Elezioni 2018, ci sto o non ci sto, forse sì forse no
Elezioni 2018, l’ultima delusione per chi mai si era illuso è il mercanteggiamento della Bonino, nulla a che fare con Pannella, nemmeno i fondamentali.
Elezioni 2018, andare da Renzi a chiedere che sul programma ci sia più Europa, più impegno sullo ius soli e sull’immigrazione è un po’ come andare all’ANPI e porre come condizione d’ingresso la partecipazione ai festeggiamenti del 25 aprile. Inutile chiederlo, sterile partecipare da convitati.
Un cupio dissolvi delle battaglie storiche e dell’essenza stessa delle lotte di Marco Pannella. A partire dallo stato di diritto. Dopo una prima e banale riflessione sul colpo di mano che la maggioranza ha inferto con il Rosatellum, immediatamente il mondo della sinistra si butta all’arrembaggio elettorale. Non fa eccezione la ormai ex pasionaria radicale con 40 anni di istituzioni alle spalle. Come dire: porcata fatta capo ha! Ma non solo. Di porcate questa maggioranza ne ha fatte di altre. Una spicca in modo abbagliante, quel codice antimafia che gli organi dirigenti del Partito Radicale, di cui la Bonino non fa più parte, fortemente contestano al Presidente della Repubblica. O per i decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario che non arrivano nonostante uno sciopero della fame lungo un mese di Deborah Cianfanelli e Rita Bernardini. Tutti temi cari a Marco Pannella – stato di diritto, giustizia, carceri – che dopo la rottura con il già ottuagenario leader l’ex ministra degli esteri ha relegato nel cassetto dei ricordi scomodi.
L’esempio Bonino dimostra come sia labile la propria memoria e la propria storia quando c’è di mezzo la febbre elettorale
Che non è solo quella di essere eletti, ma quella di incidere anche solo sul proprio posizionamento. La febbre elezioni 2018 sta colpendo un po’ tutti con un imbroglio madornale. L’attuale porcata elettorale non consentirà a nessuno di governare. Ci sarà una balcanizzazione di sigle e siglette che dovranno trovare la famosa quadra ad ogni metro di strada favorendo accordi ed appoggi che vanno ben oltre l’equilibrismo. Qualsiasi programma o punto imprescindibile che oggi viene posto non potrà mai essere oggetto di vero dialogo o trattativa.
La corsa è tutto orientata non al governo ma ad un seggio in più per essere ago della bilancia. L’ammucchiata a sinistra fatta di veti e controveti sempre osteggiata da Renzi diventa la sua scialuppa di salvataggio, ovviamente a breve. Dall’altra parte, per scongiurare la perdita di influenza nel prossimo parlamento, Berlusconi sarà tentato prima delle elezioni di contenere gli avversari. Renato Farina su Libero paventa un sostegno a Grasso per contenere Renzi, la tesi del suicidio come fu quello del Kaiser quando sostenne il ritorno di Lenin contro Nicola II non regge. Berlusconi non ci sembra Guglielmo II, tanto meno Grasso e Renzi assomigliano a Lenin ed allo Zar.
Ma il problema per Berlusconi è a destra
Se non riuscirà a contenere l’immagine politicamente devastante delle destre alla Salvini e Meloni sarà schiacciato. Unica soluzione sono proposte e promesse liberali, non certo abolire la tassa sull’auto. E devono essere rassicuranti con visi che richiamano alle democrazie occidentali più avanzate, europee. E, soprattutto, in cantina nomi noti che si sono fatti conoscere per quello che sono alla platea elettorale. Insomma, più liberali e meno testate alla Roberto Spada.
Penso che in questi 70 anni di “democrazia”, hanno distrutto la democrazia. Non avendo più nessuno da votare come speranza per il futuro, che come prospettiva ideologica di una società giusta per operare come cittadino. Troppa sete di potere e poca serietà per i sacrifici di noi cittadini ma solo per non perdere il loro scrano o “trono” del potere. Nessuno avrà la maggioranza del 40% e gli inciucci come nella più scellerata prima repubblica.DITEMI COSA E’ CAMBIATO???…PER CONVINCERMI AD ANDARE A VOTARE PER IL NULLA, SE NON PER CONFERMARE QUESTO SFACELO. Che rimpianto per i nostri nonni morti per una VERA italia. finita con un porcellum e un rosatellum.Chi perde và a casa e non persone che sono da 50-60 anni in parlamento. basta BASTA