Alitalia Maintenance Systems: ancora attesa per i 240 lavoratori
Alitalia Maintenance Systems: 240 lavoratori altamente specializzati attendono per venerdì 11 marzo la pubblicazione della gara internazionale da parte della Curatela Fallimentare per la cessione del complesso aziendale.
Alitalia Maintenance Systems (AMS) è una azienda italiana con sede a Fiumicino nata nel 2003 da una costola del settore manutentivo di Alitalia con la partecipazione nel capitale di Lufthansa Tecnik. La sua principale attività è la complessa manutenzione, riparazione e revisione dei motori per aeromobili e componenti aeronautici. Negli anni si è rilevata un’eccellenza tecnologica motoristica aereonautica grazie alla presenza di tecnici di alto livello e ha fornito costantemente interventi on wings a costi inferiori rispetto ad altri competitors. Date queste premesse reali il suo cammino verso il declino sembra avere i contorni di una storia incredibile. L’Odissea dei suoi lavoratori si lega alla crisi che portò nel 2008 Alitalia al fallimento. Nel 2010, grazie ad un accordo firmato a Palazzo Chigi alla presenza dell’onorevole Gianni Letta, l’azienda riuscì a ripartire, ma dopo poco tempo la nuova crisi di Alitalia, che portò all’acquisizione della compagnia da parte di Ethiad, ebbe effetti pesanti su AMS . Si arrivò infatti ad un regime di concordato preventivo. Il tribunale ammise l’azienda al preventivo a fronte di un piano di rilancio ed i capitali di un investitore giordano la PanMed Energy per 10 milioni di euro. La società giordana però non rispettò la scadenza . Il 30 settembre 2015 il Giudice Fallimentare ne dichiarò il fallimento. Il 15 gennaio 2016 è stato raggiunto un ulteriore accordo sulla Cassa Intergrazione in Deroga (CIG). Ma lavoratori e sindacati non si fermano e lottano per mantenere in Italia e vivo un settore che non è mai stato in perdita.
Ultime notizie
In tutti questi mesi i lavoratori di Alitalia Maintenance Systems hanno spesso manifestato sotto il quartier generale di Alitalia-Ethiad e hanno intrapreso diverse iniziative. Il 28 febbraio 2016 è stata inviata una lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi che ad oggi non ha ancora risposto. In tale lettera viene fatto presente come i lavoratori siano stati defraudati della propria dignità e si cita un episodio di non poca importanza riportato anche nel comunicato sindacale del 22 febbraio 2016. Ai 5 motori inviati in precedenza per manutenzione e riparazione alla Bedek di Tel Aviv ne sono stati recentemente ulteriori 8, mentre i lavoratori e i moderni e tecnologicamente avanzati macchinari di AMS sono fermi con il rischio di deterioramento, e quindi di costi aggiuntivi per il ripristino dell’uso, nei capannoni a Fiumicino. Un atto che sembra dar corpo alla possibilità che Alitalia-Ethiad affidi la revisione dei motori a medio raggio (CFM56-5B) proprio alla Bedek, con una commessa del costo esorbitante di 500 milioni di euro da pagare in 10 anni, ma con la conseguenza ben più grave che qualsiasi investitore intenzionato a rilevare l’azienda ed il personale, possa non avere sufficienti motori per far ripartire l’azienda stessa o addirittura la base di partenza. In un incontro al MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico) le OO.SS. hanno chiesto una soluzione in tempi rapidi, un maggiore e concreto impegno, la presenza di un soggetto industriale economicamente solido e che Alitalia SAI assicuri la continuità industriale alla nuova società affidandole la manutenzione dei 20/25 motori annui. Ciò impedirebbe la delocalizzazione e il trasferimento della società all’estero. Parallelamente hanno lanciato una petizione che chiunque può firmare on line se intenzionato a sostenere la causa di 240 lavoratori e di un settore di eccellenza italiana.
Qui il link Petizione on line a sostegno dei lavoratori AMS. Petizione per salvare i 240 lavoratori AMS e manterla in Italia L’attesa non finisce, nemmeno la speranza che tutto si risolva avendo ancora il personale in continuità, ossia prima che scada la CIG il 14 aprile.