Antonietta Farina Coscioni “due mesi senza Marco”
Maria Antonietta Farina Coscioni, Presidente Istituto Luca Coscioni “quello che è stato con Pannella, quello che potrà, potrebbe essere ora, senza Marco”. Congresso straordinario a Rebibbia.
Marco per tanti di noi è stato l’equivalente di una stella polare: per quello che ha fatto, per quello che ha cercato di fare, per come lo ha fatto, perché sono convinta che anche gli strumenti e non solo i fini, sono importanti e hanno valore e danno valore; e penso, in particolare, al suo non stancarsi mai di coniugare lo “strumento” della nonviolenza con lo “strumento” del diritto e della giurisdizione.
Marco dava corpo, nel senso più autentico e letterale all’azione politica; ed era, è, il segreto della politica radicale. Dare corpo significa centralità della persona, con i suoi bisogni, i suoi diritti; una centralità che dovrebbe essere fondamento delle ragioni e del programma del nostro agire politico. Il corpo del malato che diventa esso stesso strumento di iniziativa politica, come volle e seppe fare Luca Coscioni. Il corpo degli affamati e degli assetati, quando negli anni Ottanta ci si mobilitò contro l’Olocausto per fame nel mondo che si consumava ogni giorno, tra la generale indifferenza. Il corpo del recluso, del prigioniero in carcere: che ancora oggi patisce quello che tutti ormai riconoscono essere un “trattamento inumano e degradante”.
Attualità politiche che si intrecciano con il passato.
Penso a un intervento di Pannella del lontano aprile del 1978, alla commissione Igiene e Sanità della Camera dei Deputati. Si evidenziava come la chiusura dei manicomi senza la realizzazione di strutture e la previsione di adeguati servizi territoriali a servizio appunto delle persone, dei corpi e delle menti martoriate da sofferenze psichiche e delle loro famiglie, avrebbe procurato un aumento della conflittualità sociale e le frustrazioni; era “solo” un intervento legislativo
“per impedire il fatto politico dei referendum… compiendo un atto di irresponsabilità”…
Anche per tutto questo sono convinta che ci sia necessità ancora di una politica radicale, e non di un agire a compartimenti stagni, facendo circolare il capitale umano e non, per affrontare, con libertà e onestà intellettuali e senza pregiudizi, quella, per esempio, che è, ancora oggi, una sfida tra le più importanti: il rapporto tra ricerca scientifica, genetica, etica, diritto, informazione, conoscenza e politica…
Continua a leggere la riflessione e l’invito al congresso straordinario del 1/2/3 settembre a Rebibbia sul sito ufficiale dell’Istituto Luca Coscioni a firma di Maria Antonietta Farina Coscioni.