Sondaggi, sul referendum costituzionale saranno più attendibili
Sondaggi sul referendum costituzionale del 4 dicembre saranno molto più attendibili di quanto lo siano stati in altre occasione.
I sondaggi elettorali dopo il clamoroso fallimento nelle presidenziali nordamericane in cui le previsioni erano tutte per la Clinton sono diventati oggetto di scherno e rappresentazione di inaffidabilità. Eppure alla base dei sondaggi elettorali seri vi è un dato scientifico. Sono elaborati grazie ad un campione statistico realmente rappresentativo della popolazione che andrà al voto.
Il problema è che nelle ultime competizioni elettorali i sondaggi hanno fallito clamorosamente. È scattata subito la ricerca per capire quali variabili hanno fatto saltare le previsioni in modo così marcato.
Ad influenzare i risultati delle presidenziali statunitensi sembrerebbe esser stato il c.d. voto occulto per cui molti elettori hanno nascosto o mentito sulle loro preferenze elettorali per timore di possibili accuse di razzismo e omofobia.
Ha pesato anche la voglia di non rispondere alle richieste dei sondaggisti e la fallibilità delle ricerche sui social. Un mix che ha creato uno dei fallimenti più clamorosi a poca distanza di tempo da quello dei sondaggi sulla Brexit nel Regno Unito e su Podemos in Spagna.
Perché i sondaggi sul referendum del 4 saranno più attendibili
La differenza che gioca a favore dei sondaggisti per la consultazione del 4 dicembre è che l’Italia si è veramente divisa tra sostenitori e contrari alla riforma costituzionale. Entrambi gli schieramenti ritengono di avere ragione ed entrambi gli schieramenti possono contare su noti costituzionalisti e personalità conosciute ed identificabili a sostegno delle proprie tesi.
Lo scontro ha assunto dei connotati ben delineabili che hanno personalizzato la competizione. Inizialmente la contrapposizione si è concentrata sulla figura del premier Renzi. A seguito di questa personalizzazione il confronto si è spostato tra leader di opposti schieramenti. Quasi un referendum tra renziani, grillini, leghisti, bersaniani. Addirittura si è trasformato in un derby all’interno del PD tra correnti contrapposte, tra maggioranza e minoranza.
Scontro ben definibile
Questo scontro così plateale si è spostato anche nei social dove la campagna per il Sì si è fatta molto più aggressiva cercando di invertire la tendenza che vedeva il No molto più presente.
Insomma, chi vota Sì è convinto di avere ragione e accusa i sostenitori del No di fare il gioco della vecchia politica. Viceversa i sostenitori del No sono convintissimi che la nuova costituzione invece di contenere i costi e semplificare porterà al pericolo di una svolta autoritaria.
Entrambi gli elettori convinti non nasconderanno la loro scelta, anzi, ne saranno orgogliosi. Coloro che faranno la differenza, e questo i sondaggisti non lo nascondono, saranno gli indecisi: se andranno a votare e cosa voteranno.