Franco Miseria ha fatto Boom! Uno spettacolo col botto
Franco Miseria il 22 maggio scorso ha diretto al Teatro Politeama di Prato lo spettacolo “Boom!” Musica, ballo, canto e teatro perfettamente intrecciati.
Gli ingredienti del Musical ci sono tutti e lo Chef Franco Miseria, al Teatro Politeama di Prato, manda in sala portate cariche di emozioni, energia e ritmo, qualità delle quali è indiscutibile maestro.
Il debutto è stato dunque la migliore occasione per incontrare un amico e chiedergli di presenziare, rispondendo a qualche domanda, anche alla prima di questa rubrica.
Franco, da quale esigenza nasce la volontà di mettere in scena uno spettacolo come Boom?
Nasce sicuramente dall’esigenza da parte mia di creare qualcosa che attiri l’attenzione sull’arte che sto facendo: il perfezionamento al musical.
A cosa ti sei ispirato?
Mi sono ispirato a uno spettacolo en travesti. Cioè gli uomini fanno le donne e le donne fanno gli uomini. È uno spettacolo molto ambizioso. A volte non riesce nemmeno con i professionisti. Io invece ho tutti giovani allievi. Addirittura un gruppo di giovani sono del primo corso e non sono mai entrati in palcoscenico. Li ho dovuti prendere, impacchettare e mettere insieme al secondo e al terzo anno. Sono un po’ incosciente, ma credo che alla fine i ragazzi mi abbiano seguito e abbiano imparato qualcosa che non sapevano. Anche se non mi sono inventato nulla visto che gli uomini che interpretavano le donne erano presenti già nel teatro di Shekespeare. In più, visto che il tema è particolare e delicato, ho invitato secondo me il top che c’è in Italia in questo momento dell’en travesti, che si chiama Drusilla Foer. Poi in scena viene anche Simona Marchini che insieme a me dirige questo laboratorio di perfezionamento al musical da quindici anni e più.
Qual è il messaggio che vorresti dare al tuo pubblico?
Arte. Arte pura e fatta bene.
Guardando la tv si ha l’impressione che il varietà inteso come fucina di artisti e di professionalità sia morto o comunque in fin di vita. Per te è così?
Per me non è così. Per me il Varietà esiste ed esisterà sempre. Qualunque forma di spettacolo, comunque completa, esisterà sempre. Il problema è la confezione e chi ci sta dentro. Se dentro ci sono dei raccomandati e della gente che non vale è meglio non farlo. E la televisione purtroppo sta proponendo sempre di più cose che non lasciano il segno. Non a caso ancora oggi su youtube vediamo capolavori, televisivamente parlando, degli anni ’60, ’70 e ’80. Ma dal ’90 in poi non c’è nulla che si sia conservato. Perché? Perché la differenza la fa la confezione, gli artisti e la serietà professionale di tutta la squadra.
Quale programma tv manca nei palinsesti?
Manca l’arte a tutti i livelli. Arte, arte, arte! Arte elevata. Io sono costretto ad uscire sempre di più per andare al cinema, andare a teatro perché la televisione non mi dà più arte.
Con quali artisti ti piacerebbe collaborare e perché?
Con tutti gli artisti. Anche i più piccoli. Dai più piccoli ai più grandi. L’importante è che abbiano studiato e che siano appassionati a questo mondo e a questa arte. Perché comunque è il mestiere più bello del mondo. Ed è anche il più difficile.
La frase o l’episodio che ha cambiato o ha dato una direzione all’esistenza di Franco Miseria.
Volere è potere. Ed è pure il nome della scuola secondaria che ho fatto: volere è potere. Io avevo fatto la prima, la seconda media e venivo sempre bocciato. Allora papà m’ha menato, mi ha dato un sacco di botte e mi ha messo a lavorare. Poi però mamma diceva: possibile che ho un figlio che mi ha fatto solo le elementari? Un titolo lo deve avere! E così mi iscrisse a questa scuola privata, a Roma, che si chiamava “Volere è potere”. E da lì ho capito tutto.
Se te lo chiedessero, saresti disposto a fare il giurato e il coach in un talent?
Si. No. Non lo so. Dipende da qual è il talent e quali sono gli ordini che arrivano dall’alto. Perché se devo stare al gioco del talent e farlo durare 8, 10 puntate forse no. Io lo farei se avessi carta bianca per poter giudicare e poter eliminare o no una persona se vale o meno.
Cosa aveva il Franco Miseria di ieri che Franco di oggi non ha più?
Ieri avevo l’istinto. Oggi ho imparato a razionalizzare l’istinto. Per diventare quel che sono diventato mi ha guidato l’istinto. Però non sempre l’istinto ti può far capire che è tutto giusto quello che fai. Devi imparare a razionalizzarlo. Faccio regie perché ho imparato questo concetto.
Se ti fosse concesso di tornare indietro nel tempo e di avere solo dieci secondi per dare un consiglio al Franco Miseria di ieri, cosa gli diresti?
Rifarei tutto quello che ho fatto.
Se potessi fare un dono all’umanità, quale sarebbe?
All’umanità io darei arte, perché l’arte è la forma espressiva più educativa per far vivere delle persone in un contesto alto, artisticamente parlando.
Franco, come va l’amore?
Di merda. Non si può aver tutto nella vita, no?