Arte e Cultura

La Città di Ferro di Oscar Wilde, al Teatro Arvalia

La città di ferro,  scritta  nel 1897, da O.Wilde, racconta l’angosciante vita dei carcerati. In scena al Teatro Arvalia.

“Quest’uomo ha ucciso ciò che amava”:  questa è la frase ricorrente di tutto lo spettacolo che ti colpisce come una coltellata. La storia de La città di Ferro, non può lasciare indifferente nessuno spettatore attento, perché tocca tanti argomenti che tutt’oggi coinvolgono le nostre vite, tra cui l’amore violento e la pena di morte. Lo spettacolo inizia con una scena che appare dolce e cruenta allo stesso tempo, per poi svilupparsi nella trama che vede coinvolti un gruppo di 21 giovani e talentuosi attori che si trovano su un palcoscenico allestito come una galera: buio, tetro e angosciante.

La sensazione che trasmettono i protagonisti è tristezza e disperazione, per aver perso la libertà, ma anche per la solidarietà di tutti i carcerati per un condannato a morte che subirà l’esecuzione di lì a poche ore.  Si capisce bene quanto lo scrittore fosse colpito dalla crudeltà della pena di morte, costretto a vivere due anni di prigionia per omosessualità e solo alla fine dello spettacolo si intuisce che Wilde ha avuto l’occasione di parlare con il condannato a morte e di condividere con lui quella atroce ultima esecuzione.

I galeotti de La Città di Ferro, vivono le loro vite lentamente, scandendo le giornate con l’assordante sirena che stabilisce  i loro ritmi alienanti.  L’opera regala una prospettiva diversa sulla vita, la liberà, la morte. Fa comprendere che ognuno di noi potrebbe “uccidere l’amore”  in modo più o meno violento e persino attraverso un bacio.

I protagonisti ci ricordano che gli uomini sono nemici degli uomini e anche questa frase ti fa vibrare l’anima per quanto è vera e attuale. Sottolineano che la galera non potrà mai migliorarli e che al contrario, li rende più deboli e vulnerabili, ogni giorno di più. Le loro giornate trascorrono nella speranza  di uscire da quel carcere, ma anche nella amara consapevolezza che non saranno persone migliori.

Durante le  notti, i detenuti danno sfogo alle loro angosce più recondite che talvolta sfociano in pianti disperati e solitari. Essere spettatori  della loro  tristezza, induce a riflettere sulle condizioni in cui vivono coloro che sono costretti  a passare l’esistenza dietro le sbarre, come in una città di Ferro.

 Lo spettacolo, sarà in scena al teatro Arvalia, fino al 14 febbraio

Tiziana Tringale

La mia grandissima passione sono i viaggi, perché attraverso il viaggio posso conoscere persone diverse e altre culture. Ho studiato le lingue proprio per questo motivo e non vorrei mai smettere di studiarne ogni giorno una nuova. Avrei voluto diventare una scrittrice di libri gialli, ma la vita mi ha portato altrove. Le altre passioni sono sintetizzabili con una sola frase: trascorrere il tempo con i miei amici e con le persone che mi trasmettono qualcosa di positivo. Allieva Academy SenzaBarcode 2016

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