Cronaca

Fondi comuni e gestioni patrimoniali, il boom è servito

Le titubanze degli italiani nei confronti degli strumenti finanziari non accennano a diminuire, ma nel contempo sale anche il numero di risparmiatori che si affidano alle società di consulenza per investire liquidità.

Sono quattro milioni gli investitori in Italia, che possono contare sull’esperienza e le intuizioni di oltre 22.000 consulenti. Questo assunto è confermato proprio dalla crescita esponenziale della liquidità raccolta dalla rete di consulenti finanziari, come testimoniato da Assoreti. Il risparmio gestito riesce a raccogliere quasi 3 milioni di euro, la quasi totalità di quanto raccolto durante il mese di aprile. Anche il saldo si mantiene positivo: dopo acquisti e vendite, i prodotti amministrati valgono un guadagno totale di 119 milioni di euro.

Le società che hanno maggiore appeal nel cuore e nelle scelte dei risparmiatori sono quelle che propongono forme di gestione dei fondi particolarmente diversificate e vantaggiose. Ad aprile 2017, infatti, i fondi comuni hanno accumulato 1,6 miliardi di euro, a riprova del trend positivo che è stato possibile notare sin da gennaio. È davvero poca la differenza, però, tra i fondi esteri e quelli italiani, a riprova che i risparmiatori, pur privilegiando ancora gli asset stranieri stanno modificando il proprio modus operandi passo dopo passo. Meno proficuo è invece il mercato dei fondi chiusi mobiliari, che raccoglie “solo” 309 milioni di euro.

Altro fenomeno in forte crescita è quello delle polizze

Sempre più italiani, infatti, guardano con preoccupazione al futuro. I rischi relativi all’instabilità della previdenza sociale e le incertezze legate al lavoro costituiscono un grande deterrente e “premiano” quelle forme di investimento che destinano risorse al comparto assicurativo-previdenziale. La raccolta globale si attesta attorno agli 885 milioni per le polizze, ma in questo caso spicca il dato degli strumenti multi-ramo, che salgono a 407 milioni di euro, in vantaggio sulle unit linked che però prevalgono in merito al versamento dei premi lordi.

Continua anche la scalata delle gestioni patrimoniali: si tratta di un prodotto finanziario fortemente customizzabile a seconda delle esigenze, dell’orizzonte temporale e dei rischi che vuole correre il cliente, che ha raccolto consensi proprio per la loro anima differenziabile. Ed è per questo che gli italiani investono 182 milioni di euro nelle gestioni patrimoniali. Il dato si divide tra le due forme principali di investimento: ad aprile 2017, Assoreti valuta in 110 milioni di euro la raccolta delle GMP e in 72 quella delle GPF. Se si analizza, invece, la distribuzione diretta o indiretta delle quote, il contributi mensile di questi strumenti, i 2,2 miliardi di euro complessivi non possono che far sorridere i risparmiatori.

Dal 1 gennaio 2017 a fine aprile, le reti hanno creato un contributo di 10 miliardi di euro, sfiorando una percentuale del 43% rispetto al totale degli investimenti delle gestioni collettive aperte.

Cala, invece, la fiducia degli italiani nei confronti delle forme di risparmio amministrato. Chi investe, infatti, vuole conoscere attraverso alcuni report l’andamento del proprio portafoglio, e questo strumento, invece, non solo non convince dal punto di vista formale, ma ha anche un saldo negativo per 1,1 miliardi. Al contrario, scenario opposto per gli ETF e tutte le offerte del mercato monetario che ribaltano il fronte con un +1,2 miliardi di euro.

SenzaBarcode Redazione

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