Cronaca

Cinema Aquila da bene confiscato a bene censurato

Assemblea pubblica giovedì 16 marzo alle ore 19 al cinema Aquila. “Censurate le pellicole scomode al PD e al sindaco Raggi”

Confermiamo a partire da oggi pomeriggio la volontà di proiettare le pellicole “scomode” al Pd e alla Raggi, nei modi e nei tempi che riterremo opportuni, e in ogni caso avendo ben presente sia la necessità di disobbedire civilmente sia la volontà di tutti di mantenere aperto e culturalmente vivo il Cinema Aquila.

L’atto di censura è ufficiale. Il Comune di Roma ha confermato la sostituzione della programmazione “scomoda” del Cinema Aquila

si tratta di tre film che denunciano l’apartheid del popolo palestinese e un documentario sugli ex-lavoratori del canile municipale della Muratella. Il dato politico-culturale che se ne ricava è preoccupante su più fronti: da un lato l’amministrazione capitolina, accettando ancora una volta un diktat esterno del PD, si mostra incapace di garantire lo stesso livello di libertà di espressione e pluralità di prospettive assicurato da un festival internazionale come Cannes e da premi nazionali come i Nastri d’Argento e il David di Donatello, che hanno coinvolto le pellicole sotto attacco.

Invece di respingere l’accusa di assenza di contraddittorio avanzata dal PD, i 5Stelle del Municipio e del Comune la fanno propria e su questa base decidono di sospendere la programmazione deliberata nel tavolo partecipato. Ma ha senso rifiutare un film perché “presenta un punto di vista unilaterale”? Ancora più grave l’atto politico determinato dalla giunta della Sindaca Raggi di cancellazione del documentario sull’autogestione del canile municipale della Muratella, osteggiato a scatola chiusa perché considerato scomodo per la Sindaca stessa.

È stata la presenza di un territorio vigile e costante che ha fatto sì, anni fa, che il Cinema Aquila venisse sottratto alla banda della Magliana e restituito alla collettività.

Lo stesso territorio si è poi mobilitato contro l’inaccettabile chiusura del cinema, messa in atto dalla precedente amministrazione PD, esercitando fortissime pressioni a cui lo stesso Presidente Giovanni Boccuzzi (all’epoca comune cittadino) ha preso parte.

Mobilitazioni che hanno dato luogo alla riapertura del cinema con un percorso partecipato e aperto ai cittadini, che vedeva nel Municipio parte e garante del processo, in attesa dell’avviso pubblico riguardante la futura gestione del bene. Un percorso a cui ora si aggiunge un’ulteriore e inaccettabile parentesi: quella della censura. Il territorio mai avrebbe pensato di dover subire logiche escludenti proprio da chi dovrebbe garantire la massima trasparenza, apertura e partecipazione, da un movimento che ha fondato gran parte della sua propaganda elettorale proprio su questi valori.

Le uniche pratiche unilaterali che hanno messo ripetutamente in affanno il tavolo di programmazione sono state quelle imposte dallo stesso Municipio e ora anche dall’amministrazione capitolina.

Alle accuse ridicole e infondate dell’assessora municipale Maria Teresa Brunetti di aver presentato un programma unilaterale rispondono le nostre dichiarazioni pubbliche e le pratiche attuate dai tavoli di programmazione del giovedì – pratiche riconosciute e attestate dalla partecipazione dei tantissimi cittadini, delle associazioni e delle realtà sociali provenienti da ogni parte di Roma, che hanno realizzato collettivamente la programmazione del cinema.

Abbiamo sempre garantito la massima apertura ed inclusione, la massima disponibilità ad ampliare, rivedere e correggere il percorso, come avvenuto persino nell’ultima assemblea di programmazione dove – dopo l’esplicita richiesta di cancellare le pellicole palestinesi e il documentario “Piccolo Mondo Cane” – abbiamo cercato una mediazione alla sostituzione unilaterale – questa sì – dei film in programma, proponendo l’aggiunta (ma non la sottrazione) di altre pellicole.

Nonostante le manifestazioni censorie nei confronti della programmazione da noi proposta, ancora una volta rivendichiamo la positività del percorso partecipato sinora svolto, e che da parte nostra garantiamo aperto e plurale fino alla fine della fase transitoria.

Difendiamo il tavolo di partecipazione concordato con il Municipio, contraddistinto dalla trasparenza e il valore di massima inclusività che ancora oggi per tutte le realtà che si riconoscono in SCCA oggi rappresenta. Di questo non nutriamo alcun dubbio e invitiamo l’amministrazione municipale a fare altrettanto. Riprendere i passi fatti per migliorare il percorso è sempre stata una nostro obiettivo e priorità. Di certo, un atto di censura così eclatante è per noi irricevibile e lesivo del percorso partecipato fino a oggi realizzato.

Confermiamo a partire da oggi pomeriggio la volontà di proiettare le pellicole considerate “scomode” dal Pd e dalla sindaca, e proponiamo l’inserimento, a fine proiezione, di un dibattito cui l’amministrazione comunale è invitata per discutere dei contenuti della pellicola, avendo ben presente sia la necessità di disobbedire civilmente sia la volontà di tutti di mantenere aperto e culturalmente vivo il Cinema Aquila.

Rifiutiamo ogni forma di logica privatistica su uno spazio pubblico, che riteniamo un bene collettivo e di uso civico, e tale dovrà rimanere

La libertà di espressione non è negoziabile ed è fondamento costituzionale e repubblicano di una società civile e democratica.

Detto ciò, nel continuare a garantire dialogo, apertura e progettualità culturale all’interno del cinema, invitiamo la cittadinanza alla più ampia partecipazione possibile alle iniziative di questa settimana. Partiamo da oggi stesso incontrandoci alle 18.30 al Cinema Aquila.

Ricordiamo che per giovedì 16 marzo alle ore 19.00 è convocata un’assemblea pubblica  #laculturanonsicensura,  riapriamoilcinemaaquila@gmail.com

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