A porte chiuse. Dentro l’anima che cuoce
Debutta il 21 novembre nel neonato Off/Off Theatre di Via Giulia a Roma, lo spettacolo A porte chiuse, prodotto da Teatri di Vita, di Andrea Adriatico ispirato a Jean-Paul Sartre.
Arriva all’Off/Off Theatre in prima romana, dal 21 al 26 novembre, l’atteso spettacolo di Andrea Adriatico e Stefano Casi, “A porte chiuse. Dentro l’anima che cuoce”, con Gianluca Enria, Teresa Ludovico, Francesca Mazza e Leonardo Bianconi. Ispirato ad uno dei capolavori della drammaturgia europea, scritto nel 1944 da Jean-Paul Sartre, A porte chiuse, racconta il dialogo tra due donne e un uomo, rinchiusi in quell’elegante salotto perbene che è l’eternità, metafora di un aldilà in cui sono condannati a protrarre la loro pena, rigettandosi in faccia verità scomode e vivendo ancora una volta “quell’inferno rappresentato dagli altri”.
Una metafora delle relazioni sociali e della stessa identità, formata dalla prospettiva degli altri
Un’intuizione che rimane sempre potente per la sua capacità di descrivere i rapporti umani, e dunque le aberrazioni e forzature del giudizio altrui, anche 70 anni dopo, nell’epoca in cui il “controllo” dell’altro passa impietoso e violento attraverso i media e i social network in un “inferno globale” che è l’ambiente in cui viviamo.
Dopo gli “inferni” di Copi, Elfriede Jelinek, Koltès, Beckett o Pasolini, Andrea Adriatico approda all’opera più esplicita riguardante la pressione sociale come fonte di sofferenza per l’uomo della nostra epoca. E lo fa in una coproduzione che vede coinvolti Teatri di Vita, Akròama T.L.S. e Teatri di Bari, nell’ambito del VIE Festival.
Lo spettacolo rientra nel progetto Atlante: “progetto cervicale per chi soffre di dolori al collo, dolori da peso del mondo”, che si sviluppa attraverso gli spazi urbani. Dopo Bologna, 900 e duemila, prima tappa di Atlante negli spazi monumentali del capoluogo emiliano, arriva lo spazio tutto interiore e domestico di A porte chiuse, seconda parte del progetto.
Andrea Adriatico
compone partiture della parola e dello spazio, facendo base nella casa bolognese di Teatri di Vita creata nel 1993, incontrando drammaturgie come quelle di Koltès, Pasolini, Beckett, Copi, Jelinek, attraversando numerosi festival da Santarcangelo alla Biennale Teatro. Al cinema racconta rimozioni intime (nei film Il vento, di sera; All’amore assente) e pubbliche (nei documentari +o- il sesso confuso. racconti di mondi nell’era aids, e Torri, checche e tortellini), presentate e premiate in festival internazionali.
Gianluca Enria
attore e regista, stretto collaboratore di Giancarlo Sepe dal 1998, è stato diretto tra l’altro da Luca Ronconi (La morte innamorata), Carmelo Bene (Hommelette for Hamlet), Andrea Camilleri, Attilio Corsini, Roberto Guicciardini. Con la regia di Andrea Adriatico ha interpretato diversi spettacoli (tra cui Il ritorno al deserto, Giorni felici, Bologna 900 e duemila). Inoltre ha lavorato per il cinema, la radio e la televisione. Come regista ha messo in scena opere di Schwarz, Ripoll, Jarman.
Teresa Ludovico
attrice e regista, direttrice artistica del Teatro Kismet e oggi dei Teatri di Bari. Ha collaborato con molti artisti, da Marco Martinelli a Giovanni Tamborrino. Ha diretto e interpretato, tra gli altri, i testi di Antonio Tarantino Piccola Antigone e Cara Medea e Namur, e ha diretto opere liriche (al Petruzzelli di Bari) e numerosi spettacoli anche in Inghilterra e Giappone, ricevendo premi. Con i Radiodervish ha realizzato In search of Simurgh (Premio dello Spettatore a Teatri di Vita).
Francesca Mazza
attrice protagonista del teatro contemporaneo italiano, ha lavorato a lungo con Leo de Berardinis con il quale ha fondato il Teatro di Leo negli anni ’80. Ha lavorato, tra gli altri, con Alfonso Santagata, Raul Ruiz, Fernando Solanas, Jacques Lassalle, Julie Ann Anzilotti, Fanny & Alexander e Pietro Babina. Con la direzione di Andrea Adriatico ha interpretato, tra l’altro, Madame de Sade, Il ritorno al deserto, Non io e il film Il vento, di sera. Ha vinto il Premio Ubu due volte, nel 2005 e nel 2010.