Metrebus, addio integrazione del servizio trasporto pubblico
Metrebus. FS vuole uscire, pendolari in rivolta, il presidente della commissione trasporti, Enrico Stefàno, non si scompone e l’opposizione insorge.
Non c’è pace per il pendolare romano. Fra scioperi, deviazioni, mezzi distrutti ci si mette anche la Metrebus. Il servizio che permette di utilizzare tutte le linee di trasporto pubblico, su ferro e gomma Atac, Trambus, Met.Ro, Cotral e Trenitalia sta per cessare.
Tutto comincia con Vincenzo Soprano -CEO Trenitalia – e una lettera inviata all’ad di Atac Danilo Broggi, l’ad di Cotral Arrigo Giana, agli assessori alla Mobilità della Regione Michele Civita e al presidente della commissione Trasporti del Comune di Roma Enrico Stefàno. Soprano dichiara che Fs si chiama fuori dal sistema Metrebus, patto siglato nel 1994, a far data 1 gennaio 2017.
Oltre 100mln di euro il debito accumulato da Atac nei confronti di Fs e Cotral. Nella lettera, pubblicata da Repubblica, si legge: “Nonostante il giudizio positivo del progetto – scrive Soprano – dobbiamo purtroppo rilevare come la gestione dello stesso abbia presentato criticità per noi insostenibili che ci impongono di dover comunicare la disdetta della convenzione Metrebus”.
Oltre al debito, FS, lamenta problemi di gestione di Atac. Renato Mazzoncini, Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, spiega “Era francamente intollerabile la gestione di Metrebus fatta da Atac. Metrobus ha un suo valore per i cittadini, però la gestione dell’integrazione tariffaria da parte di un soggetto che nei nostri confronti e di Cotral ha 100 milioni di debiti non è più tollerabile. Peccato che la gestione di Atac porti alla morte di Metrebus. Ma è possibile che prima che muoia qualcuno intervenga”.
Le risposte della politica
L’assessore regionale Michele Civita ha dichiarato “L’obiettivo è di rinnovare e rendere trasparente la gestione dell’intero sistema, superando la situazione debitoria, purtroppo cronica, estendendo la bigliettazione elettronica a Roma e in tutta la regione”.
Preoccupazione anche dal consigliere della regione Lazio, Fabrizio Santori in una nota “La chiusura del servizio Metrebus sarebbe l’ennesimo colpo ai danni dei tantissimi pendolari che usano questa integrazione tra il trasporto pubblico per spostarsi a Roma e in provincia. È intollerabile che per incapacità o scarsa lungimiranza, le istituzioni giungano a una situazione di incertezza simile, lasciando prefigurare scenari di assoluta difficoltà per i cittadini”.
L’uscita di Fs -e forse a ruota anche Cotral- sarebbe un danno rilevante per i tanti pendolari che si vedrebbero costretti a fare 2, se non 3, biglietti per muoversi all’interno della città.
Enrico Stefàno, presidente della commissione trasporti del comune di Roma, sembra il meno preoccupato: “Io personalmente sono a favore di un ‘sistema Roma’, un sistema di bigliettazione autonomo per i residenti nella Capitale” ha spiegato all’agenzia Dire. “Questo potrebbe quindi non necessariamente essere direttamente correlato al discorso del sistema Metrebus, anzi chi usa solo i mezzi Atac in quel caso potrebbe risparmiare, visto che il costo del biglietto sarebbe più basso”.
Una class action di pendolari e Codacons
I pendolari, specialmente quelli che ogni giorno sono costretti ad alternare tra le compagnie di trasporto su gomma e ferro, non sono d’accordo con Stefàno e non riescono proprio a vedere dove potrebbe essere il risparmio. Al punto che già sono pronti ad una class action. Carlo Di Rienzo, presidente Codacons, ha dichiarato “se Trenitalia e Cotral usciranno dal sistema Metrebus, contro Atac verrà sferrata una class action milionaria”.
Certo la patata è bollente, sia per la Regione Lazio che per il Campidoglio, ma chi più di tutti rischia di rimetterci è, manco a dirlo, i pendolari. A pensar male sembra l’ennesima mossa per obbligare a valutare una privatizzazione dell’Atac, ipotesi da sempre rifiutata dal sindaco Raggi e la Giunta pentastellata.