Politica

40° Congresso del Partito Radicale, l’occasione persa

Dal 1 al 3 settembre il 40° Congresso del Partito Radicale nel luogo simbolo delle lotte pannelliane: Rebibbia. Ma è già un’occasione persa.

Dopo oltre cinque anni è stato convocato finalmente  il 40° Congresso straordinario del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. A Roma dalle ore 14 di giovedì 1 a sabato 3 settembre presso il penitenziario di Rebibbia (qui le info per partecipare). Lo ha deciso un terzo degli iscritti da almeno sei mesi al Partito come previsto dallo Statuto di uno dei più vecchi partiti della Repubblica e divenuto transnazionale grazie ad una geniale intuizione e scelta del leader storico Marco Pannella.

E’ anche per omaggiare il fondatore e leader dell’odierno Partito Radicale che l’evento si terrà presso il carcere di Rebibbia. Un luogo simbolo delle lotte pannelliane per la giustizia, l’amnistia, lo stato di diritto e il diritto umano alla conoscenza.

Ma la scelta del luogo appare anche una scelta di obiettivi politici per l’immediato futuro: proseguire le battaglie di Marco Pannella. Seguire il sentiero tracciato dal leader radicale e tradurre in azione transnazionale la visione del diritto alla conoscenza come diritto umano da conquistare per tutti e ovunque.

Oggi più che mai

Una sfida da mozzare il fiato che, però, non consentirà ai congressisti, proprio perché transnazionali, di tralasciare questioni “vecchie” ma sempre attuali che si ripresentano sotto nuove vesti. Fondamentalismi, guerre, proibizionismi, degenerazione delle cosiddette “democrazie” in “democrazie reali”, perdurante illusione della sovranità assoluta nazionale, cancellazione sistematica di diritti umani storicamente acquisiti.

Davanti all’apparente e reale regressione del diritto e dei diritti acquisiti, minacciati da una nuova guerra globale perpetrata contro la libertà del singolo e di interi popoli gli strumenti a disposizione da rilanciare sono sempre gli stessi. Nonviolenza, affermazione universale dei diritti umani, federalismo europeo e mondiale, lotta ai proibizionismi, alla pena di morte, tutela dei popoli oppressi.

Tutti questi obiettivi, e tanti altri, possono essere conquistati grazie all’affermazione del diritto universale alla conoscenza quale diritto umano “naturale”. Senza l’affermazione del diritto umano alla conoscenza tutte queste lotte rischiano di fallire.

L’occasione persa

Volgendo lo sguardo alla storia delle iniziative e all’attualità globale che ci circonda il Congresso del Partito Radicale dovrebbe essere un’occasione straordinaria per chiunque voglia anche solo approfondire le dinamiche degli eventi globali che ci circondano. E che voglia andare poco più in là del proprio naso. Non è necessario essere iscritti per partecipare.

Purtroppo ad oggi l’interesse è stimolato quasi esclusivamente da una polemica, tutta interna all’area radicale, sulla data della convocazione e sul luogo simbolico ma concreto: il carcere di Rebibbia.

Invece di essere un vanto l’ennesima eccezionale alterità che rappresenta il Congresso del Partito Radicale, già svolto in passato in luoghi non accessibili alla scappatella romana di un paio d’ore come Tirana o Ginevra, una parte di radicali -si spera esigua- diventa preda di chiacchiere e polemiche degne di un congressino di una sezione di provincia di un qualsiasi partitello della seconda Repubblica. Un partitello che faccia dell’1% alle elezioni  la propria forza contrattuale da usare in sede di Manuale Cencelli. E parliamo di un Congresso del Partito Radicale per sua natura Transpartito, ovvero impossibilitato a presentarsi alle elezioni politiche.

Perché seconda Repubblica? Ma nella prima vi era già più capacità nel saper discernere tra lo straordinario e l’ordinario, tra eccezionalità e mediocrità. E citando Marco Pannella è giusto temere solo i mediocri; da loro ci si può attendere di tutto.

Diego Sabatinelli

Dal ’95 letteralmente “batto le strade” di Roma per promuovere le iniziative nonviolente radicali, a partire dalla raccolta firme su 20 referendum che si svolge proprio quell’anno…

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