Il racconto d’inverno. Regia e adattamento di Elena Sbardella
Dal 26 agosto all’11 settembre ore 21.00 il Silvano Toti Globe Theatre presenta Il racconto d’inverno. Regia e adattamento di Elena Sbardella.
Una delle ultime opere scritte da Shakespeare, che contiene e sviluppa i temi presenti nelle opere precedenti. Qui la giustizia invade un terreno privato, quello della fiducia e della relazione matrimoniale tra Ermione e Leonte. Si susseguono la gelosia, la disperazione, l’allontanamento, il dolore, la morte, per poi vedere il ritorno della gioia più allegra e sfrenata e della vita: vince l’amore.
La stagione 2016 del Silvano Toti Globe Theatre di Roma – unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003 grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti – è promossa da Roma Capitale con la produzione di Politeama srl, organizzazione e comunicazione di Zètema Progetto Cultura. Anche quest’anno nelle sere di spettacolo sarà attivo il Globar.
Note di Regia
Nei lavori dell’ultimo periodo in Shakespeare è all’opera una dinamica della veridicità assoluta che parte dall’Amleto e culmina nel Racconto d’Inverno.
René Girard, Il teatro dell’Invidia
Scrivere delle note di regia prima di cominciare il lavoro con gli attori mette sempre in crisi, perché è con e grazie a loro che darò vita a questo Racconto d’Inverno. Gli ingredienti saranno semplici e essenziali: un ottimo testo, bravissimi attori e uno spazio magico: il Silvano Toti Globe Theatre di Roma. Il tutto gestito con cura, attenzione e divertimento. L’occasione è importante: 400 anni dalla morte del Bardo. Mi permetterò quindi di condividere appunti e riflessioni su un percorso sempre aperto.
L’umanità dei personaggi disegnati da Shakespeare è sempre sorprendente e il Racconto d’Inverno sconvolge per la modernità di quelli che lo abitano e muovono. Il racconto, la cronaca dell’inverno del cuore, il tempo delle passioni, dove la ragione si perde, dove tutto si dilata e comprime nel sentire di ovidiana memoria. Dove la morte e la vita, il dolore e la gioia più allegra e sfrenata ci parlano dritte al cuore.
La Sicilia e la Boemia
Dove si racconta di terre distanti, forse immaginate dall’autore, mai viste ma non per questo meno reali, di terre vive dalle forti tradizioni popolari, con chiari e distinti codici, la Sicilia e la Boemia.
Si racconta di due amici Fraterni, Leonte, re di Sicilia, e Polissene, re di Boemia. Della regina di Sicilia, Ermione, accusata di avere una relazione, e di più, accusata di aspettare quella figlia che sta per nascere dal re Polissene, che giusto nove passaggi di Luna, nove mesi, si è fermato in Sicilia per far visita all’amico che non vedeva da quando erano poco più che ragazzini innocenti.
Si racconta di un sospetto. Felicità nella voce, sorrisi sinceri, qualcosa di troppo: tutto ha inizio quando Polissene deve partire e Leonte chiede ad Ermione di parlare, DI convincerlo perché possa restare ancora qualche giorno, perché lui proprio non riesce a far cambiare idea all’amico.
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