Cronaca

Franco Olivero e la sua Zona Franca

Zona Franca: il quinto album di Franco Olivero. A dieci anni di distanza dal precedente disco, il nuovo manifesto di ‘ricerca stilistica’ del flautista piemontese: un policromatico lavoro di gruppo tra jazz, world music e improvvisazione.

“L’essenza di ogni arte risiede nella ricerca di una propria specifica identità creativa ed espressiva”. La frase di Franco Olivero – contenuta nel booklet del nuovo disco Zona Franca – è più di una dichiarazione: è un manifesto programmatico che da anni anima e dirige l’attività musicale del compositore piemontese, curioso, poliedrico, sempre a caccia di nuovi stimoli e attivo al crocevia tra le arti. Pubblicato da Ultra Sound Records e distribuito da IRD, Zona Franca è il biglietto da visita ideale per capire la musica polimorfica del flautista di Cuneo, che propone un fascinoso album di difficile catalogazione, creato da un organico anomalo, a cavallo tra jazz, world music, musica colta, con inedite collocazioni strumentali, elementi ambient e improvvisativi.

Pubblicato a un decennio di distanza da La sottile fune, Zona Franca riprende alcuni stralci del passato compositivo di Olivero e li rilancia con un approccio nuovo, aperto più che mai all’interazione con altri musicisti: “Non volevo chiudere in un cassetto una serie di frammenti, appunti, idee sonore che in parte avevano fornito l’impronta di contesti artistici non solo musicali (piece teatrali, reading, danza contemporanea…) o che invece sarebbero rimasti sulla carta o sul mio mac. Da qui l’idea di rifare un disco dopo tanto tempo. La fase di ricomposizione di questo materiale è stata elaborata in questa prospettiva e con la voglia di condividere i miei brani con stimati musicisti”. Olivero ha coinvolto nomi del calibro di Paolo Masia, Francesco Bertone, Marco Allocco, Paolo Franciscone e Chiara Rosso in un’operazione dal respiro collettivo, costruita sulla personalità degli strumentisti: “Zona franca è stato provato e registrato in un “unico respiro” con l’intenzione di creare l’idea di ascoltare un ensemble di musicisti che dialogano e interagiscono in un tempo verosimilmente reale. I musicisti hanno contribuito come singole identità che intervengono con la loro forte personalità: se in Zona Franca non ci fossero stati loro, il disco non suonerebbe così”.

Flautista versatile e camaleontico, dagli anni ’80 Franco Olivero lavora in diversi contesti – dal teatro alla musicoterapia, dalle colonne sonore alla danza – e questa attitudine multitematica ispira profondamente gli undici brani di Zona Franca. L’album è stato presentato dal vivo in concerto venerdì 15 gennaio, all’Auditorium dell’Annunziata, a Cuneo.

SenzaBarcode Redazione

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