Cronaca

2 ottobre nella Roma di Mafia Capitale e contratto unilaterale

Riceviamo dal Movimento Solidale Autorganizzato WeAreOne! e Asbel-Cnl Uscire dalla crisi morale e materiale della città. Donne e uomini uniti per la vivibilità nella Roma di Mafia Capitale e contratto unilaterale.

Le lavoratrici e i lavoratori comunali hanno provato sulla loro pelle, dopo nove mesi di contratto unilaterale, l’immoralità di una amministrazione che dopo Mafia Capitale, anziché fare subito piazza pulita ai propri vertici si è accanita sul personale tagliando i salari e aumentando i carichi di lavoro.

Non siamo i soli sotto attacco

Giardinieri, vigili urbani, insegnanti ed educatrici, impiegati, tecnici, operai, autoferrotranvieri, assistenti sociali, ufficiali d’anagrafe, sociologi, informatici, operatori dell’ambiente, bibliotecari, addetti ai musei, precari, soci dipendenti delle cooperative, operatori dei Col, addetti ai servizi di pulizia e multiservice, operatori dei canili…

Siamo tante e tanti, donne e uomini che vedono ogni giorno peggiorare le condizioni di lavoro. Donne e uomini che garantiscono prestazioni vitali per la città.

Oggi non ce la facciamo più perché la gestione dei servizi pubblici è in uno stato di abbandono. Conosciamo le cause. L’inchiesta Mafia Capitale ha scoperchiato una parte dell’intreccio criminale affaristico e mafioso che riguarda una parte consistente dei poteri politici ed economici romani e nazionali.

Sono stati fatti affari indecenti sulla pelle degli ultimi. Il risultato non è solo la voragine del debito accumulato dal Comune di Roma ma uno stato crescente e ormai insostenibile di sfascio dei servizi che non possono funzionare senza risorse materiali tecniche e investimenti, basta guardare come è ridotto il parco veicoli dell’Atac, notizia coraggiosamente portata alla luce dai lavoratori poi denunciati dall’azienda.

Le lavoratrici e i lavoratori più coscienti di queste aziende provano a reagire sfidando la repressione statale che vieta scioperi, assemblee, cortei. Una campagna di odio abilmente orchestrata sui media punta a mettere contro i lavoratori la cosiddetta “utenza” dei servizi.

La verità è che il degrado e lo sfascio dei servizi riguarda tutti e tutte, ogni abitante della città. Anche chi lavora nei servizi pubblici vorrebbe non solo avere diritti e salari adeguati ma vivere in una città pulita, decorosa, utilizzare mezzi pubblici efficienti, mandare i figli in scuole sicure, godere di un verde curato, vivere in quartieri e periferie dignitose, inclusive e ben organizzate, avere spazi pubblici accoglienti in cui incontrarsi e crescere insieme migliorando le relazioni umane.

Guardare con occhio egoista a chi lotta magari bloccando i trasporti con gli scioperi significa non capire che siamo sulla stessa barca e che per uscire dalla crisi materiale e morale in cui versa questa città occorre una spinta solidale ad unirci e difenderci per vivere tutti meglio assieme.

Lo sfascio dei servizi serve a giustificare le privatizzazioni da fare con nuove spartizioni affaristico mafiose dove l’obiettivo non sarà più il bene comune ma il profitto di pochi cioè una mafia capitale legalizzata. Però non ci basta dire no alle privatizzazioni. I beni pubblici così come sono non funzionano. C’è bisogno anche dall’interno di Roma Capitale di un impegno comune e autorganizzato di denuncia e cooperazione per trasformare i servizi e migliorare concretamente la vita della gente, di tutte e tutti.

C’è bisogno di contratti giusti, di stabilizzare il precariato, di investire nei servizi migliorandoli e ampliandoli, dando risposte a una popolazione sempre più in sofferenza.

Le risorse non mancano

i beni confiscati ai mafiosi, i ricchi compensi di dirigenti e manager, gli sprechi degli appalti ancora infeudati dal sistema mafioso.

E’ importante scegliere da che parte stare. Il movimento solidale autorganizzato WeAreOne! non ha dubbi: dalla parte delle donne e degli uomini che in nome della comune umanità si mettono in gioco, affermando la propria dignità, difendendo la vivibilità oggi pesantemente minacciata, a partire dalle sorti di chi sta peggio, di chi perde la casa o il lavoro, di chi fugge dalle guerre e non viene accolto, di chi vive in condizioni di emarginazione sociale, di chi lavora in condizioni di super sfruttamento senza diritti.

Sosteniamo la mobilitazione cittadina unitaria e invitiamo a partecipare con noi il 2 ottobre alle ore 16,30 al Colosseo.

SenzaBarcode Redazione

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