Cronaca

Davide Astori, il capitano della Fiorentina

La notizia della morte di Davide Astori, capitano della Fiorentina, è rimbalzata su Internet e sui social in pochissimo tempo. La mia ansia prederby da milanista incallita è stata subito sostituita da un magone in gola.

Il telecomando in mano per cercare la mai arrivata smentita alla notizia letta su facebook pochi istanti prima. Lo stupore, il dolore e l’incredulitá che mi hanno accompagnata per tutti i giorni successivi. Davide Astori aveva l’età di mia sorella, una figlia piccola di cui era innamoratissimo e un modo di fare che non mi ha mai permesso di inveire contro di lui durante una delle sue partite contro il Milan. Questa tristissima vicenda ha colpito tutta l’Italia, compresa quella parte che il calcio non lo segue e non lo ama, ma che non è riuscita comunque a trattenere una lacrima davanti alla notizia della sua prematura dipartita.

Perfino mia madre, che il calcio lo odia nonostante in casa si ritrovi tre ultras, oggi guardando la prima partita della Fiorentina senza il suo capitano non è riuscita ad evitare gli occhi lucidi. Lei che fino a sette giorni fa non sapeva neanche chi fosse Davide Astori è rimasta colpita dal silenzio del Franchi, dai palloncini viola e dalla curva Fiesole, che al tredicesimo minuto del primo tempo ha riempito la totale e innaturale assenza di rumori nello stadio con una coreografia dedicata a Davide.

La morte di Astori ha permesso al mondo del calcio non solo di ritrovare i suoi veri valori, ma anche di spiegare a chi questo sport non lo segue l’amore che prova ogni tifoso ogni volta che i suoi calciatori scendono in campo

Noi tifosi lo sappiamo che il calcio non è composto solo dagli sfottó delle tifoserie o dagli incidenti fuori dagli stadi. Il calcio è amore, sono tante anime abbracciate attorno a un semplice pallone. Tanti cuori che si tengono per mano, i sogni dei bambini, i soldi e il tempo spesi per le trasferte, i cori urlati sugli spalti, i salti di gioia sui divani di casa e le facce tristi che accomunano i seguaci degli stessi colori dopo una sconfitta. Il calcio è la magia che in questo mezzogiorno di domenica ci ha fatto fermare davanti alla televisione, piangere tutti insieme la scomparsa di Davide, dimenticarci per 90 minuti delle logiche di classifica e del campionato.

L’amore per questo sport oggi ha coinciso con l’esultanza di tutti noi, tifosi viola e non, al gol di Hugo

È toccato proprio a lui, il sostituto di Astori, riuscire a buttare in rete quella palla nel giorno della sua tredicesima presenza con la maglia viola numero 31. Lui che con quel salto miracoloso è volato sopra la testa e il corpo di tutti gli altri giocatori, ha segnato il gol che ha portato la Fiorentina in vantaggio. Con quel pallone bagnato dalle stesse lacrime che il cielo ha iniziato a versare dal 13°minuto del primo tempo, proprio durante l’interruzione permessa per la commemorazione della curva.

Oggi dallo stadio Franchi di Firenze abbiamo assistito a tanti casi poco casuali, a tanti cuori, ad un unico dolore. Il popolo viola ha salutato il suo capitano, e in qualche modo credo che anche lui abbia voluto salutare tutti noi nel modo migliore possibile.

Davide Astori se ne è andato donandoci la più grande di tutte le lezioni: “Dai diamanti non nasce niente… dal letame nascono i fior”

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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