Berlusconi torna in pista e fa la gincana tra le coalizioni
Berlusconi torna prepotentemente all’attenzione politica con ardite mosse mediatiche e colpi ad effetto tentando di schivare le procure, ma con lui il centrodestra vince.
Il Cavaliere riprende fiato dal rigor mortis imposto dalla moda giovanilistica degli anni renziani a cui tutti hanno ceduto. Dai pentastellati alla Lega i giovani andavano di moda. Ma anche l’incalzare delle inchieste ha dato un colpo quasi letale alle ambizioni del Cavaliere, un titolo onorifico che richiama più il diciottesimo secolo che l’attualità. Ma ora, miracoli della quinta età, il re di Arcore torna i pista, e ancora una volta senza di lui non si vince.
In realtà Berlusconi già ci aveva provato a tornare in sella a Roma imponendo un candidato sindaco e, di fatto, sfasciando la grande coalizione con Lega e Fratelli d’Italia. Ma proprio nella scelta del candidato è scattato l’inciampo, previsto o prevedibile.
Le trovate mediatiche delle ultime settimane hanno dimostrato che c’è ancora un popolo che segue le performance di Berlusconi
E tutte hanno successo perché è un genio della comunicazione come pochi ce ne sono stati in Italia. Dal panino consumato nel McDonald all’adozione degli agnellini prima di Pasqua. L’ex presidente del consiglio in comunicazione può solo farsi lustrare le scarpe da chi si affida ad uno staff che fa ben tre errori grammaticali in un video di sessanta secondi. Sarà la dialettica di De Mita, sarà la nostalgia per i grandi politici del passato che ci hanno lasciati orfani, sarà una voglia matta di prima Repubblica, perché la seconda fa schifo e la terza è stata fermata in tempo, ma il ritorno della saggezza degli anziani, per rispetto del Cavaliere diciamo non più giovani, è sempre più auspicata.
Purtroppo per Berlusconi, a parte le vicende giudiziarie, la scelta degli uomini e delle donne a cui affidarsi è sempre stato il suo tallone d’Achille
Bertolaso l’ultimo in ordine di tempo. Il parlamento è pieno di ex devoti del Cavaliere che lo hanno indotto in errori, inerzia, sconfitte politiche e poi alle brutte hanno velocemente alzato i tacchi. Berlusconi dovrà vedersela con i potenziali alleati, e se non vuole essere né sconfitto e né eclissato dovrà abbandonare molto presto l’idea di una grande coalizione Renzusconi anche se il giovane toscano, ipotesi fantasiosa, perdesse il pd. Per un semplice motivo: mediaticamente una mossa del genere gli porterebbe uno scarso gradimento elettorale che lo renderebbe troppo marginale nel confronto di coalizione. Anzi, uno scontro feroce con Renzi sarebbe la mossa elettoralmente più vincente che la scontata guerra ai Cinque Stelle.
Insomma, Berlusconi dovrà scegliere attentamente la sua collocazione ricordando che il centrodestra senza di lui non vince. Ma dovrà scegliersi collaboratori nuovi non necessariamente giovani. Meglio caproni vivi che agnellini bolliti.