Governo approva le Unioni Civili con abuso di fiducia
Il Governo Renzi abusa della fiducia sulle Unioni Civili, la democrazia parlamentare dismette le proprie prerogative interpretando una vuota celebrazione.
E’ bene chiarirlo subito, chi scrive è d’accordo che il Governo abbia insistito per avere una legge italiana che riconosca le unioni tra persone che non possono o non vogliono contrarre matrimonio, magari in attesa che l’Unione Europea faccia maggiori passi avanti al fine di omogeneizzare il diritto di famiglia tra gli stati membri. Sono, inoltre, tra coloro che ritengono saggio aver previsto un passaggio di mediazione tra chi non vuole riconoscere alcun diritto alle coppie dello stesso sesso e chi vuole allargare l’istituto del matrimonio anche alle coppie omosessuali, mediazione necessaria non solo per abituare la società italiana a nuove formazioni riconosciute con diritti e doveri specifici, ma anche perché ritengo l’istituto del matrimonio un ambito troppo stretto su cui agire per migliorare la convivenza tra le persone piuttosto che importare anche tra le nuove formazioni sociali mali antichi a cui ancora non si è posto rimedio, dalle questioni patrimoniali a quelle legate alla filiazione.
Abuso della fiducia
Aver posto la fiducia da parte del Governo Renzi alla Camera, ramo del Parlamento dove la maggioranza ha numeri tali da non rischiare sorprese, è in linea con il modus operandi dell’attuale presidente del consiglio che finalizza tutto il suo agire ad un’eterna campagna elettorale abusando politicamente dei mezzi di cui dispone. Aver chiesto la fiducia in una situazione di non necessità per i numeri in campo e a meno di un mese dal voto per le amministrative nelle maggiori città italiane dove, tra le altre cose, il PD è dato in grave sofferenza dimostra che per questo Governo tutto è spot elettorale. Lo furono già i famosi 80 euro per le europee e sicuramente tra questo successo annunciato e il voto al ballottaggio qualche coniglio dal cilindro uscirà fuori, magari a costo zero, come avverrà poco prima del referendum istituzionale autunnale in cui il premier si gioca la poltrona insieme alla credibilità dell’emerito Presidente Napolitano. Sarà una manovra sulle pensioni oppure l’eliminazione del bollo auto, ma qualche spot ci sarà e non sarà un risparmio per le nostre tasche: nel primo caso la pensione anticipata verrà decurtata e nel secondo aumenterà il costo dei carburanti, ma tant’è lo spot è sempre allo studio.
Era una democrazia parlamentare
Il fatto grave di aver chiesto la fiducia risiede nell’assetto costituzionale che regola la nostra democrazia e che il Governo Renzi vuole modificare. Il nostro è un sistema parlamentare dove le leggi dovrebbero essere discusse, modificate ed approvate dal Parlamento, denominato appunto “potere legislativo”. I regolamenti parlamentari prevedono tutta una serie di tecniche atte ad evitare che il percorso delle proposte di legge si areni tra commissioni ed aula e tra i due rami del Parlamento. Ovviamente sono le forze politiche elette dal popolo a decidere se una proposta di legge debba finire in un binario morto o abbia una corsia preferenziale. La fiducia posta sui provvedimenti da parte del Governo spazza via tutto, impedisce il dibattito ed il naturale percorso parlamentare del provvedimento quando una maggioranza deve contarsi per verificare se ancora ci sono i presupposti per proseguire il proprio cammino. Ovviamente, tipico degli italiani, se c’è la scorciatoia la si usa a piene mani e questo è stato fatto un po’ da tutti i governi anche quando c’erano maggioranze schiaccianti. Ma l’abuso ha assunto livelli di guardia, tanto che ogni riforma in senso presidenziale della nostra democrazia perde di significato visto che lo siamo di fatto. Il governo Berlusconi IV poteva contare su una maggioranza solidissima tanto al Senato che alla Camera, ciò non impedì all’esecutivo di porre la fiducia su un provvedimento ogni sei (il 15.03%, dati OpenPolis). Con le larghe intese di Mario Monti si passa al 45.13%, mentre Enrico Letta torna al trend precedente: una legge su quattro (il 24.32%). Il top si raggiunge con Renzi, nei primi 8 mesi di governo si arriva all’80.7%, praticamente superato ogni record!
La gatta presciolosa
Quale il male di procedere a colpi di fiducia eludendo il dibattito tra forze politiche che fa perdere tempo tra commissioni, aula e tra Senato e Camera? La proposta di legge presentata da una o più forze politiche inizia un percorso che è fatto di esami da parte di commissioni che hanno competenza per quella materia specifica, si fanno audizioni con associazioni e professionisti, si dibatte con i partiti e movimenti contrari per cercare di trovare una mediazione che porti ad un testo maggiormente condiviso, ma soprattutto nel percorso si modificano quelle falle che poi saranno i cittadini, e quindi i tribunali, a dover affrontare nella pratica non senza costi personali e sociali ingenti. Una legge scritta male -ce ne sono infinite- può essere verificata durante questi passaggi o franare sulle spalle di chi poi la dovrà subire. Nel caso specifico sulla legge Cirinnà per le Unioni Civili ci sono obiezioni di tipo tecnico che già sono state rilevate dagli operatori del diritto e che non troveranno correzione, mentre il passaggio alla camera dove i numeri per la maggioranza sono solidi avrebbe aiutato a superare. Semmai la fiducia sarebbe stata opportuna in seconda battuta al Senato dove il dibattito ormai è concluso e ciò che doveva essere sistemato ha trovato soluzione. Infatti porre la fiducia a questo dovrebbe servire, ma l’eventuale percorso regolare che avrebbe comportato qualche mese in più, che ad esempio non ha impedito alla legge sul divorzio breve di essere approvata, avrebbe impedito lo spot elettorale. Così hanno perso tutti, le coppie obbligate ad essere di fatto e il dibattito democratico?