1945, film di Ferenc Török nelle sale dal 3 maggio
1945, spledido e coinvolgente film del regista ungherese Ferenc Török tratto dal racconto Homecoming dello scrittore ungherese Gábor T. Szántó.
1945, il titolo stesso ci riporta nell’Europa del dopoguerra. La seconda guerra mondiale in realtà prosegue in Giappone con l’esplosione della seconda bomba atomica, ma nel vecchio continente è ormai finita. Il nazionalsocialismo è stato sconfitto, e ora si fanno i conti col recentissimo passato e con un fosco futuro. Gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, sotto lo sguardo vigile delle truppe di occupazione sovietiche.
I promessi sposi si trovano in realtà a vivere vite che non vorrebbero. E non sono i soli. La guerra è finita ed in sottofondo già emerge la scelta obbligata per l’Ungheria. Al centro di questi avvenimenti epocali, il villaggio sembra vivere una irreale quiete. Potrebbe essere un qualsiasi villaggio dell’Europa appena liberata dalla presenza del Terzo Reich e in attesa che i vincitori ne decidano il destino.
A sconvolgere le vite degli abitanti, però, è sufficiente l’arrivo col treno di due forestieri. Due ebrei che portano due casse di legno registrate come materiale di profumeria
Si avviano verso il villaggio scortando a piedi il carretto che porterà la mercanzia. Da questo momento tutto cambia. La vita e la storia di tutto il villaggio. Tra sospetto, vergogna, rimorsi e tragedia, il massacro di un intero popolo si affaccia nuovamente nelle vite dei residenti presi dal panico. Una reazione che rivelerà allo spettatore quanto ognuno di loro si sia reso complice di quanto avvenuto. E ognuno reagirà come può: tra rimorso, pentimento, espiazione o indifferenza.
1945 è decisamente una interpretazione nuova sul tema Olocausto. È il momento del ritorno dei pochissimi sopravvissuti. Di coloro che recano testimonianza della barbarie in cui è scivolato il continente europeo. La conseguente reazione colpisce soprattutto chi ha approfittato, anche materialmente, dello sterminio di un’intera popolazione. Nessuno è innocente quando accade un orrore di tali dimensioni, non lo è sicuramente chi rimane inerte, o peggio approfitta della situazione. Il film di Ferenc Török regala momenti di grande cinema affrontando un momento storico spesso trascurato. La fine di una guerra mondiale, la seconda, e l’inizio di un’altra guerra, quella fredda. La colpa e l’espiazione. Gli ungheresi non potranno decidere il loro destino anche se l’illusione non muore, come non potranno evitare di fare i conti col passato.
Premi e riconoscimenti
Premio Avner Shalev Yad Vashem come Miglior rappresentazione artistica dell’Olocausto al Jerusalem Film Festival 2017. Premio per il Miglior soggetto al Miami Jewish Film Festival. Miglior regista al Berlin Jewish Film Festival. Critici e Pubblico lo premiano al San Francisco Jewish Film Festival, ma anche il Primo Premio della Critica Cinematografica Ungherese nel 2018. La distribuzione del film in Italia ha ricevuto il patrocinio del Consolato Generale di Ungheria in Milano. Dal 3 maggio nelle sale italiane.
Anteprima stampa romana al Cinema Apollo 11 con i Sampietrini di Fassi
L’Apollo 11 si trova a due passi dall’Esquilino e dal Palazzo del freddo, regno del gelato Fassi. “La presenza dei Sanpietrini Fassi in questo contesto testimonia la volontà di fare rete con le altre realtà per dimostrare il ruolo attivo del nostro rione nella diffusione della cultura e nel segno dell’integrazione” dichiara Andrea Fassi.