Cronaca

Roma paga il fallimento PD

Il disastro politico di Ignazio Marino è figlio della tragedia PD e di un Modello Roma fallimentare, ma a pagare il conto sono tutti i romani.

Per quanto l’attuale sindaco Ignazio Marino, perennemente nella bufera, voglia a tutti costi slegare il proprio percorso politico da quello del PD romano definito da Fabrizio Barca “pericoloso e dannoso”, la sua elezione rimane espressione del volere di coloro che hanno guidato il PD a Roma per decenni determinandone fasti e cocenti sconfitte (ad esempio Rutelli 2008), e con Ignazio Marino anche gli eletti dell’attuale assemblea capitolina in buona parte sono espressione delle correnti interne al PD romano, sono i candidati su cui puntare e da far eleggere per mantenere equilibri di potere che sono franati dopo i primi colpi dell’inchiesta Mafia Capitale.

Roma paga il conto del PD

A pagare il conto della guerra tra fazioni rivali, capibastone e perfino correnti nazionali sono i cittadini romani che vedono il più grande partito di maggioranza coinvolto pesantemente nelle inchieste giudiziarie, commissariato dallo stesso PD nazionale per almeno un altro anno, chiusura di circoli annunciata in pompa magna, poi disattesa e adesso nuovamente tornata ad essere una priorità. Ma la cosa peggiore è che tutte le deficienze della capitale d’Italia hanno origine da queste lotte di potere: che sia la gestione delle società partecipate o una qualsiasi strategia anche in vista dell’imminente Giubileo. Questo PD e questa classe politica grava il cittadino romano di una esposizione mediatica negativa e di un’inefficienza amministrativa che sinceramente non merita.

Fare un passo indietro per il bene di tutti

A Roma questo disastroso PD non si risana in un anno, non basta stravolgere classe dirigente e quadri per cambiare un equilibrio di potere consolidato in anni di gestione politica. Il potere è reale e non si fanno sconti sperando che chiudere un po’ di sedi e tagliare un po’ di teste serva a cambiare aria. Alle prossime elezioni ci troveremo nuovamente con candidati alla ricerca disperata di preferenze ed un bacino elettorale ancora saldamente in mano a capibastone referenti dei poteri che ancora prosperano nella Capitale.

A Roma il PD ha fallito, e come fu un suicidio la candidatura di Rutelli frutto di scelte non pienamente sostenute da tutto il PD romano, così sarà l’idea che possa esserci un candidato ed una classe dirigente capace di far dimenticare questi anni orribili all’elettore romano. Aria nuova non può che far bene anche, e soprattutto al PD nazionale: chiudere i rubinetti serve a pulire fino in fondo la vasca e a tenere separati i pesci buoni da quelli che maleodorano, anche a costo di saltare un giro e lasciare ad altri la gatta da pelare.

SenzaBarcode Redazione

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