Cronaca

Ignazio Marino non lo sa, va o resta? Forse aspetta la maggioranza

Ignazio Marino non lo sa, le dimissioni le ha consegnate ma ha sempre detto che ci avrebbe riflettuto tutti i 20 giorni, ora potrebbe aspettare di verificare la sua maggioranza.

Apparentemente non è chiaro quello che vuole fare Ignazio Marino , sindaco dimissionario di Roma. Come da norma, le sue dimissioni diventano irrevocabili dopo 20 giorni dalla consegna al presidente dell’Assemblea Capitolina, per noi la giovane zingarettiana Valeria Baglio, salita sullo scranno più alto con la Giunta Marino bis. Quindi solo il 2 novembre Caput Mundi sarà senza sindaco e dovrà fare i conti con un commissario che traghetterà il carrozzone romano insieme a pellegrini e turisti anche al Giubileo, speriamo abbia veramente Misericordia di noi tutti!

Ieri 20 ottobre in tribunale c’era, alla sbarra, Giovanni Fiscon ex direttore di AMA, il GIP ha rigettato la richiesta di rito abbreviato e lo ha “rimandato” al 5 novembre, il giorno tanto atteso per l’inizio del Maxi processo Mafia Capitale. Ignazio Marino, che ha firmato proprio il giorno delle dimissioni per costituire il Comune di Roma parte civile, non è andato in Aula. Le motivazioni non sono chiare anche se voci di corridoio dicono che le 4 ore passate il giorno prima dal PM per far luce sullo scandalo scontrini, hanno richiesto una riflessione maggiore su ogni mossa del marziano. In realtà alle 12.30 presso la Protomoteca Marino ha tenuto una conferenza stampa.

“In malafede o ignoranti” così ha definito i gruppi FdI-AN e M5S che hanno depositato esposti su queste spese, come sempre il sindaco dimissionario ha trovato una giustificazione e spiegazione logica a tutto.

Fabrizio Ghera capogruppo FdI-AN non ci sta e poco dopo dichiara:

“Torna ad offendere accusandoci di essere ‘persone in malafede o ignoranti’. A questo punto ci chiediamo: ma se, come dice Marino stesso, non è stato lui a firmare i giustificativi relativi alle spese, disconoscendone quindi la firma, per quale motivo all’indomani del nostro esposto ha pubblicato sul sito di Roma Capitale tutti gli scontrini? Perché non se ne è accertato prima e solo adesso scarica la vicenda nelle responsabilità della sua segreteria? La toppa è peggio del buco, e se davvero Roma è in mano ad uno staff di segreteria anziché essere governata da un sindaco, allora vuol dire che le pezze d’appoggio tirate fuori dal ‘giramondo’ confermano, ancora una volta, che Marino è inadatto ad amministrare la Capitale. Vuole verificare se ha ancora maggioranza? Roba che non ha verificato nemmeno scontrini, Marino abbia almeno il buon gusto di tacere

Anche il consigliere PdL Roberto Cantiani affonda:

«Marino e il Pd hanno dimostrato, in maniera inconfutabile, tutta la loro inconcludenza. Dimissioni si, no, forse; maggioranza si, no, forse; scontrini si, no, forse. Basta giochini sulla pelle della città. Il Giubileo è dietro l’angolo: è già abbastanza svilente arrivarci senza un primo cittadino democraticamente eletto. Farci ridere dietro dal mondo per queste battaglie di retroguardia e di poltrone, è francamente troppo. È la beffa oltre il danno. Vergogna»

Su Facebook la consigliera SEL Gemma Azuni tuona:

Mi chiedo in continuazione come faccia un pezzo del PD a liquidare frettolosamente il sindaco Marino il quale, oggi -ieri 20 ottobre ndr- ha chiarito alla città ed alla stampa presente in Protomoteca, la questione degli scontrini e delle spese sostenute per ragioni istituzionali. Tutti i gruppi consiliari dovrebbero chiedere che questi chiarimenti vengano fatti in Aula Giulio Cesare. Sel capitolino lo ha fatto.

Personalmente avrei apprezzato le dimissioni irrevocabili di Ignazio Marino nel dicembre 2014, quando era evidente a tutti che per amministrare questa città, tenere il polso della situazione e riuscire a fronteggiare il premier segretario, non bastava il Marino bis e ter, neppure il buon Orfini con tutto il suo sostegno. Successivamente avrebbe dovuto buttarsi su una lista civica, non guardare in faccia a nessuno e candidarsi come sindaco, il tutto con altri colori.

Che arrivi il 2 novembre -o poco prima- a ritirare le dimissioni è una possibilità, che la maggioranza lo sostenga ancora può essere, che riesca a sfangarla anche al bilancio sembra un po’ più difficili ma specialmente: le 50mila e oltre firme di change.org -domandiamoci anche dove vive chi ha firmato-  basteranno a Marino per decidere di riprovarci e non mollare? Kamikaze senza paura, è pronto ad affrontare il Governo? Matteo Renzi aveva risposto picche ad una prima richiesta di soldi per preparare Roma all’anno Santo, oggi sembrerebbero pronti 500mln, disponibili anche con il chirurgo come primo cittadino?

Resta ancora la stessa domanda e non per ingenuità ma, per cercare di fare ordine in questo caos del tira e molla: ma perché Marino si è dimesso e perché dovrebbe ritirare le dimissioni?

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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