A settembre forse riaprono le scuole ma le precarie stanno a casa
A Roma pubblicato il bando per la selezione del personale per nidi e scuole dell’infanzia, riaprono le scuole -forse- ma le precarie stanno fuori.
Da qualche settimana i supermercati sono colmi di zaini, quaderni e cancelleria, mamme e bambini hanno presto dimenticato paletta e secchiello per lasciare il posto a matite e grembiulini, ma c’è chi a Roma proprio l’estate non se l’è goduta per niente e l’ha passata con una sola domanda “quale destino per le precarie”? E la risposta è uno pugno allo stomaco, sono semplicemente spazzate via come polvere, nascosto sotto al tappeto perché non necessarie, anni di devozione e preparazione che per molte vale l’idoneità al concorso pubblico ottenuta per mezzo del concorso non sono nulla. Per le precarie di 2 fascia (idonee al concorso pubblico) e molte della 3 fascia (graduatoria per supplenze brevi) non c’è nessun posto di lavoro.
Il bando specifica che non vi possono accedere coloro che hanno superato i 36 mesi lavorativi, la cosa esclude automaticamente quasi tutte le precarie, dato che la stragrande maggioranza è alle dipendenze del Comune di Roma da molto più tempo, con punte massime di 15 anni. C’è un nuovo assessore alla scuola che ha preso il posto di Paolo Masini nella Giunta Marino ter, è Marco Rossi Doria che dichiara “… E’ opportuno sanare rapidamente la disparità tra scuole statali e scuole comunali, con queste ultime che non potranno usufruire della deroga che lo Stato ha fatto per sé nell’ambito della Buona Scuola. È infatti proprio su un’ipotesi di estensione di questa deroga che ci stiamo impegnando”. Sono parole che suonano vagamente familiari, fatto sta che la risposta è questo “bando elimina precarie“
Chiedo aiuto a Jessica Amadei, già amica di SenzaBarcode, per capire nel dettaglio questa scelta del dipartimento Organizzazione e Risorse Umane.
Il Comune di Roma sta licenziando personale che da anni lavora all’interno delle strutture, che da anni fa aggiornamenti e quindi personale preparato che il comune stesso ha preparato attraverso gli aggiornamenti predisposti, sta quindi licenziando personale con esperienza. Sta licenziando donne non più di 20 anni, ma di circa 50 che hanno investito molto in questo lavoro, perché per legge le idonee e le vincitrici di concorsi pubblici e corsi concorsi devono essere assunte. Soprattutto poi, se le stesse, hanno lavorato per l’amministrazione per 36 mesi continuativi.
E diritto del lavoratore essere assunto quando il contratto viene rinnovato oltre i 36 mesi perché dopo 3 anni si intende la sua figura necessaria, possiamo quindi dire che l’amministrazione romana sta proponendo un bando “fuori legge”?
Lo dice non solo la legge italiana, ma anche l’Europa che si è pronunciata in merito ai diversi contratti a tempo determinato che l’Italia utilizza per gli insegnanti, e nel caso specifico per le insegnanti ed educatrici del comune di Roma, affermò che l’Italia avrebbe dovuto assumere il personale che da 36 mesi e oltre, lavora per la stessa amministrazione. Quindi, in merito alla sentenza il comune ha deciso di fare la solita furbata all’italiana, diciamolo. Ha creato un bando ad hoc che supera tutto il personale delle precedenti graduatorie che ha 36 mesi di servizio presso il Comune di Roma, aggiungendo che il futuro personale che verrà impiegato, qualora raggiungesse i 36 mesi lavorativi non verrà più contattato. E’ una furbata che però mal interpreta la legge. Infatti i 36 mesi di servizio per la stessa amministrazione sono, di diritto, la molla che prevede l’assunzione, non l’allontanamento dal posto di lavoro. E’ un errore in termini di interpretazione della legge. E’ infatti un diritto del lavoratore essere assunto dopo i 36 e più mesi di servizio prestato, perché come ben affermi anche tu, significa che se un’amministrazione prolunga per tutto questo tempo dei contratti a delle persone (e non numeri) è perché ne ha bisogno. Infatti il comune di Roma all’interno dei nidi e della scuola dell’infanzia vanta numerosissimi vuoti d’organico che da anni sopperisce con l’utilizzo di contratti a termine con i precari.
