Cronaca

Femminicidio in Italia? Termine usato fuori luogo. Valentina Morana

Femminicidio, cosa sta ad indicare? Chi ha usato questo termine per la prima volta? Intervista alla psicologa investigativa, e portavoce di La Nostra Campagna, Valentina Peloso Morana.

Dottoressa Morana, le cronache di questi ultimi anni ci parlano di femminicidio, ma questo termine “moderno”, da dove nasce?

La parola femminicidio nasce in Messico, a Ciudad Juarez, per descrivere l’omicidio di massa di donne violentate torturate e uccise a partire dal 1993 fino a oggi, nella regione di Chihuahua. Tutte queste donne hanno caratteristiche in comune: sono giovani, belle, sono studentesse, operaie, cameriere.

Anche i crimini hanno aspetti in comune: violenza fisica e sessuale, tortura, mutilazione e omicidio. Nessuna conoscenza tra vittima e carnefice, le donne sono state usate come femmine da violentare e uccidere per il proprio piacere. Molti i cadaveri che sono stati occultati.

In sintesi, la parola femminicidio nasce per descrivere un fenomeno criminale con caratteristiche specifiche, che ha molti aspetti presenti anche nella descrizione dei serial killer.

Quello che descrive è molto differente da quello che viene indicato come femminicidio in Italia, di che si tratta?

Valentina Peloso Morana
Valentina Peloso Morana

In Italia gli unici casi di femminicidio che mi vengono in mente sono quelli della strage del Circeo e quello di Maria Carmela Maiorano e di sua figlia Valentina. Donne ammazzate dopo essere state violentate, torturate, picchiate selvaggiamente e uccise (una è sopravvissuta ma ha sopportato una vita di inferno ed è morta giovane). Nessuna relazione tra vittime e carnefici, il violentare e l’uccidere fa parte del piacere del criminale.

Va da sé che il termine femminicidio è usato fuori luogo in Italia, nei media e in certi movimenti femminili. Altra cosa sono alcuni maschi che non si arrendono all’abbandono, che sono di un egocentrismo ed egoismo sfrenato, che sono violenti o sono esasperati da un qualcosa, o hanno disturbi di natura psichiatrica e agiscono un omicidio. Negare questo non aiuta a risolvere il problema, ed usare questo termine per rilanciare una superiorità maschile è offensivo nei confronti di tutte le donne e di tutti gli uomini, è offensivo culturalmente e scientificamente.

Come si dovrebbe agire per contrastare questo fenomeno?

Il fatto è che va sconfitta tutta la violenza. Certe femmine non hanno il coraggio di guardare in faccia la violenza in tutte le sue forme, perché hanno qualche cosa da risolvere, qualche scheletrino dentro un armadio. Per esempio non si occupano, della violenza feroce che subiscono alcune nuove compagne, di ex mariti e padri di figli, da parte delle ex mogli e dei sostegni che ricevono in questo. Sostegni che fanno sentire le nuove compagne come sbagliate, bugiarde, fuori posto.

O delle stessa violenza feroce, che ricevono alcune ex mogli dalle nuove compagne dei loro ex e padri dei loro figli.

Una forma di violenza di donna su donna, di cui le cosiddette femministe non si occupano perché cadrebbe tutta la loro ideologia in un colpo solo. Senza dimenticare le femmine che sono violente fisicamente e che picchiano i loro compagni, o che usano l’acido per deturparli, o che ammazzano i loro piccoli.

La dottoressa Valentina Peloso Morana chiude così la nostra intervista:

Un suggerimento alle cosiddette femministe: cara mie, è solo guardando ciò che non va in casa propria e risolvendo, che si possono fare le osservazioni agli altri. Voi non rappresentate tutte le donne nel vostro pensiero, ma una minima percentuale in tutta Italia, dunque non potete parlare a nome di tutte.

Per contatti:

Valentina Peloso Morana
La nostra Campagna

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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