Farmacap, il no dell’UGL all’accordo sindacale
Grande soddisfazione per l’accordo raggiunto tra Farmacap e sigle sindacali, previsto il rientro del debito una tantum. Cristiano Bonelli ci spiega le loro motivazioni.
Durante l’incontro tra Angelo Stefanori, commissario straordinario Farmacap, il direttore ad interim Arnaldo Cozzolino e i sindacati è stato stipulato un accordo che prevede l’utilizzo di 560.000 euro da restituire ai lavoratori, una tantum, il Ccnl assofarm 2013 e parte degli arretrati. Angelo Stefanori, durante una nostra intervista ha commentato l’importanza di questo atto “anche e soprattutto perché sancisce una unità di intenti tra azienda e dipendenti, superando le precedenti divisioni, che erano addirittura incoraggiate. È la strada maestra per il risanamento”
In realtà non tutti i sindacati hanno sottoscritto il documento. UGL con una nota spiega “non riteniamo opportuno firmare alcun accordo considerata l’attuale situazione che vede l’azienda in regime commissariale, con una direzione ad interim, un bilancio non ancora approvato e l’assenza di un piano industriale, ingredienti questi fondamentali per poter dare garanzie certe ai dipendenti su tutti i punti che vedono i 334 lavoratori essere creditori nei confronti dell’azienda”. Il sindacato riconosce la volontà aziendale di risolvere la situazione, ma si aspetta un risanamento, ossia i fatti e non solo le parole. Per argomentare la loro decisione mi rivolgo a Cristiano Bonelli, Funzionario nazionale Ugl.
Il vostro sindacato è il solo a non aver sottoscritto l’accordo, è mancanza di fiducia, un modo per mantenere il punto o c’è altro?
“La Ugl Terziario non ha firmato l’accordo perché l’attuale situazione di Farmacap è precaria, un Commissario non è un CdA, non esiste un piano industriale che metta in chiaro quale deve essere la “road map” da seguire, gli obiettivi e le risorse per raggiungerli. Abbiamo effettuato delle verifiche e l’importo medio arretrato che i lavoratori devono percepire è di circa 10 mila euro ma sui giornali si è parlato solo di diatribe politiche tra il DG e il Commissario mai della forza lavoro che porta avanti 45 farmacie con una serie di servizi aggiuntivi. Abbiamo apprezzato lo sforzo per cominciare a pagare il debito nei confronti dei dipendenti che però hanno bisogno di certezze anche per il futuro e ad oggi vista la situazione, non sembra si possano dare”.
La chiusura dell’asilo è stato un brutto colpo, per i dipendenti ma anche per le famiglie e i bambini, il commissario ha parlato di “dilettantesca gestione”, stessa cosa per il Recup.
Ora cosa ci si aspetta riguardo a questi servizi?
“La vicenda dell’asilo di Via Bossi è al limite del ridicolo, tra incompetenze e battaglie interne che hanno portato un disservizio alle famiglie e il solito danno di immagine a Farmacap”.
Anche il patrimonio immobiliare di Farmacap non è stato adeguatamente curato. Ci risulta ci siano delle strutture in completa decadenza.
La responsabilità è tutta in capo alla Laing?
“Se la raccontiamo in giro questa storia difficilmente veniamo creduti, Farmacap ha 4 strutture di proprietà in periferia tutte chiuse eppure ha il personale per poter erogare servizi per i quali la nostra città ne avrebbe un gran bisogno, parlo di ludoteche piuttosto che di asili; insomma è possibile che nessuno (ai vertici) abbia mai pensato di aprirle?”.