Parliamo di 5000 lavoratrici precarie, cittadine romane che a loro volta sono anche madri, nella manifestazione tenutasi ieri in Campidoglio ne hai viste molte con le lacrime agli occhi perché da domani per loro la vita sarà assai più difficile, ma a Roma sembra che il problema sia solo il funerale di Casamonica, come fosse fumo negli occhi per distogliere dai veri problemi che stanno facendo collassare la Capitale, cosa ne pensi?
Si, parliamo di tante donne, mamme, ragazze, monoreddito il più delle volte, con figli a carico e non solo. Donne, persone e non numeri, che hanno investito molto in questo lavoro durante questi anni, con la speranza di essere assunte o nel caso della 3 fascia, di espletare un concorso pubblico per potersi poi inserire un giorno in una graduatoria permanente e di poter continuare a svolgere il lavoro che amano. Chi fa questo tipo di lavoro a queste condizioni ama sul serio la scuola e il nido, altrimenti nessuno avrebbe retto un precariato simile. Pensate di vivere anni e anni senza poter progettare a lungo termine, fare 20 anni di precariato e trovarvi alla soglia dei 50 o dei 60 anni, ancora precaria. Ci vuole grande forza di volontà nell’aspettare ogni giorno la chiamata che forse, o forse no, arriverà. Ci vuole forza ad aspettare il nuovo collocamento nelle diverse strutture. Ci vuole grande amore, grande dedizione per accompagnare i bambini nel percorso educativo e scolastico. Ci vuole amore per far amare la scuola e si inizia sin da piccoli ad amarla o ad odiarla. Le maestre e le educatrici di Roma, precarie e non, da anni ci mettono tutta la preparazione e l’amore di cui sono dotate per accompagnare i bambini in questo percorso di crescita. Lo farebbero sicuramente meglio se non venissero puntualmente messe all’angolo. Io Sheyla, mi chiedo che fine faranno queste donne a circa 50 anni senza lavoro? Che faranno queste ragazze di 3 fascia che non rientreranno nel nuovo bando, perché magari hanno raggiunto i 36 mesi di servizio o perché non raggiungono i 5 punti di accesso al nuovo bando? Che farà il comune di Roma, visto che per la selezione a questo nuovo bando che spazzerà via le precarie storiche c’è tempo fino al 21 settembre, a chi farà aprire le strutture? Quante educatrici ci saranno per ogni bambino? Quale qualità si darà in questo modo ai bambini e ai genitori?
Il nuovo assessore Marco Rossi Doria vi ha lasciate con qualche promessa dopo la manifestazione di ieri?
Come hai ben visto, al comune di Roma basta poco per dimenticarsi dei problemi. Un po’ di fumo negli occhi con un funerale ed un po’ d’incenso e passa tutto, si licenzia senza che nessuno possa rendersene conto. Le donne però sono forti e noi maestre ed educatrici, siamo combattive. Non faremo passare una vergogna simile.
L’intervista, o meglio la nostra chiacchierata, è lunga, ma solo perché non abbiamo potuto affrontare l’argomento da tutti i punti di vista e sviscerando ogni problema, altrimenti sarebbe stata dieci volte tanto, ma come ho promesso tempo fa a Jessica, alle maestre e specialmente ai bimbi di Roma, SenzaBarcode continuerà ad occuparsi di ciò che avviene nella scuola di Roma.
Lascio uno spunto di riflessione, più agli Amministratori che agli utenti: Articoli 33 e 34 della Costituzione italiana e articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti umani.
La totale incoerenza di questa amministrazione penalizza e punisce l’impegno e l’amore che ogni giorno insegnanti ed educatrici portano sul loro posto di lavoro donando al nostro futuro , i nostri figli, competenza e professionalità. È vergognoso che non ci sia un atteggiamento indignato da parte dei politici e dell’informazione. Si sta calpestando tutto. Diritti dei bambini , diritti dei lavoratori e sopratutto il diritto alla vita, si vivi per condividere per donare la propria conoscenza, così si lede il diritto all’essere individui.