Rifiuti a Roma, quali soluzioni?
Lettera aperta dal Presidente del COVISP Carmine Candido. al Sindaco Marino: i rifiuti a Roma, quali soluzioni?
Caro Sindaco,
la capitale d’Italia non merita un trattamento indifferenziato delle eventuali responsabilità manageriali dell’AMA, specie relativamente allo spazzamento delle strade e alla raccolta porta a porta e come cittadini vorremmo provare per una volta a riciclare la parte buona di una gestione e al tempo stesso smaltire tutto quello che non assicura una buona efficacia, efficienza, economicità e trasparenza.
Infatti, la parte buona è certamente rappresentata dai cittadini con un normale senso civico, mentre la parte da monitorare è evidentemente quella relativa al raggiungimento degli obiettivi della dirigenza aziendale.
In tal senso, la prima cosa da chiarire è la mission del management dell’AMA, ovvero il compito a cui è chiamato il vertice aziendale per gestire la cosa pubblica: ad esempio, un buon manager pubblico, dovrebbe dimostrare che l’internalizzazione delle attività, contribuisce a far risparmiare le casse comunali, a non esporre gli appalti al fenomeno corruttivo, a rendere rintracciabili i servizi alla utenza e non ultimo a riconoscere il valore aggiunto delle proprie risorse umane. Diversamente, sarebbe come se pagassimo il dirigente di una municipalizzata, per indire gare sui servizi che dovrebbe gestire in house!
E poi, ci permetta signor Sindaco, di non condividere la sua linea quando dice che darebbe ai privati i servizi di igiene pubblica se l’AMA non fosse in grado di gestirli direttamente: forse, sarebbe meglio dire che quando gli obiettivi non si raggiungono, le responsabilità sono solo della dirigenza aziendale e tamponare le criticità, facendo ricadere le colpe del passato sugli operatori esecutivi, è ormai una metodologia non più sostenibile.
E allora, proprio per questo l’accordo firmato l’8 agosto tra l’AMA e i sindacati, ci sembra l’ennesimo tentativo confusionale per rinviare una discussione seria sul problema dei rifiuti a Roma. In particolare, chiedere la massima estensione del servizio di porta a porta, senza considerare che occorre circa 1/3 di personale operativo in più rispetto alla tradizionale raccolta cassonetti, significa adottare la solita logica della coperta corta. E ancora, come si vuole rafforzare lo spazzamento stradale da settembre, se le eventuali assunzioni sono previste per il 2016? E non ultimo, come si intendono coprire tutti i servizi relativi al Giubileo?
Ancor meno, si comprende come si possa raggiungere l’impegno aziendale a ridurre la Tari e le consulenze esterne, o aumentare l’operatività a 7 giorni settimanali e garantire l’85% della disponibilità dei mezzi. Forse utilizzando gli strumenti per misurare le performances dei lavoratori o magari adottando un modello retributivo premiante, correlato alla effettiva presenza? Certamente si, tutte le azioni di discontinuità sono importanti, ma se si vuole arrivare ad una vera soluzione, l’AMA deve soprattutto aumentare la sua produttività valorizzando l’internalizzazione dei servizi ambientali per Roma Capitale – compresi quelli scolastici – perché tutti rientrano evidentemente nel suo core business.
Per questo, cortese Sindaco, auspichiamo che l’organizzazione dei servizi di AMA, possa rappresentare veramente un momento di verifica per il futuro di questa azienda e l’impegno assunto in tal senso dalle parti nel suddetto accordo, lascia aperta una speranza.