Massoneria, dopo 300 anni prosegue caccia alle streghe
Massoneria festeggia i suoi 300 anni sotto attacco. Al Vascello il Gran Maestro Stefano Bisi respinge gli attacchi nella sua allocuzione.
La Massoneria ha festeggiato i suoi 300 anni di storia al Vascello, storica sede del Grande Oriente d’Italia dopo Palazzo Giustiniani. E dopo trecento anni la Massoneria italiana è di nuovo sotto attacco. Il principale avversario è la commissione antimafia presieduta dalla onorevole Bindi che, pur rassicurando di non voler chiudere la storia dei Fratelli, di fatto ne colpisce le fondamenta. Non solo la riservatezza ma l’impossibilità per molti di potervi accedere. Non importa che la Massoneria abbia dato un contributo fondamentale alla storia moderna.
Dall’illuminismo nel diciottesimo secolo all’unità d’Italia nel diciannovesimo passando per tutto il risorgimento italiano.
La Massoneria subisce nel ventesimo secolo la persecuzione da parte del nuovo regime fascista, ma non solo in Italia. Regimi che hanno monopolizzato la storia dello scorso secolo hanno perseguitato senza sosta l’appartenenza massonica. La riservatezza e lo spirito liberale dei Figli della Vedova mal si conciliano con la volontà delle dittature di controllare ogni aspetto della vita dei cittadini. Negli anni della ricostruzione, della nostra Costituzione, quella più bella del mondo, e addirittura per il simbolo della nuova Repubblica italiana il contributo dei fratelli massoni è determinante. Sempre nel dopoguerra non si può dimenticare gli errori e l’apporto deviante della Massoneria nelle trame destinate a destabilizzare i normali rapporti democratici in un Paese ancora non evoluto. Ma è proprio nella difesa di quei valori democratici e liberali che un Paese trova la forza di reagire.
Allocazione del Gran Maestro Stefano Bisi
Era ovvio che la allocuzione del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi si sarebbe soffermata in modo particolare sull’attualità che coinvolge tutte le logge. Il primo marzo un lungo braccio di ferro con la commissione antimafia, presieduta dall’onorevole Bindi, ha portato al sequestro da parte della Guardia di Finanza degli elenchi degli iscritti al GOI. In realtà sotto la lente d’ingrandimento dell’antimafia ci sono le logge in Calabria ed in Sicilia, ma a farne le spese sono i principi costituzionali che governano il nostro Paese.
Una proposta di legge limita il diritto per alcune categorie, soprattutto ai dipendenti pubblici, di appartenere ad una delle obbedienze in quanto la fedeltà massonica potrebbe pregiudicare la fedeltà allo Stato. Se questo fosse vero si dovrebbe impedire l’iscrizione dei dipendenti pubblici anche a sindacati e partiti politici. La violazione della Costituzione ci sembra evidente, e per questo che SenzaBarcode non può che ritenere giusta la battaglia del Gran Maestro Stefano Bisi contro queste logiche autoritarie e securitarie. Complottismi e teoremi basati sul nulla hanno già fatto e continuano a fare grandi danni.
Teorie del complotto
Al di là di ogni inchiesta, di ogni indagine, di ogni teorema ci deve essere un punto fermo, invalicabile. Il diritto costituzionale per cui la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Inoltre i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. Escludere ad alcuni cittadini il diritto di associarsi ci sembra manifestamente antidemocratico a meno che non si voglia dichiarare tutta la Massoneria fuori legge ed eversiva. Ma a questo punto ci vogliono le prove, quelle che ad Agostino Cordova non bastarono.
Intervento del Gran Maestro Stefano Bisi
SenzaBarcode ha potuto seguire l’allocuzione del Gran Maestro. La grande affluenza di pubblico ha impedito riprese di miglior qualità, ma alcuni passaggi significativi vanno riportati. “C’è qualcuno, ancora oggi – dichiara Stefano Bisi -, che nascondendosi dietro ad una bandiera dell’antimafia ed argomentando accostamenti assurdi e teoremi, vuole servirsi della libera muratoria come capro espiatorio dei problemi del mondo. Dico, a chi ha scritto quelle proposte di legge, che se oggi hanno la libertà di dire e di scrivere, lo si deve a tanti che hanno combattuto per la libertà. Hanno combattuto perché questa nostra nazione, chiamata Italia, fosse una, che ci fosse un Parlamento che rispettasse il principio della divisione dei poteri”.
Sintesi più ampia si trova nel video dell’intervento.
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