Canili Comunali di Roma, scrivono i volontari
Riceviamo lettera di volontari dei canili comunali di Roma “necessità di fare chiarezza su alcune inesattezze uscite sulla stampa, licenziare i lavoratori e sostituirli con i volontari significa sostituire professionisti con amatori”
Siamo un gruppo di persone che da anni fanno volontariato all’interno dei canili comunali di Roma (Muratella, Cinodromo, Valle dei Cuccioli e Poverello, queste ultime due smantellate dal Comune).
Questo comunicato nasce dall’urgenza di fare il punto della situazione sui canili comunali di Roma, anche a fronte di alcune inesattezze uscite sulla stampa negli ultimi giorni, e di sostenere i lavoratori e le lavoratrici dei canili comunali in lotta per la difesa del benessere animale e dei propri posti di lavoro, oggi entrambi messi a rischio dalla politica del Comune di Roma.
Recentemente il Comune di Roma ha annunciato una serie di decisioni che minano alle fondamenta il benessere degli animali e l’efficienza e la qualità di un servizio pubblico che il Comune stesso, in virtù della legge 281/1991 e successive integrazioni a livello regionale, è tenuto a garantire. In primis l’intenzione di trasferire più di 200 animali dalle strutture comunali verso altri canili. Nelle liste di deportazione, perché di questo si tratta, ci sono anche animali anziani e malati, che necessitano di cure veterinarie e assistenza quotidiana.
Non è dato sapere – perché il Comune di Roma non l’ha comunicato, al di là di generiche dichiarazioni – dove andranno questi animali e chi si prenderà cura di loro.
L’altra grave decisione è quella di interrompere le convenzioni in essere per la gestione delle strutture a partire dal 1 maggio, portando così al licenziamento di decine di lavoratori e lavoratrici, e sostituirle con accordi con varie associazioni di volontariato che saranno chiamate (non si sa bene come) a sostituire il contributo dei lavoratori. E’ bene ribadire che volontari e dipendenti sono due figure radicalmente diverse e separate che devono rimanere tali. Lavoratori e lavoratrici, persone dalle consolidate esperienza e competenze, sono regolarmente assunti secondo contratti e con stipendi a norma di legge, le cui buste paga sono pubblicamente esposte nella bacheca di ingresso del canile Muratella, proprio per maggior trasparenza. I volontari invece sono figure di supporto che operano in funzione della loro disponibilità di tempo libero (in generale mezza giornata a settimana), peraltro in attività complementari al lavoro costante e continuativo dei lavoratori che così garantiscono l’efficacia del servizio.
Fatta questa premessa, è bene anche chiarire che la presenza di lavoratori e lavoratrici è l’unica garanzia del benessere degli animali e della funzionalità dei servizi offerti ai cittadini. Con la nostra esperienza, respingiamo qualsiasi idea di affidare la cura ed il benessere degli animali esclusivamente al ‘lavoro volontario’, strategia che il Comune di Roma intende portare avanti avvalendosi della disponibilità di alcune associazioni (le quali, prestandosi a questo, andrebbero in contrasto con la salvaguardia di quel benessere animale che vorrebbero difendere): licenziare i lavoratori e sostituirli con i volontari significa sostituire professionisti con amatori. Questa decisione causerà la scomparsa di qualsiasi forma di servizio pubblico specializzato, sostituendolo con attività volontarie la cui qualità dipenderà unicamente da umori personali e non più da doveri e abilità professionali. A farne le spese, gli animali (quei pochi che rimarranno nelle strutture comunali) e i cittadini di Roma.
Sarebbe normale affidare un qualsiasi servizio sociale pubblico al lavoro volontario, non retribuito e come tale privo di qualsiasi vincolo e obbligo? Immaginate una struttura di 600 animali, il canile della Muratella, dove ogni giorno entrano animali feriti, malati e mordaci, gestita in toto da volontari. Animali che verranno nutriti, puliti, curati, fatti adottare se e quando ci saranno i volontari. Se non ci sono, il servizio si ferma, privando i cittadini e gli animali di cure, consulenze, aiuto, possibilità di tutela e benessere.
Il lavoro volontario, che il Comune intende come modello di coinvolgimento civico, è invece la pietra tombale di qualsiasi servizio sociale efficace e, pur nascendo con l’intento di risparmiare soldi, riduce la qualità dei servizi creando conseguenti danni economici dovuti alla scarsa efficacia e ovvie necessità di riadeguamento. L’idea del lavoro volontario non significa né risparmio né ottimizzazione, ma solo depauperamento dei servizi, e colpisce i soggetti più deboli: oggi gli animali, domani i bambini, gli anziani, i disabili.
Il Comune ha infine annunciato un bando per la gestione dei canili comunali, a partire dal 1 ottobre. Ne siamo contenti. Non sono mai stati né volontari né lavoratori ad ostacolarlo. E’ stato il Comune di Roma che non l’ha mai fatto e i suoi tentativi sono naufragati tra infiltrazioni di Mafia Capitale e bandi a cifre bassissime andati praticamente deserti. E’ importante quindi pretendere che il bando debba essere a cifre congrue, atte a garantire il benessere degli animali. No a qualsiasi ipotesi di bando a cifre ridicole che faccia strame dei diritti degli animali, no alla depauperazione di un servizio pubblico! Riaffermiamo qui, con forza, la volontà di preservare il benessere dei cittadini di Roma, umani ed animali, attraverso la qualità di un servizio sviluppatosi negli anni con il lavoro sinergico e complementare di professionisti e volontari.