Amnistia, indulto, riforma della Giustizia nel Giubileo dei detenutiti
Giubileo dei detenuti, amnistia, indulto e riforma della Giustizia. Poca informazione a tre giorni dalla Grande Marcia. Ne parliamo con Maurizio Turco, Partito Radicale.
Papa Francesco, nell’anno della Misericordia, non poteva non dedicare un giorno al Giubileo dei detenuti il prossimo 6 novembre. La parola Giubileo significa indulgenza, è una finestra temporale aperta dalla Chiesa per chiunque voglia cancellare i propri peccati e le conseguenti pene previste. La marcia per l’amnistia, l’indulto e la riforma della Giustizia è, di conseguenza, organizzata per il 6 novembre. Partirà dal carcere Regina Coeli alle 9.30 per terminare a Piazza San Pietro, dedicata a chi ha fatto di queste battaglie lo scopo della propria vita: Marco Pannella e Papa Francesco.
Occorre essere impopolari per non essere antipopolari diceva Marco Pannella
Ma in quanti conoscono il Giubileo dei Detenuti, chi sa cosa significa veramente amnistia e che tipo di riforme servono alla Giustizia? Ne parliamo con Maurizio Turco, membro della presidenza del Partito Radicale che ha promosso ed organizzato la marcia del 6 novembre.
Maurizio Turco c’è ancora chi pensa che l’amnistia sia una sorta di “tana libera tutti” e se venisse concessa dal giorno dopo avremmo per strada criminali d’ogni genere, come si può rispondere a questa obiezione?
Intanto che questo è un pregiudizio; e comunque l’amnistia non è mai stata concessa a tutti i detenuti e mai sono stati amnistiati tutti i reati. Noi oggi chiediamo una amnistia per la Repubblica. Una Repubblica che viola la propria legalità e i trattati internazionali che ha sottoscritto. Insomma una Repubblica criminale.
Alla conferenza stampa tenutasi il 2 novembre presso la sede del Partito Radicale, oltre a presentare la Grande Marcia nel giorno del Giubileo dei detenuti, avete presentato un pacchetto di “proposte di legge Marco Pannella per la giustizia giusta” –scaricabile qui-, che cosa prevede?
In sostanza sono delle misure per riformare la Repubblica dell’ingiustizia e per realizzare le quali è necessario sgomberare gli armadi dei magistrati da milioni di processi pendenti: insomma bisogna fare una amnistia. Una amnistia a termini di legge, cioè votata dal Parlamento. Perché c’è invece una amnistia strisciante, discrezionale che si chiama prescrizione e che è nelle mani dei magistrati.