Al Teatro San Ferdinando Spaccanapoli Times, di Ruggero Cappuccio
Al via la stagione del Teatro San Ferdinando Dal 4 al 22 novembre 2015 lo spettacolo in prima assoluta Spaccanapoli Times di Ruggero Cappuccio. Per la prima volta nel ruolo di autore, attore e regista.
Riceviamo e pubblichiamo
La stagione del Teatro San Ferdinando si apre ufficialmente con la prima assoluta di Spaccanapoli Times, testo inedito di Ruggero Cappuccio. Dal 4 al 22 novembre nella sala del Teatro Stabile di Napoli, Teatro San Ferdinando, andrà in scena la storia di quattro fratelli in lotta con il modernismo globalizzante che innesca nel mondo dinamiche sociali dalle quali i componenti della famiglia si sentono esclusi, sullo scenario di una Napoli contemporanea vista come detonatore della crisi etica. Spaccanapoli Times è una dirompente macchina comica che attraversa il paesaggio umano dell’Italia di oggi con spregiudicata velocità.
In questo spettacolo la scrittura di Ruggero Cappuccio si materializza in un italiano che slitta sul terreno delle lingue del Sud, irrorandosi di anglicismi erosivi per una partitura sonora in cui fiammeggiano allegri dirompenti e adagi malinconici. Su tutto regna il ridere e sorridere, dove la comicità volontaria, sferzante e innocente, diventa una lente d’ingrandimento per leggere la realtà del male di vivere con impeto tagliente e irriguardoso.
Per la prima volta sarà in scena lo stesso scrittore Cappuccio nel ruolo del protagonista Giuseppe Acquaviva uno scrittore che pubblica le sue opere in assoluto anonimato e vive tra i binari della stazione centrale di Napoli, insieme a lui Giovanni Esposito (Romualdo Acquaviva), Gea Martire (Gabriella Acquaviva), Marina Sorrenti (Gennara Acquaviva), Giulio Cancelli (Norberto Boito) e Ciro Damiano (Dott. Lorenzi). I costumi sono di Carlo Poggioli, letture sonore di Marco Betta da “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, aiuto regia e disegno luci sono di Nadia Baldi, le scene sono di Nicola Rubertelli, la produzione è del Teatro Stabile di Napoli.
La scena si apre nella vecchia casa della famiglia Acquaviva: un appartamento all’ultimo piano di un palazzo situato nella via Spaccanapoli. Gli ambienti sono abbandonati da tempo. Gli unici oggetti che si impongono alla vista sono le migliaia di bottiglie d’acqua, ormai vuote, che ricoprono i muri dei saloni a tutt’altezza.
Giuseppe ha convocato i suoi tre fratelli per una ragione d’emergenza. Gabriella, Gennara e Romualdo, lo raggiungono nella dimora in cui hanno vissuto infanzia e adolescenza, ma il motivo della convocazione appare ambiguo e misterioso.
La presenza del quartetto Acquaviva nel luogo degli antenati, innesca un esilarante corto circuito tra passato e presente, tra i teneri rituali dell’infanzia e l’avanzata cancerogena del capitalismo.
I quattro fratelli sono disorientati dall’attualità, vivono in dimensioni mentali e fisiche estreme, concretizzando sulla vita punti di vista e interpretazioni follemente comici.
La singolare pazzia sentimentale che ispira gli innamoramenti di Gabriella, la surreale visionarietà di Gennara per il mondo dello spirito e il talento fobico che Romualdo applica nella pittura, attivano un confronto serrato sulla possibilità di amare e di esistere.
Così, mentre Giuseppe rivela ai fratelli che una guerra invisibile e mortale incombe sul pianeta, si consuma l’attesa febbrile di una visita che dovrà sciogliere la ragione della convocazione degli Acquaviva nella casa della memoria.