Cronaca

Semi di Libertà Onlus, intervista all’amico Paolo Strano, Vale la Pena!

Con Paolo Strano presidente di Semi di Libertà Onlus e amico di SenzaBarcode. Due anni del birrificio Vale la Pena, le cargobike e tanti nuovi progetti.

Il 15 Settembre 2014 il Ministro dell’Università e Ricerca Stefania Giannini inaugura il birrificio Vale la Pena dell’associazione Semi di Libertà Onlus. Oggi intervistiamo Paolo Strano, ideatore del progetto e presidente dell’associazione.

A distanza di due anni, c’è una sola domanda da fare: ne è valsa la pena?

Assolutamente, purtroppo finora abbiamo generato numeri molto piccoli, anche in virtù del fatto che spentesi le luci su quell’inaugurazione, dalle Istituzioni abbiamo ricevuto di fatto solo ostacoli. Talmente tanti ed improbabili da farli apparire un’accanimento, ma essendo profondamente convinti di essere sulla strada giusta siamo comunque riusciti non solo a sopravvivere, ma piano piano a crescere.

Non molliamo, e stiamo dimostrando a tutti che si, certamente, ne vale la pena!

Ci siamo incontrati a gennaio 2015, ricordo un fantastico pranzo offerto e preparato da te e i detenuti, veramente una bella giornata all’interno del birrificio Vale la Pena! Ci avete parlato del progetto, di come nascono le birre e di altre nuove ricette che volevate sperimentare. Quante etichette producete ora e dove si possono trovare le birre di Vale la pena?

birre-vale-la-penaSiamo arrivati a 12 tipologie diverse, davvero per tutti i gusti, e stiamo preparando un paio di novità, assai eccentriche in accordo con la nostra filosofia che punta a far parlare il più possibile del progetto e creare curiosità. Purtroppo i pregiudizi con cui ci confrontiamo ogni giorno ci tagliano fuori da tutta una parte di mercato, soprattutto romana, che certo non ci semplifica la vita, ma da contraltare fanno invece per fortuna tanti altri esercenti che apprezzano appieno la valenza di quel che facciamo, e la qualità dei nostri prodotti.

Visitando il nostro sito trovate una mappa interattiva con i nostri maggiori rivenditori, ed un link per acquistarle online

Cargo Bike, la nuova creatura dell’Associazione ONLUS e di Vale la pena, di che si tratta Paolo?

Si tratta di un modo innovativo per offrire opportunità lavorative per i detenuti, ed aumentare la visibilità del nostro lavoro e del nostro messaggio di inclusione, e l’idea sembra buona visto che ha vinto il contest nazionale di innovazione sociale “Coltiva l’Idea Giusta 2015”.

Lo avevamo in cantiere da un anno ma le varie vicissitudini che abbiamo subito ci hanno costretti a rimandarne il varo, che è appena avvenuto. Sono delle biciclette con pianale attrezzate alla vendita di prodotti alimentari, un mezzo semplice ed a basso impatto sull’ambiente. Ci spilleremo la nostra birra agli eventi di settore.

La noleggeremo per eventi privati come matrimoni e feste, anche aziendali, la useremo per valorizzare anche altre belle realtà di economia carceraria, e soprattutto ci manderemo in giro i nostri ragazzacci a vendere i nostri prodotti, ed a dimostrare tangibilmente che se si dà loro una seconda possibilità ne abbiamo tutti da guadagnare, economicamente ed in sicurezza sociale.


L’Associazione Vale la Pena ha aderito alla marcia del 6 novembre 2016 in occasione del Giubileo del detenuto e dedicata a Marco Pannella e Papa Francesco. Cosa dovrebbe cambiare immediatamente nel sistema carcerario italiano e cosa dovrebbe fare la Giustizia per diventare finalmente giusta?

Tanto, purtroppo, le condizioni attuali, grazie soprattutto all’abrogazione della legge Fini -Giovanardi, sono leggermente migliori rispetto a qualche anno fa grazie alla diminuzione del sovraffollamento, che resta comunque al limite.

Noi ci concentriamo su quello che riteniamo forse il problema più dolente, la recidiva, che riporta in galera un numero davvero esagerato di persone, quasi il 70% tra chi non gode di misure alternative, davvero troppi per un Paese che aspira a definirsi civile, ed in violazione ai principi cardine della nostra Costituzione.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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