In Italia il primo Istituto europeo di arte e cultura rom
Mercoledì 14 Febbraio, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, in via Santa Maria in Via, 37, la presentazione in Italia dell’Istituto Europeo di Arte e Cultura Rom (ERIAC)
Inaugurato l’8 giugno 2017 a Berlino, fondato dal Consiglio d’Europa, dall’Open Society Foundations e da Alliance for European Roma Institute for Arts and Culture, costituisce il primo istituto europeo di cultura Rom. L’iniziativa è promossa da ERIAC, dal Consiglio d’Europa, dal Programma Internazionale Culturale del Ministero degli affari esteri della Repubblica Federale Tedesca, da Open society Foundartions, da Alliance for ERIAC in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Anti Discriminazione Razziale (UNAR) e l’associazione Upre Roma.
Interverranno, oltre agli esponenti dell’associazionismo rom e sinto, Timea Junghaus, direttrice di ERIAC, Luisella Pavan – Woolfe, rappresentante del Consiglio d’Europa in Italia, gli onorevoli Giovanna Martelli ed Emanuele Fiano, rappresentanti delle comunità locali dal presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, al vicesindaco di Prato, Simone Faggi, Giovanna Boda, capo dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, giornalisti con la partecipazione del presidente della FNSI, Giuseppe Giulietti, docenti universitari e l’artista Moni Ovadia.
Il programma sarà concluso dal concerto dell’ Alexian Group di Santino Spinelli e l’Orchestra Europea per la Pace diretta dal maestro Antonio Cericola, con il soprano Federica Serpente, la voce recitante di Dijana Pavlovic e la partecipazione straordinaria della cantautrice Nathalie.
L’ERIAC è stato un sogno per molte generazioni di Rom e Sinti in Europa
Nel 1971, nel primo congresso mondiale, intellettuali e attivisti Rom hanno stabilito le fondamenta della nostra autodefinizione: non siamo zingari, siamo Rom, cioè uomini. Loro e molti altri nella storia hanno lavorato duramente perché oggi noi potessimo arrivare all’obiettivo di avere il nostro istituto di cultura.
Alcuni sostenevano che i Rom non hanno bisogno di un’istituzione come questa, altri che i Rom non hanno una cultura propria. Ma ci sono stati anche molti che ci hanno appoggiato con grande entusiasmo. Nonostante tutte le difficoltà ci ha fatto perseverare l’idea che la nostra storia e la nostra identità devono essere raccontate da noi stessi, che la forza della definizione della nostra identità è nelle nostre mani. ERIAC sarà nostro, di quelli che ne hanno più bisogno, artisti, intellettuali, attivisti, quelli che sfidano ogni giorno le persecuzioni e le discriminazioni della cultura maggioritaria e le conseguenze che queste hanno su di noi e sul nostro modo di vedere noi stessi.
In questi anni, superando le barriere del pregiudizio e dell’odio, è cresciuto il numero di giovani istruiti e sono loro a rappresentare la nostra speranza e il nostro futuro. Ma nonostante siano tanti, tra molti di loro è rimasta insicurezza e vergogna di essere Rom. Tutti ci insegnano, scuole, libri, media e politica, che la cultura maggioritaria è quella alla quale bisogna adeguarsi, che la nostra cultura e le nostre tradizioni sono fonte di vergogna e non di orgoglio. Molti di noi che ce l’”hanno fatta” negli studi e nel lavoro spesso cercano di essere qualcos’altro, di adattarsi, di nascondere la propria identità e questo provoca a loro grande dolore e sofferenza, a noi la perdita di una parte preziosa di noi stessi.
ERIAC sarà il loro “campo”, la loro casa, il luogo dove si incontreranno tutti i talenti, tutte le fantasie, tutte le conoscenze e tutte le idee, nel quale la prossima generazione potrà raccontare alle nostre comunità, alla società che ci circonda la propria storia, la propria bellezza, la propria saggezza e la resistenza dei Rom europei.