A Roma la tassa di soggiorno più cara d’Italia. Come viene usata?
Il presidente di Federalberghi, Giuseppe Roscioli, risponde alle nostre domande sulla tassa di soggiorno, in particolare a quella romana. Introiti, utilizzo e turismo.
La tassa di soggiorno, a Roma, ha generato un introito per il Campidoglio di 123 milioni per il 2015. Il presidente di Federalberghi, Giuseppe Roscioli risponde alle nostre domande.
Quale dovrebbe essere l’uso di questi soldi e quale è effettivamente? La passata amministrazione -in forza nel 2015- come ha gestito l’introito della tassa di soggiorno?
“È doverosa una premessa. Non tutti sanno che la norma che ha dato origine al contributo di soggiorno a Roma è diversa da quella che disciplina l’imposta di soggiorno nel resto del territorio nazionale.
Mentre infatti il gettito di quest’ultima è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali – si presenta quindi fondamentalmente quale tassa di scopo che genera un ritorno positivo in termini di investimenti sul territorio in ambito turistico – il contributo di soggiorno è nato quale misura per garantire l’equilibrio economico finanziario della gestione ordinaria di Roma Capitale e pertanto il suo introito, in linea di principio, non ha una specifica destinazione turistica, ma confluisce nel bilancio comunale, proprio per far fronte alle difficoltà finanziarie di Roma.
Quindi per Roma Capitale la norma non ha previsto alcun vincolo di destinazione per il gettito conseguito al contrario di quanto stabilito per la disciplina dell’imposta di soggiorno presente negli altri comuni italiani, sebbene quest’ultima presenti margini d’intervento molto ampi. Il contributo di soggiorno romano si configura come un’entrata di libera spesa che va ad alimentare la fiscalità generale locale.
Siamo nel tempo, faticosamente riusciti ad ottenere che il comune destini il 10% del contributo di soggiorno e dell’eventuale extra gettito a spese per arredo urbano, decoro e promozione turistica, ma questo è tutto. Pertanto non vi è un reale e tangibile ritorno per il turismo dalla riscossione del contributo di soggiorno. In merito poi agli investimenti in promozione questi sono minimi rispetto a quello su cui una città come Roma, che ha anche una vocazione turistica, dovrebbe poter contare.
La ripartizione del gettito
Da uno studio Federalberghi del 2015 che ha preso in esame i dati relativi al 2014 si rileva che solo 4,671 milioni (il 6% del gettito) sono stati destinati al turismo ed ai beni culturali ed ambientali. Il 38,9% di tale somma è stato destinato ad attività di accoglienza e informazione al turista, il 28,4% a gare per il marketing e la valorizzazione di nuovi prodotti turistici, il 16,6% alla programmazione di eventi in Italia e all’estero, l’8,8% alla partecipazione a fiere e workshop, il 6,7% alla comunicazione dell’immagine della città e lo 0,7% alla formazione del personale.
Tenuto conto dei rapporti nulli o scarsi avuti con la precedente amministrazione su questo come su altri argomenti, quello che ci attendiamo è una partecipazione più attiva della categoria, che svolge l’importante ruolo di riscossione del contributo, nella pianificazione degli interventi.
Non dimentichiamo infatti che l’albergatore svolge un articolato insieme di attività, con le modalità e le scadenze previste nel regolamento comunale, senza che la legge lo abbia previsto. Particolare rilievo viene assunto dagli oneri connessi al mezzo di pagamento che il cliente utilizza per saldare il conto e, prima ancora, per effettuare la prenotazione e concludere il contratto. Qualora il cliente paghi con carta di credito o carta di debito, l’albergatore dovrebbe versare al comune l’importo intero della tassa, pur avendone di fatto incassato solo una parte, a causa dell’applicazione delle commissioni dovute al gestore della carta (il tasso applicato può variare, a seconda del tipo di carta e del gestore, tra lo 0,50% e il 2,5%).
Stelle e zone, in base a quale criterio viene deciso il valore della tassa di soggiorno?
A Roma legge nazionale e regolamento hanno stabilito che il contributo di soggiorno sia applicato secondo criteri di gradualità in proporzione alla classificazione. Ricordo che Roma presenta la tassa più elevata di tutto il territorio nazionale arrivando fino a 7 euro per le strutture 5 stelle.
Maggiore sofferenza è senza dubbio accusata dalle strutture che si trovano nelle zone limitrofe poiché, a parità di classificazione, il contributo incide maggiormente sulle strutture più decentrate dove sono applicate comunque tariffe più basse rispetto ad alberghi di pari categoria posizionati in centro con un incidenza percentuale sul prezzo finale della stanza sensibilmente più alta.
L’applicazione della tassa di soggiorno in base alla classificazione (ed alla tipologia) della struttura è stata peraltro mutuata, sulla scorta di Roma, anche dagli altri comuni italiani anche se tale modalità non è del tutto conforme al dettato legislativo che dovrebbe invece prevedere per il resto d’Italia un’ imposizione proporzionale al prezzo che sarebbe comunque maggiormente efficace, poiché potrebbe tenersi conto automaticamente di alcuni parametri oggettivi (categoria, ubicazione, stagionalità, etc.),
Roma vive una costante sofferenza turistica e culturale, la tassa di soggiorno come influisce sulla scelta del turista?
La tassa di soggiorno genera un considerevole impatto sulla spesa turistica e sulla scelta della destinazione avendo un peso non trascurabile sul pernottamento. In generale tale imposizione rende meno competitive le aziende alberghiere del territorio poiché determina una migrazione dei flussi turistici nei comuni contigui che non applicano. Il cliente infatti sceglie spesso di pernottare in località limitrofe per poi visitare la destinazione principale. Si tratta di un turismo “mordi e fuggi” che va ad impattare negativamente sul territorio in quanto comporta per le amministrazioni comunali dei costi maggiori in termini di traffico, trasporti, gestione rifiuti, ecc., rispetto ai benefici.
Federalberghi come accoglie le iniziative di Pietro Piccinetti e la nuova Fiera di Roma che può essere un’importante trampolino per il rilancio del turismo romano?
Abbiamo incontrato più volte l’Ad della nuova Fiera di Roma con cui abbiamo già avuto occasione di confrontarci su vari temi. Abbiamo accolto positivamente le iniziative che si stanno pianificando per il rilancio del congressuale, ma non solo e daremo senz’altro il nostro contributo per la migliore realizzazione di tali iniziative.