla brillantezza orchestrale ed alla vivacità dell’intrattenimento.
Composta nel 1788, la Sinfonia Jupiter di W. A. Mozart nasce in un momento tanto triste della vita familiare del compositore, segnato dalla morte precoce della figlioletta Theresia quanto fecondo dal punto di vista creativo, ponendosi come culmine della maturità tecnica ed espressiva del sinfonismo mozartiano, sviluppatosi nel confronto dei grandi modelli presenti e passati rappresentati rispettivamente da Haydn e da Bach ed Handel, coniugando lo splendore timbrico di ottoni e timpani al nitore delle astratte geometrie formali e la monumentalità epica della forma alla precisione quasi maniacale della trama contrappuntistica.