Attentato a New York può destabilizzare il quadro internazionale
Attentato a New York potenzialmente può destabilizzare il quadro internazionale in vista di una delle più decisive scelte politiche nordamericane.
Un attentato durante la campagna elettorale per la scelta del Presidente degli Stati Uniti con uno scontro molto aspro in atto tra due visioni politiche decisamente differenti può ripercuotersi in modo decisivo nei futuri rapporti internazionali.
E’ inutile nascondersi che indipendentemente da chi verrà ritenuto responsabile dell’esplosione di questa notte nella Grande Mela, e indipendentemente dal numero di vittime che si registrerà, questo attentato a New York imprimerà una svolta alla campagna elettorale avvantaggiando nell’immediato le posizioni più dure e populiste del candidato Donald Trump.
In gioco non c’è solo il futuro ruolo degli U.S.A.
In gioco c’è il futuro ruolo degli U.S.A. a livello internazionale. Non è un mistero che rispetto alla Clinton legata all’amministrazione Obama, e decisamente più orientata a proseguirne il mandato senza troppi scossoni, Donald Trump rappresenta a lungo termine la fine degli states come potenza internazionale impegnata su più fronti.
Donald Trump è fautore di una restrizione decisa degli ingressi degli immigrati nel suolo nordamericano. Propugna una politica estera di disimpegno verso gli oneri ed onori di quella che possiamo definire l’ultima superpotenza globale, tallonata molto da vicino da Russia e Cina.
Lo stesso Trump se eletto molto probabilmente cercherà una svolta nei rapporti con Putin, che immediatamente potrebbe essere confusa con una sorta di disgelo e pacificazione su più fronti, ma destinata come tutti i nazionalismi contrapposti a trasformarsi in breve tempo da disimpegno in competizione. Un quadro assai fosco all’orizzonte che potrebbe provocare una serie di atti destabilizzanti soprattutto nell’area europea, medio orientale ed asiatica.
Un attentato a New York come miccia
È facile aspettarsi che lo staff di Trump proverà a cavalcare l’onda emozionale con argomenti populisti e nazionalisti. Dalla retorica contro gli immigrati al disimpegno internazionale che provocherebbe in questo momento di debolezza dell’U.E. un elemento da tempesta perfetta che non può essere sottovalutato. Un quadro con conseguenze che eventuali terroristi conoscono bene.
Hillary Clinton sarà costretta a rimarcare con più forza le differenze dall’eccentrico magnate americano ma non potrà appiattirsi nel proseguimento della politica internazionale portata avanti da Obama. E dopo le voci su una presunta malattia – anche se non veritiere – questo attentato a New York costringerà la candidata americana ad un maggior lavoro per tentare di parare il colpo e ribaltare a suo favore le conseguenze.
L’Europa rischia di essere sempre più sola in balia degli eventi
Allontanatasi dall’idea di Stati Uniti d’Europa il vecchio continente senza una politica comune, un esercito comune, una visione estera comune appare sempre più debole ed in balia degli eventi. A breve si dovrà fare i conti politici e non solo economici con la Brexit. Non è escluso che ci saranno altri risvolti più drammatici nell’involuzione europea.
Davanti ad un eventuale smarcamento degli USA in caso di vittoria di Trump e ad un maggior peso politico della Russia di Putin – che non può essere annoverato tra i maggiori democratici e liberali del XXI secolo -, l’Europa nella ormai emergenza costante alle proprie frontiere assomiglia sempre più ad un fragile vascello di lusso e di antiquariato in mezzo ai flutti in tempesta.