Lorenzo Bruschini alle Scuderie Aldobrandini di Frascati
Lorenzo Bruschini, Mostra Personale alle Scuderie Aldobrandini di Frascati. Inaugurazione sabato 16 aprile dalle 17 alle 19.
Self-Shaping, la Personale di Lorenzo Bruschini, sarà inauguratapresso le Scuderie Aldobrandini di Frascati -piazza Guglielmo Marconi, 6- sabato 16 aprile, dalle 17 alle 19. La mostra è a cura della galleria RvB Arts. Testo Critico Viviana Quattrini
Lorenzo Bruschini, pittore ed incisore, è nato a Frascati nel 1974. Dopo aver frequentato come borsista la prestigiosa École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi, nel 2007 si diploma in Pittura con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Roma. Le opere di Bruschini sono presenti in varie collezioni private e fondazioni, sia in Italia che all’estero, mentre i suoi disegni sono pubblicati dalla casa editrice Edizione del Giano. Artista poliedrico, fondatore della Scuola d’Arte Les Oiseaux Noirs, ha stabilito nel tempo legami profondi con la poesia francese. I suoi lavori di elevata immaginazione coniugano la dimensione del sogno e del mito con una tavolozza elegante e minimale.
Self-Shaping è una mostra dedicata alle sue ultime opere. Il titolo inglese allude al tema dell’identità. Sono dipinti dal significato aperto e in continua trasformazione di senso. Come i disegni che li accompagnano nella mostra, essi inducono chi li osservi ad incamminarsi lungo un personale sentiero immaginifico ed interpretativo.
RvB Arts è una galleria romana che promuove Accessible Art. Scova talenti emergenti e organizza mostre ed eventi con lo scopo di far conoscere l’arte contemporanea in maniera divertente ed informale.
Testo critico di Viviana Quattrini
La ricerca di Lorenzo Bruschini si situa all’interno di un percorso che ha origini nelle più antiche forme d’arte dove mito e rito erano parte integrante dell’opera. Attraverso un linguaggio frammentato, volutamente velato e contemporaneamente ambivalente, eleganti figure bidimensionali affiorano su uno sfondo che raramente dà indicazioni oggettive riguardo il contesto. Il paesaggio, quando si intravede, si intreccia con la favola della vita a volte intrappolando, altre volte conducendo in scenari onirici. Uomo e animale convivono, coincidono e concorrono a svelare la loro intima essenza. Figure fluttuano, altre sembrano invece trovare il loro appoggio lì dove noi non riusciamo a distinguere un piano stabile.
Self-Shaping (letteralmente dipinti che auto-modellano) sono opere che indagano il tema dell’identità attraverso tre livelli di potenziale mutamento. Essendo immagini che nascono spontaneamente dalla fantasia dell’artista, lui stesso si sente coinvolto in un processo di cambiamento che deriva dall’atto di rappresentare i suoi sogni. Un altro livello riguarda l’opera stessa che lascia intravedere le tracce del processo creativo e che, essendo composta di contenuti simbolici non codificati, continua a vivere e a trasformarsi. Infine le sue opere inducono chi le osservi ad incamminarsi lungo un personale sentiero immaginifico ed interpretativo. Così Bruschini conduce lo spettatore stesso ad esserne protagonista inconsapevole: un nuovo atto creativo si sviluppa nella mente dall’atto percettivo.
Questa immanente vitalità rimette continuamente in discussione percezione e cognizione di chi osserva e di chi crea. L’esperienza del vissuto si intreccia con la fantasia per portare in superficie una galassia di immagini, in cui risuona nel profondo l’eco dei sogni. Figure appaiono ricomporsi dall’iniziale caos attraverso un’energia totalizzante. Come di un’antica danza, raccolgono il frutto del sacrificio dell’anima che si dona completamente per superare paure ancestrali in un percorso di costruzione dell’identità. Quel che ne scaturisce è un viaggio iniziatico attraverso un labirinto di figure fantastiche che evocano l’invisibile dell’apparente realtà. Nell’osservarle ci troviamo come Alice nel suo mondo – principio e fine di un continuo paradosso.
Il paradosso concorre a infondere all’opera il suo carattere dinamico. Forme ricorrenti assumono spesso connotati diversi come corna che si tramutano in code per diventare ali, altre si alternano come tragedia e commedia, sogno e realtà, segni taglienti e morbidi concorrendo a creare una personale mitologia fatta di simboli stravaganti e oscuri. Realtà, fantasia, non-sense, mistero, intrigo, frammenti memoriali si uniscono.
Bruschini con un linguaggio dal forte carattere poetico non poteva che esprimersi nell’uso principale del bianco e del nero. Come i tasti del pianoforte e l’inchiostro sulla carta, i due colori si pongono come fase pensante al principio della creazione. Quello che consideriamo bianco in questo caso è dato dalle sue infinite variazioni. Come l’opale racchiude tutti i colori in un’unica essenza, così i suoi bianchi sono carichi di storia.
In un’era in cui niente è definito e determinato a priori e dove tutto si modella su percezioni spazio-temporali e stati d’animo, l’arte di Lorenzo Bruschini diviene strumento per una comunicazione sensibile, capace di restituire, attraverso personali visioni, saperi universali.