Cronaca

Delocalizzazione, petizione diffida intervista a Stefano Zappalà

Stefano Zappalà è tra gli autori della petizione diffida contro la delocalizzazione e il mancato rispetto, da parte dello Stato, delle sue stesse regole.

Abbiamo parlato di delocalizzazione nei mesi precedenti affrontando la commessa 060606 chiama Roma che da Almaviva Contact passava alla Abramo Customer Care. A ridosso della votazione alla Camera sulle clausole sociali e in attesa dell’espressione del Senato, approfondiamo il tema con Stefano Zappalà, dipendente Almaviva Contact di Catania e militante CGIL che con alcuni colleghi ha dato vita ad una petizione diffida chiedendo che vengano applicate le sanzioni previste dall’ art. 24 bis DL 22 giugno 2012 n.83.

A fondo pagina trovate l’intervista telefonica con Stefano che ci spiega : “la petizione/diffida nasce a seguito di quanto era stato promesso l’anno scorso dal Ministero dello Sviluppo Economico, circa l’applicazione delle sanzioni riservate a quelle società che delocalizzano non rispettando quanto previsto dalla legge. Siccome in sede di indagine conoscitiva era emerso questo aspetto e avendo letto gli atti abbiamo deciso con un gruppo di colleghi abbiamo deciso di formulare un atto che potesse catalizzare l’attenzione proprio sul rispetto della legge”.

Non rispettare la legge e non fermando di fatto la delocalizzazione si crea un danno ai posti di lavoro italiani e ai consumatori che non si vedono riconosciuto il loro diritto di affidare i dati sensibili e le richieste, a personale che opera nell’ambito del territorio italiano.

La petizione/diffida contro la delocalizzazione ha trovato l’interessamento anche di diverse forze politiche, SEL, PD e Movimento 5 Stelle stanno dando il loro appoggio, nell’intervista – svolta ieri (17/11/2015) Stefano Zappalà ci avverte dell’emendamento che proprio doveva approdare alla Camera, in effetti le clausole sociali sono state approvate ma con “tiepido entusiasmo” afferma

“Per diventare legge dello Stato queste dovranno ancora essere “rivisitate” al Senato, votate ed infine legge con la promulgazione del Presidente della Repubblica. Responsabilmente dopo strettissime consultazioni le opposizioni hanno deciso di astenersi nella fase del voto finale per lanciare un chiaro significato politico. Non ci è piaciuto che il testo iniziale del PD sia stato stravolto in una parte e che tale scelta sia rimasta immotivata, ma nonostante ciò è prevalso il senso di responsabilità per i lavoratori del settore, zero contrari è stata l’opera di concertazione di molti, non si è venuti meno al compromesso politico raggiunto, permettendo un così storico risultato!
Adesso occorre rendere le clausole efficaci, ed in Senato occorrerà prevedere intanto le sanzioni per quelle aziende che non dovessero rispettare la norma,ma anche il vincolo della territorialità. Occorre il rispetto della legge esistente e legare le due cose inscindibilmente” conclude.

La domanda, banale, che viene da rivolgersi è: ma con un Paese tanto in crisi, la disoccupazione giovanile al 40% e tutti i drammi quotidiani che affliggono il mondo del lavoro, abbiamo proprio bisogno di una legge per non impoverire ulteriormente la penisola? certo che si. E’ proprio per quei problemi -tasse, imposte, contro imposte …- che l’imprenditore ha necessità di lavorare ed incrementare il proprio business senza farsi “prosciugare” da chi dovrebbe, invece, incentivarlo a restare dando anche posti di lavoro a chi, per ironia della sorte, potrebbe ritrovarsi nella stessa azienda ma in Albania.

Un cane che si morde la coda, tante sono le leggi da fare ma ancora di più quelle che basterebbe rispettare.

In attesa dell’espressione del Senato invitiamo cittadini, politici, imprenditori e chiunque volesse unirsi a partecipare alla petizione diffida contro la delocalizzazione 

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Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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