Il Maestro Uto Ughi e le sue Note D’Europa
Il 6 aprile, dopo 3 anni di assenza, torna il Maestro Uto Ughi con il progetto Note D’Europa, che partirà da La Spezia per un’estesa tournée.
Un silenzio discografico durato tre anni, che oggi ci consegna il nuovo lavoro del Maestro Uto Ughi, Note D’Europa. Un disco dedicato al Vecchio Continente, che vuole essere un omaggio alla tanta buona musica che l’Europa ha saputo creare. Un invito e un desiderio di condivisione e unione, perché la musica con il suo linguaggio universale, è la sola lingua in grado di unire e di cancellare le distanze tra gli uomini. Attraverso una selezioni di brani e autori amati, con la preziosa collaborazione del pianista Andrea Bacchetti, Uto Ughi compone un viaggio del cuore e della memoria, tra Seicento e Novecento.
“La memoria viene dal cuore. Memoria significa ricordo, e la parola ricordo nasce da cuore. Per me la memoria è ispirazione”
Il Maestro Uto Ughi descrive il suo viaggio musicale, aggiungendo un’immagine immediata e chiara. “Se penso alle esecuzioni di Yehudi Menuhin, il suo modo di suonare, alla sua gigantesca personalità, questa memoria mi ispira. Mi spinge a dare il meglio di me. Una memoria spirituale”. Questa sua attitudine emerge sicuramente nella scelta del repertorio e nella proposta esecutiva. L’approccio musicale di Uto Ughi non mette mai in primo piano l’abilità esecutiva, ma piuttosto la bellezza e le caratteristiche dei brani che propone. Anche nei tratti colmi di virtuosismi, la naturalezza con cui vengono eseguiti, senza sforzo e senza esibizionismo, pongono in primo piano la bellezza della composizione, nella sua interezza.
Il Maestro rende omaggio al nostro Paese con la Ciaccona di Giovanni Battista Vitali e con il Largo di Francesco Maria Veracini, nella trascrizione novecentesca di Mario Corti. Un tributo alla musica strumentale italiana, riconosciuta come protagonista europea fino a tutto il Settecento. Lo dimostrano le innumerevoli volte in cui Johann Sebastian Bach ha trascritto concerti dei nostri compositori.
Note D’Europa è senza dubbio una raccolta che custodisce la memoria del nostro continente, unendolo e cancellandone i confini
Memoria tanto cara ad Uto Ughi, che ha anche un’idea precisa di quale ricordo vorrebbe lasciare di sé. “Di una persona che non è scesa a compromessi con la sua arte. Che, nel bene e nel male, con le sue qualità, i suoi limiti, ha provato sempre a servirla con onestà”. Una carriera straordinaria ed esemplare quella del Maestro, che mostra il suo innato talento fin dall’infanzia. A sette anni si esibisce per la prima vota in pubblico, con un brano di Bach e uno di Paganini, e a soli dodici anni la critica lo considerava un concertista maturo. Sia artisticamente che tecnicamente. Un artista che ha suonato il tutto il mondo e con le più rinomate orchestre sinfoniche, durante una carriera che non ha mai subito battute d’arresto.
Uto Ughi non si interessa solo alla musica, ma è in prima linea anche nella vita sociale della sua Italia
Il suo impegno è volto soprattutto alla salvaguardia del patrimonio artistico nazionale, ed è in quest’ottica che fonda il Festival Omaggio a Venezia. Il fine è quello di raccogliere fondi per il restauro dei monumenti storici della città lagunare. Dal 1999 al 2002 ne ha raccolto gli ideali il Festival Omaggio a Roma, con concerti gratuiti, volti alla valorizzazione dei giovani talenti formatisi nei Conservatori italiani. Dal 2003 questa iniziativa è stata portata avanti con il Festival Uto Ughi per Roma, di cui il Maestro è fondatore, ideatore e direttore artistico. Per rendere onore al suo impegno musicale e sociale, negli anni Ughi ha ricevuto diverse onorificenze. Tra questa spicca quella di Cavaliere di Gran Croce e tre Lauree Honoris Causa.
Molto intensa la sua attività discografica con la BMG Ricordi e la Sony Classical. Di particolare rilievo è anche la pubblicazione del suo libro Quel diavolo di un trillo-Note della mia vita, avvenuta nel 2013, edito da Einaudi. Una carriera intensa quella del Maestro Uto Ughi, scandita dalle note dei suoi meravigliosi violini. Un Guarnieri del Gesù del 1744, dal suono caldo e il timbro scuro, e uno Stradivari del 1701. Strumenti eccezionali, suonati da un talento unico al mondo, che dal 6 aprile potremo ascoltare nel corso di una tournée che toccherà le principali città italiane.