CORM “l’altra verità che mette a rischio oltre 4mila lavoratori”
Bruno Pasqualini, coordinatore del Comitato Operatori Roma Multiservizi: CORM “chiedevano un confronto costruttivo senza offese e attacchi personali nei confronti dell’Assemblea Capitolina”.
Il CORM, con oltre 2 mila iscritti negli ultimi vent’anni, ha avuto sempre un giudizio fortemente critico sul management Roma Multiservizi di riferimento delle passate Giunte comunali, ma il segnale di discontinuità messo in atto dall’attuale amministrazione capitolina, comincia finalmente a dare i suoi effetti, viste le reazioni sempre più scomposte di chi vuole il mantenimento del vecchio sistema aziendale.
L’ultima reazione in ordine di tempo è quella messa in atto il 27 aprile in Aula Giulio Cesare da un gruppetto di cittadini, i quali per provenienze politiche diverse e motivazioni personali, si sono coalizzati per fare fronte comune contro il M5S, senza preoccuparsi realmente del futuro di oltre 4 mila famiglie.
Infatti, il 27 aprile in Campidoglio era in corso una manifestazione della CGIL CISL e UIL autorizzata dalla Questura di Roma e durante il Consiglio Comunale è salita una delegazione sindacale, a cui si sono aggregati alcuni personaggi con lo scopo di aggredire verbalmente i consiglieri capitolini di maggioranza, solo perché sono stati cacciati a suo tempo dal M5S per la loro inaffidabilità politica o perché alle ultime elezioni la loro candidatura di opposizione ha raccolto solo i voti di famiglia.
In particolare, questi signori volevano imporre la discussione della petizione presentata da una associazione privata denominata Usicons
sapendo bene che il Regolamento comunale prevede l’analisi del testo delle commissioni competenti entro 60 giorni dalla presentazione e che nel merito una società di primo livello non sarebbe possibile perché – a differenza della gara a doppio oggetto prospettata dalla Giunta Capitolina – lascerebbe fuori oltre 2 mila lavoratori che eseguono servizi strumentali e quindi gestiti dal libero mercato.
Un comportamento talmente pretestuoso ed arrogante di questi personaggi che ha spinto la delegazione sindacale di CGIL CISL e UIL ad abbandonare l’aula Giulio Cesare, anche perché da marzo è attivo un tavolo sindacale permanente (aperto a tutti i sindacati) e che in calendario ha il prossimo incontro previsto per il 3 maggio con i consiglieri ed assessori capitolini competenti.
Premesso ciò, la cosa più grave sarebbe far passare mediaticamente il messaggio che 25 lavoratori disperati sono state vittime di un provvedimento che nega l’accesso in Consiglio comunale per due mesi, perché il loro comportamento è stato talmente strumentale, al punto che hanno addirittura rifiutato l’incontro con l’Assessore all’Ambiente ed il Direttore Generale di Roma Capitale (i quali li hanno attesi invano per oltre mezz’ora).
Tra l’altro, una pretestuosità politica resasi ancora più inqualificabile, visto che in quel momento erano presenti in Aula anche alcune decine di ex guardie giurate licenziate dalle precedenti Giunte Capitoline, le quali avendo a cuore il loro futuro occupazionale, chiedevano un confronto costruttivo senza offese e attacchi personali nei confronti dell’Assemblea Capitolina.